Walter Bonatti
K2 LA VERITA'
Rizzoli
2015, brossurato
430 pagine, 13 euro
Straordinario personaggio, Walter Bonatti. Alpinista, esploratore, giornalista, scrittore e fotografo, sempre affascinante da seguire nei suoi racconti, pioniere com'era in molti campi: basti pensare alla prima solitaria invernale sulla parete Nord del Cervino. E anche abile polemista, preciso, piccato, puntuale, difficile da contraddire. Fra le sue straordinarie imprese da scalatore ce n'è una che ha segnato la sua vita: la conquista italiana del K2. Conquista avvenuta il 31 luglio 1954 a opera di Compagnoni e Lacedelli, membri di una squadra messa insieme da Ardito Desio che organizzò la spedizione e la diresse dal campo base. Del gruppo di alpinisti faceva parte anche Bonatti, il quale avrebbe anche potuto esser quello destinato a piantare il tricolore sulla vetta: il gruppo porta uomini e materiali ai campi sempre più alti, poi l'ultimo assalto lo danno quelli più in forma. L'ultimo giorno prima dell'impresa, però, capitò qualcosa di davvero brutto: Compagnoni e Lacedelli, per non rischiare di farsi soffiare il posto e la gloria dal più giovane del gruppo (Bonatti era appena ventiquattrenne) piazzano il loro ultimo campo in un luogo diverso dal convenuto, in modo di non essere raggiunti da Walter, il quale si trova così a dover trascorrere una notte a oltre quota ottomila, in una buca scavata nella neve, impossibilitato a tornare indietro dopo aver trasportato fin lassù l'ossigeno necessario agli scalatori. Quella notte avrebbe potuto costare la vita a lui e un portatore, Mahdi, a cui in seguito dovettero amputare le dita congelate. Desio avrebbe poi in seguito coperto fino all'ultimo Compagnoni e Lacedelli e anzi la responsabilità dell'accaduto venne attribuita allo stesso Bonatti, accusato persino di aver consumato l'ossigeno, in modo da far credere che la conquista del K2 fosse avvenuta senza bombole. In seguito, però, tutta una serie di fotografie analizzate dagli esperti internazionali smontano la ricostruzione dei conquistatori, e dimostrano che essi respirarono ossigeno fino all'ultimo, da erogatori perfettamente funzionanti. Persino nel film documentario che venne realizzato con i filmati degli scalatoti non c'è traccia di Bonatti, che pure fu quello che più si avvicinò alla vetta dopo i due conquistatori. Le solite pastette all'italiana, versioni arrangiate degli eventi e comportamenti da "non disturbiamo i manovratori". Bonatti, vincitore in tribunale di ogni processo di cui è stato protagonista, ricostruisce in questo libro l'intera vicenda, scagliandosi non solo contro Desio ma anche e soprattutto contro l'enstablishment del CAI, reo di non aver mai ufficialmente restituito alla storia la vera versione dei fatti. "K2 La Verità" è in realtà non un libro organico ma una raccolta di testi scritti da Bonatti in varie occasioni nel corso di una vita intera, di fotografie e cartine, e di testimonianze tratte da documenti ufficiali. Ci sono le versioni di Compagnoni, Lacedelli e Desio trascritte da interventi in TV e dai loro libri, e ogni frase viene smontata con una logica inappuntabile. Il difetto del volume è appunto quello di contenere discorsi fatti più volte. Ma alla fine pare di esserci stati anche noi, quella notte, sul K2.