tag:blogger.com,1999:blog-89030680866792300842024-03-17T20:04:24.365-07:00UTILI SPUTI DI RIFLESSIONEIL BLOG LETTERARIO DI MORENO BURATTINIRoberto Banfihttp://www.blogger.com/profile/14790132498109271107noreply@blogger.comBlogger816125tag:blogger.com,1999:blog-8903068086679230084.post-24529599550275505872024-03-17T08:47:00.000-07:002024-03-17T08:47:48.922-07:00FIORI SOPRA L’INFERNO<div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhV9txREcO_qqjKggK2UhZ2SV0laOq3tQLf1M4-4SByCmW9BCH-g0y6Dg0DnDPk2YVXY594sbi5aWyqGJesMeJ7tTjP5vmU1k6mBTeqdNXn0OeDHxrDmJ6CHikIJzjzdpOSpYES30jD8mjspuD_ZAaOc56riNQNViHgUPqaRENIpau5eTquyakje5Gseho" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="2016" data-original-width="1512" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhV9txREcO_qqjKggK2UhZ2SV0laOq3tQLf1M4-4SByCmW9BCH-g0y6Dg0DnDPk2YVXY594sbi5aWyqGJesMeJ7tTjP5vmU1k6mBTeqdNXn0OeDHxrDmJ6CHikIJzjzdpOSpYES30jD8mjspuD_ZAaOc56riNQNViHgUPqaRENIpau5eTquyakje5Gseho=w480-h640" width="480" /></a></div><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;"></span></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;"> </span></span></span></div><div style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;">Ilaria Tuti</span></span></span></b></div><div style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: medium;"><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline !important; float: none; font-family: georgia; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;">FIORI SOPRA L’INFERNO</span></span></b></div><div style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: medium;"><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline !important; float: none; font-family: georgia; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;">Tea</span></span></b></div><div style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: medium;"><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline !important; float: none; font-family: georgia; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;">Brossurato, 2018</span></span></b></div><div style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: medium;"><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline !important; float: none; font-family: georgia; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;">368 pagine, 12 euro</span></span></b></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><br style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;" /><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;">Leggere “Fiori sopra l’inferno”, in grave ritardo sul resto dell’umanità, mi ha fatto lo stesso effetto di quando ho letto “<a href="https://utilisputidiriflessione.blogspot.com/2019/09/la-verita-sul-caso-harry-quebert.html">La verità su caso Harry Quebert</a><a href="https://utilisputidiriflessione.blogspot.com/.../la..."></a>”, di Joel Dicker. Vale a dire che quando un libro vende centinaia di migliaia di copie e viene tradotto con successo in mezzo mondo, non resta che leggerlo per non privarsi delle emozioni godute da tutti gli altri, soprattutto se i giudizi positivi sono unanimi e dovunque si levano gridolini di giubilo. Se poi però uno lo legge e rimane perplesso, ecco, la cosa non è piacevole perché ci si sente quelli sbagliati. Da parte mia, mi chiedo che cos’è che gli altri hanno capito e io invece non ci arrivo. Mi capitò così anche con il caso di Harry Quebert, e me ne dispiacque parecchio. Eppure, “Fiori sopra l’inferno” è diventata una serie TV, ho letto i complimenti di Donato Carrisi e tutta una serie di lusinghiere recensioni, in un programma alla radio si descriveva il commissario Teresa Battaglia come un personaggio memorabile. Ecco, non so come dirlo, ma a me Teresa Battaglia è sembrata profondamente antipatica dalla prima all’ultima pagina. Il modo arrogante e sgarbato in cui tratta tutti quelli che gli stanno attorno, soprattutto il