Michael Ende
LA STORIA INFINITA
LA STORIA INFINITA
Longanesi Editore
1986
Collana La Gaja Scienza
Traduzione di Amina Pandolfi
cartonato - 450 pagine
Un libro che contiene tutti gli altri libri. Uno dei dieci da portare sull’isola deserta. Un libro che si può leggere ai bambini di sei anni, ed esserne partecipi, a sessanta, come loro e più di loro. Non c’è una sola storia da raccontare, ce ne sono infinite, e tutte senza fine. Fantàsia muore quando muore la fantasia, e quando nessuno più crede alle storie. Torna a vivere quando qualcuno ne trova altre da narrare e altri a cui narrarle. Ma nello stesso tempo, la vita di ciascuno è una Storia Infinita dove ci si può perdere diventando cattivi, o redimersi raggiungendo la fonte dell’Acqua della Vita. Il romanzo di Michael Ende è geniale e complicatissimo, benché godibile a ogni livello. Che si tratti di un libro di idee è evidente fin dalla scelta degli inchiostri bicromatici, con il rosso per le parti in cui Bastiano Baldassarre Bucci (il ragazzo grassoccio protagonista del romanzo) si trova nella nostra realtà, e verdi per le parti ambientate a Fantàsia, prima e dopo la Nuova Creazione. Il libro che Bastiano ruba nel negozio del signor Coriandoli è lo stesso che il lettore stringe in mano mentre lo legge, come se noi stessi fossimo i protagonisti. E il coinvolgimento continua nei mille personaggi fantastici e tutti diversi ma potenti che si susseguono nei ventisei capitoli (uno per ogni lettera dell’alfabeto). La Storia Infinita insegna ciò che anche la vita (la personale storia infinita di ciascuno di noi, con i mille bivi e le mille storie incompiute che generano altre storie, da cui è composta) dovrebbe insegnare: a essere noi stessi. “Fa’ ciò che vuoi”, è il motto inciso su Auryn, l’amuleto magico che schiude tutte le porte, a Fantàsia. Fare ciò che si vuole genera Fantàsia ma degenera l’io, se finisce per significare solo “fare ciò che si desidera” e non “fare ciò che si è”. Perché, in fondo, ciò che la vita insegna è che più si è, meno si fa.
Collana La Gaja Scienza
Traduzione di Amina Pandolfi
cartonato - 450 pagine
Un libro che contiene tutti gli altri libri. Uno dei dieci da portare sull’isola deserta. Un libro che si può leggere ai bambini di sei anni, ed esserne partecipi, a sessanta, come loro e più di loro. Non c’è una sola storia da raccontare, ce ne sono infinite, e tutte senza fine. Fantàsia muore quando muore la fantasia, e quando nessuno più crede alle storie. Torna a vivere quando qualcuno ne trova altre da narrare e altri a cui narrarle. Ma nello stesso tempo, la vita di ciascuno è una Storia Infinita dove ci si può perdere diventando cattivi, o redimersi raggiungendo la fonte dell’Acqua della Vita. Il romanzo di Michael Ende è geniale e complicatissimo, benché godibile a ogni livello. Che si tratti di un libro di idee è evidente fin dalla scelta degli inchiostri bicromatici, con il rosso per le parti in cui Bastiano Baldassarre Bucci (il ragazzo grassoccio protagonista del romanzo) si trova nella nostra realtà, e verdi per le parti ambientate a Fantàsia, prima e dopo la Nuova Creazione. Il libro che Bastiano ruba nel negozio del signor Coriandoli è lo stesso che il lettore stringe in mano mentre lo legge, come se noi stessi fossimo i protagonisti. E il coinvolgimento continua nei mille personaggi fantastici e tutti diversi ma potenti che si susseguono nei ventisei capitoli (uno per ogni lettera dell’alfabeto). La Storia Infinita insegna ciò che anche la vita (la personale storia infinita di ciascuno di noi, con i mille bivi e le mille storie incompiute che generano altre storie, da cui è composta) dovrebbe insegnare: a essere noi stessi. “Fa’ ciò che vuoi”, è il motto inciso su Auryn, l’amuleto magico che schiude tutte le porte, a Fantàsia. Fare ciò che si vuole genera Fantàsia ma degenera l’io, se finisce per significare solo “fare ciò che si desidera” e non “fare ciò che si è”. Perché, in fondo, ciò che la vita insegna è che più si è, meno si fa.