giovane ispettore Massimo Marino, dà ai nervi e c’è da chiedersi com’è che venga tollerato. Vero è che, forse, proprio questo rende memorabile l’anziana poliziotta: una così non passa inosservata. Altrettanto vero che anche Maigret si può definire burbero (ma non ispira antipatia). Soprattutto vero è che Teresa Battaglia ha un passato difficile (un figlio perduto, un compagno violento) e un presente angosciante (coglie in se stessa, oltre i segni dell’età, i sintomi dell’Alzheimer). Inoltre, e questo va riconosciuto, si tratta di un personaggio fuori dagli stereotipi. “Fiori sopra l’inferno” è il primo romanzo di cui la Battaglia è protagonista e il successo ha imposto a Ilaria Tuti (1976) di dare il via a una serie, ma l’autrice ha scritto anche altro (da “Fiore di roccia” a “Come il vento cucito alla terra”, e persino un graphic novel). La Tuti è friulana (di Gemona) e, come lei stessa spiega nella nota conclusiva, “Fiori sopra l’inferno” affonda le radici nei paesaggi della sua terra: “In questo senso, nulla è stato inventato. Travenì, con la sua foresta millenaria, l’orrido, le miniere, i laghi alpini e le vette da vertigine, esiste davvero, sotto altro nome”. Certamente lo scenario del Friuli e le descrizioni della gente difficile di Travenì sono un punto di forza del romanzo. Quel che non convince, come non convince in Joel Dicker, è la forzatura di una storia che si vorrebbe realistica a spiegazioni che, pur inquietanti e insolite, non convincono il lettore più scettico, nonostante tutto si basi sulle conseguenze di disumani esperimenti scientifici realmente condotti su un gruppo di bambini, negli anni Quaranta, da uno psicanalista austriaco, René Spitz. Impossibile, naturalmente, entrare troppo nei dettagli senza fare dello spoiler, tuttavia si sa che il lettore deve giungere alla suspension of disbelief, o sospensione dell’incredulità, e io, che pure sono sempre disposto (anzi, non chiedo di meglio) a calarmi nei romanzi, questa volta non ci sono riuscito. Non ho mai creduto che dei bambini parlino e si comportino come i ragazzini di cui racconta la Tuti, non sono riuscito a convincermi che il serial killer a cui si dà la caccia possa avere le caratteristiche e le origini che gli vengono attribuite, non ho provato empatia nei confronti di nessun personaggio, men che mai di Teresa Battaglia. Mi sono sembrate strane e sconclusionate anche le tecniche investigative o l’aspetto da “police procedural” del romanzo. Non ho la minima idea, naturalmente, se al Quai des Orfèvres le indagini venivano condotte davvero come le svolgeva Maigret, ma ci ho sempre creduto. Non ho difficoltà neppure nel credere al pagliaccio di “It” o al Randall Flag de “L’ombra dello scorpione”, perché Stephen King mi irretisce. Ecco, purtroppo Ilaria Tuti no. Sono rimasto perplesso anche di fronte alla prosa. Non che mi aspetti che tutti siano Sciascia o Simenon, però sentite l’incipit: “C’era una leggenda che gravava su quel posto. Una di quelle che si appiccicano ai luoghi come un odore persistente. Si diceva che in autunno inoltrato, prima che le piogge si tramutassero in beve, il lago alpino esalasse respiri sinistri”. Mi si scusi se non capisco, ma qual è la leggenda? E’ una leggenda che in autunno un lago esali “respiri sinistri”? Lo sarebbe se fossero i respiri di un mostro che a qualcuno capita talvolta di incontrare, ma non se ne fa cenno. L’impressione è che la prosa sia ridondante e cerchi un effetto senza sostanza. Eppure, nel gruppo di lettura che frequento, in cui sono l’unico uomo, si è discusso di “Come vento cucito alla terra”, romanzo di ambientazione storica nella Londra ai tempi della Prima Guerra Mondiale (mi ha ricordato “<a href="https://utilisputidiriflessione.blogspot.com/2022/01/un-semplice-caso-di-infedelta.html">Un semplice caso di infedeltà</a>” della scrittrice inglese Jacqueline Winspear, con protagonista l’investigatrice Maise Dobbs) e le lettrici se ne sono dette entusiaste (mi riprometto di leggerlo anch’io). Mi chiedo pertanto se possa esserci un approccio diverso, di genere, tra uomini e donne, di fronte a Teresa Battaglia, e dunque diverse le sensibilità e diversi i giudizi finali.</span></span></span></div><p><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; font-family: system-ui, -apple-system, "system-ui", ".SFNSText-Regular", sans-serif; font-size: 15px; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; orphans: 2; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;"><br /></span></p>Moreno Burattinihttp://www.blogger.com/profile/13164359887625776766noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8903068086679230084.post-43902285201278108312024-03-16T04:14:00.000-07:002024-03-16T04:14:42.178-07:00UNITI PER IL PIANETA<div style="text-align: left;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><br /></span></span></div><div style="text-align: left;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjgo1RjF6-VILkgJcz_CohAoRCZstf24u2WqKRu5MNiBxy5aCn0wo8lHhMN6vG_0lc-MTuS31SP1uabDLtyTzvubhzRZc4EGbuFJvZPsZUCCJQBxG0YNDGzoxHTjjguqV3Y6OufKlk1wc9Mio_JFXxwFwa4WhrcGZbcBBEcDyqnCrbi7LDmTaobD0OgWJY" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="2016" data-original-width="1512" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjgo1RjF6-VILkgJcz_CohAoRCZstf24u2WqKRu5MNiBxy5aCn0wo8lHhMN6vG_0lc-MTuS31SP1uabDLtyTzvubhzRZc4EGbuFJvZPsZUCCJQBxG0YNDGzoxHTjjguqV3Y6OufKlk1wc9Mio_JFXxwFwa4WhrcGZbcBBEcDyqnCrbi7LDmTaobD0OgWJY=w480-h640" width="480" /></a></div><br /></span></span></div><div style="text-align: left;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"> <br /></span></span></div><div style="text-align: left;"><b><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">Bepi Vigna<br />Germano Bonazzi</span></span></b></div><div style="text-align: left;"><b><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">Marco Foderà</span></span></b></div><div><b><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">Fabio Grimaldi</span></span></b></div><div><b><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">UNITI PER IL PIANETA</span></span></b></div><div style="text-align: left;"><b><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"></span></span><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">Sergio Bonelli Editore</span></span></b></div><div><b><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">cartonato, 2021</span></span></b></div><div style="text-align: left;"><b><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"></span></span></b></div><div><b><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">80 pagine, 18 euro</span></span></b></div><div style="text-align: left;"><b><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><br /></span></span></b></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">“Pensando al futuro, anche gli eroi dei fumetti (non soltanto bonelliani) hanno il dovere di scendere in campo”, scrive Davide Bonelli nella sua introduzione al volume, intitolata “I quattro cavalieri”. Gli eroi che scendono in campo, “uniti per il pianeta” (appunto), sono in effetti quattro: Nathan Never (il personaggio di punta, che ospita gli altri) Legs Weaver, Martin Mystère e Mister No (in copertina Legs non c’è, rappresentata evidentemente da Nathan). Tuttavia della squadra fa parte anche Greta Suzuki (il nome di battesimo immagino non sia stato scelto a caso, viste le tematiche ambientaliste), definita “la maggior esperta mondiale di problemi ecologici” dei tempi dell’Agenzia Alfa e della Planet Earth Geographic Society (siamo dunque nel futuro). Il fattore tempo è determinante perché, per risolvere una grave minaccia all’equilibrio naturale terrestre, l’equipe deve viaggiare attraverso le epoche e contattare prima Mister No, nell’Amazzonia del ventesimo secolo, poi Martin Mystère nella New York del Ventunesimo, dando vita a un vero e proprio team up. Bepi Vigna, chiamato a gestire l’incontro fra personaggi così diversi e dei loro rispettivi mondi, se la cava piuttosto bene, coadiuvato dai tre disegnatori che lo affiancano (ciascuno alle prese con le tavole dedicate in prevalenza a un eroe piuttosto che a un altro). La brava colorista Daria Cerchi riesce a dare omogeneità alla narrazione grafica affidata a mani diverse. Le sessantaquattro tavole a fumetti di “Uniti per il pianeta” rientrano nellaproduzione bonelliana di volumi realizzati in collaborazione con enti, associazioni, organizzazioni, agenzie, come l’ESA. Basterà qui ricordare quelli in cui Nathan Never ha incontrato l’astronauta Luca Parmitano, ma anche altri personaggi hanno sponsorizzato campagne di sensibilizzazione su temi sociali, scientifici, culturali, ambientalisti, umanitari, a partire dalla promozione gratuita offerta da Sergio Bonelli alla LIPU, o all’iniziativa “Droga out” che vide testimonial Dylan Dog. In questo caso, “Uniti per il pianeta” reca in copertina l’egida del MITE (Ministero della Transazione Ecologica) e presenta una appendice saggistica sul cambiamento climatico.</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><br /> </span></span></div>Moreno Burattinihttp://www.blogger.com/profile/13164359887625776766noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8903068086679230084.post-83975795906914238542024-03-10T12:01:00.000-07:002024-03-10T12:01:33.951-07:00VIVO O MORTO!<div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;"> </span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;"> </span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;"> </span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;"> </span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;"> </span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;"> </span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjgzcxTzCOHWpuIExUZc11cEVxHpylpJGg8IkZB-Y5tSRIyWdg_F9YvudBil2VF_EuIMgnMbbg3uJKoKfgUMdQAcOOje8DGZlXY0bPomTE5lajYz3lF4ozOELdKKTjyCQb_fg6hGrpEtnlEg9hBEExU7NLwzJJwmmil6ftylrKGO6FF8LOAZK9YrPkyDIY" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="2016" data-original-width="1512" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjgzcxTzCOHWpuIExUZc11cEVxHpylpJGg8IkZB-Y5tSRIyWdg_F9YvudBil2VF_EuIMgnMbbg3uJKoKfgUMdQAcOOje8DGZlXY0bPomTE5lajYz3lF4ozOELdKKTjyCQb_fg6hGrpEtnlEg9hBEExU7NLwzJJwmmil6ftylrKGO6FF8LOAZK9YrPkyDIY=w480-h640" width="480" /></a></div><br /> </span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;"><b>Mauro Boselli<br />Roberto De Angelis<br />VIVO O MORTO!<br />Sergio Bonelli Editore<br />Cartonato, 2023<br />258 pagine, 28 euro<br /></b><br />Nel novembre del 2018 fece la sua prima apparizione nelle edicole italiane una nuova collana riservata a Tex, dedicata alle avventure giovanili del personaggio creato da Giovanni Luigi Bonelli nel 1948 (si festeggiavano per l’appunto i settanta anni di vita editoriale di Aquila della Notte), curata (e in gran parte sceneggiata) da Mauro Boselli. Lo spin-off venne intitolato, per differenziarlo dalla testata madre, “Tex Willer”. La foliazione era più agile, sole 64 tavole a fumetti contro le 110 della serie regolare. Ma, soprattutto, oltre alla più giovane età del protagonista era diverso il ritmo, il mood narrativo. Il giovane Tex è scavezzacollo, vive avventure rocambolesche, serrate come erano, anche in ragione del minor spazio concesso dal formato a strisce delle origini, gli episodi degli anni Quaranta e Cinquanta. L’operazione si rivela fortunata, riscontrando l’apprezzamento del pubblico. Nel 2021, la Sergio Bonelli Editore comincia a raccogliere e riproporre in una collana cronologica di volumi cartonati destinati alla distribuzione in libreria le tavole degli albi da edicola, in prima edizione a colori, in bianco e nero nelle successive (il volume del 2023 fotografato nelle mie mani che vedete in apertura è una terza edizione del giugno 2023). Scrive Mauro Boselli nella sua introduzione intitolata “Quando il West era giovane”: “Il Tex che conosciamo ha 45 anni, ed è vedovo, con un figlio grande. I suoi lettori affezionati, però, conservano indelebile, nella memoria e nell’anima, il ricordo del giovane scatenato che era: le due immagini, il fuorilegge coraggioso ingiustamente perseguitato e l’odierno ranger e capo Navajo, si sovrappongono, concorrendo entrambe al fascino del personaggio”. Le avventure del Tex ventenne riempiono gli spazi vuoti lasciati da Giovanni Luigi Bonelli nella sintesi delle sue prime sceneggiature: per esempio, in “Vivo o morto!” scopriamo gli antefatti della vignetta d’esordio del personaggio, quella in cui il giovane ricercato si chiede se i cavalieri che vede giungere sulla sua pista siano gli uomini di un certo sceriffo, e ci vengono fornite esaustive spiegazioni circa i precedenti dell’indianina Tesah (fortunatamente con le cosce scoperte prima della censura imposta nelle ristampe degli anni Cinquanta dal famigerato marchio “Garanzia Morale”). In avventure successive vediamo in azione anche Kit Carson, Mefisto, Montales, Cochise, anch’essi con venticinque anni di meno. Questo primo volume raccoglie quattro albi di “Tex Willer”, illustrati da uno strepitoso Roberto De Angelis, che già si era cimentato con successo con Aquila della Notte nel 2004 con il diciottesimo “Texone” (“Ombre nella notte”, testi di Claudio Nizzi). Tuttavia, in quel caso, era ancora un illustre ospite in prestito dalla serie di Nathan Never. Con “Vivo o morto!” il passaggio al western è (o sembra) definitivo: De Angelis sembra tuttavia non aver fatto altro.</span></span></div>Moreno Burattinihttp://www.blogger.com/profile/13164359887625776766noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8903068086679230084.post-21214939740781706602024-03-09T10:40:00.000-08:002024-03-09T10:40:34.794-08:0029 STORIE BREVI<div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"> </span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"> </span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhETR7sEV0fs8ectb8JnjqLWWpxGdLLzWA2AlQcGtn5RxDFs0f5op--FwXe3VCvzPWSS_A9Ik38lpWQYuCGz2ZFrkYWW7QOSBJ55Oz8AIFxUZcOTPdkJ6-zYKM1T0wwdYP8kk7RsQtLXCCA1o8DefvgEySM1FMjrMdknM4eZFqYXOF6MosJxXDvHbiMZIc" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="2016" data-original-width="1512" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhETR7sEV0fs8ectb8JnjqLWWpxGdLLzWA2AlQcGtn5RxDFs0f5op--FwXe3VCvzPWSS_A9Ik38lpWQYuCGz2ZFrkYWW7QOSBJ55Oz8AIFxUZcOTPdkJ6-zYKM1T0wwdYP8kk7RsQtLXCCA1o8DefvgEySM1FMjrMdknM4eZFqYXOF6MosJxXDvHbiMZIc=w480-h640" width="480" /></a></div><br /></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><br /></span></span></div><div style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">Ferdinando Tacconi</span></span></b></div><div style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">29 STORIE BREVI</span></span></b></div><div style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">Allagalla</span></span></b></div><div style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">Cartonato, 2022</span></span></b></div><div style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">268 pagine, 40 euro</span></span></b></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><br />Se dovessi riassumere l’opera a fumetti di Ferdinando Tacconi con uno slogan, sceglierei il titolo, molto brillante, usato da Gianni Bruno nel suo testo introduttivo a questo volume Allagalla: “Un uomo per tutte le collane”. Infatti, se talvolta si tende a identificare un autore con un personaggio, o con un genere, con Tacconi la cosa è difficile se non impossibile. Al limite, lo si potrebbe legare alla sua passione per gli aerei (di cui era un vero esperto). Per il resto, il disegnatore milanese (1922-2006), attivo a partire da 1946 (come copertinista per la Mondadori), ha giocato sui campi di tutte le squadre e in ogni campionato. Nel 1948 illustra i suoi primi fumetti per l’editore Giurleo: “Morgan il Corsaro”, “Jack il pilota” e “Miss Diavolo”. Passa poi nella scuderia di Tristano Torelli per le assai più impegnativa serie di “Nat del Santa Cruz” e “Sciuscià”. La facciamo breve: dopo questi promettenti esordi, eccolo incontrare Rinaldo Dami e Giorgio Bellavitis, che facevano gli agenti per i disegnatori italiani al lavoro in Gran Bretagna, e quindi collaborare con vari editori inglesi. Spiega Alfredo Castelli in un altro articolo dell’apparato critico a corredo del volume: «Per un lungo periodo aveva vissuto a Londra, dove aveva dato inizio a una lunga collaborazione con la Casa editrice Fleetway, la maggior produttrice (e la miglior pagatrice, tanto che molti disegnatori italiani e spagnoli cominciarono a collaborarvi) di storie a fumetti d’oltremanica; si era specializzato soprattutto in storie di guerra per la “War Picture Library” (la nostra “Collana Eroica”). Nel 1955-56 aveva addirittura disegnato Jeff Hawke in una serie a colori per il pubblico giovanile pubblicata dall’ “Express Weekly”, ottenendo l’apprezzamento di Sydney Jordan, il creatore del personaggio, che molti anni dopo ha voluto conoscerlo personalmente per complimentarsi con lui». Negli anni Settanta, Ferdinando Tacconi torna a lavorare in Italia e proprio con Castelli realizza la lunga e fortunata serie de “Gli Aristocratici” pubblicata sul “Corriere dei Ragazzi”, testata per la quale illustra anche decine di storie brevi raccontando fatti della storia. Ma c’è anche un Tacconi copertinista e fumettista per Renzo Barbieri e la sua produzione erotica (“Fiabe proibite”, “Il dottor Barnard”). Così come lo troviamo attivo su “Il Giornalino” (ne parla Stefano Gorla in ulteriore articolo che intervalla le sezioni del volume), spesso su testi di Gino d’Antonio. E come tacere del Tacconi “bonelliano”, a partire da ben due storie della collana “Un uomo un’avventura”? Troviamo il suo nome su molti albi di Dylan Dog e di Nick Raider (di cui, secondo me, il miglior interprete). A chiusura del volume Allagalla c’è un commento di Luigi Siniscalchi, che spiega il suo punto di vista (di disegnatore) sull’arte di Tacconi: «Negli anni Ottanta cercavo di capire, scandagliando tra i segni, le tecniche per disegnare fumetti. Rimasi subito attratto da quella pennellata sicura e veloce che contornava personaggi e parte degli ambienti, con l’aggiunta di grosse campiture di nero. La rigidità precisa degli oggetti e delle onomatopee mi suggeriva che i passaggi e il cambio di strumenti per inchiostrare erano più di uno. I grafismi necessari a personalizzare quel segno sono imprevedibili e servono a creare le masse, i volumi dei visi, dei panneggi e tutto quello che ha bisogno di una caratterizzazione». Tacconi anche maestro e punto di riferimento, dunque. Il multiforme ingegno dell’autore è ben rappresentato da questa antologia di storie degli anni Settanta e Ottanta pubblicate quasi tutte (tranne poche eccezioni) sul “Corriere dei Ragazzi” e sul “Giornalino”. Tra gli autori delle sceneggiature troviamo, oltre al già citato Castelli, anche Claudio Nizzi (a sua volta autore di un breve saggio che racconta dei suoi rapporti con Ferdinando), ma pure Mino Milani, Pier Carpi, Giorgio Pezzin e molti altri.</span></span></div><p> </p>Moreno Burattinihttp://www.blogger.com/profile/13164359887625776766noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8903068086679230084.post-42876045690409303382024-03-08T04:34:00.000-08:002024-03-08T04:38:14.046-08:00TODO MODO<div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;"><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgzMYnFjG8r9lGeVygxTknwNvSJvJvrESvDI_yvQlFGtR05XyUE1CyrGpmBNWhODCRuuCvSv8-TmkVtOY3U-6xUwIm-ce8kDXpldkZalKK8glPNB5Hn80eSxMeKc5yflCa5wJMVJXAQmoSjYtMooNFq-rn_sgR-PJsQIGmEdokMi_MoDrhOscXlgGFiqvU" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="1562" data-original-width="1000" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgzMYnFjG8r9lGeVygxTknwNvSJvJvrESvDI_yvQlFGtR05XyUE1CyrGpmBNWhODCRuuCvSv8-TmkVtOY3U-6xUwIm-ce8kDXpldkZalKK8glPNB5Hn80eSxMeKc5yflCa5wJMVJXAQmoSjYtMooNFq-rn_sgR-PJsQIGmEdokMi_MoDrhOscXlgGFiqvU=w411-h640" width="411" /></a></div><br /></span></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;"><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;"> </span></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;"><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;"> </span></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;"><b><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;">Leonardo Sciascia</span><br style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;" /><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;">TODO MODO</span><br style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;" /><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;">Adelphi</span><br style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;" /><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;">brossurato, 2003</span><br style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;" /><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;">124 pagine, 10.45 euro</span></b><br style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;" /><br style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;" /><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;">Credo sia impossibile recensire efficacemente “Todo modo” di Leonardo Sciascia (senza pretendere che queste mie brevi annotazioni si possano dire a pieno titolo recensioni e men che mai efficaci) evitando di accennare al finale e dunque di svelarlo facendo quel che si suole dire “dello spoiler”, peccato tanto più grave quando si tratta di un giallo. Tuttavia, è sommamente vero che il romanzo non si esaurisce nel suo risvolto poliziesco, e forse (anzi, sicuramente) questo aspetto è ciò che meno importa all’autore. Quindi, il fatto di conoscere come va (o non va) a finire non dovrebbe scoraggiare nessun lettore, di certo in grado di apprezzare comunque tutto il resto. Dunque, mettiamoci d’accordo: questa arzigogolata premessa valga come avviso contro lo spoiler: qui di seguito rivelerò il nome dell’assassino (e cercherò di spiegare perché non possa fare a meno di argomentarci sopra). </span></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;"><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;">Cominciamo dall’autore e dal titolo. Leonardo Sciascia (1921-1989) intitolò così il suo quinto romanzo, ambientato negli anni Settanta e uscito nel 1974 (il primo, “Il giorno della civetta”, è del 1961) utilizzando l’inizio di una citazione dagli “Esercizi spirituali” di Sant’Ignazio di Loyola, il fondatore dei Gesuiti: "todo modo para buscar la voluntad divina" cioè "ogni mezzo per cercare la volontà divina". Degli insoliti “esercizi spirituali” che coinvolgono amministratori, notabili e uomini d’affari, sotto la guida dell’ineffabile don Gaetano (vero protagonista del racconto) fanno per l'appunto da sfondo all’intero romanzo, a significare evidentemente la commistione tra la Chiesa e la politica. Il punto di vista laico e non compromesso, quello di Sciascia parrebbe di poter dire, è rappresentato dall’io narrante, di cui si sa soltanto che è un famoso pittore, uomo curioso oltre che di cultura, attento osservatore della realtà come si richiede appunto da chi faccia il suo mestiere. </span></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;"><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;">Lo scenario è quello di un moderno albergo costruito inglobando un antico romitorio, l’Eremo di Zafer (sulla cui ubicazione non ci sono indizi). Qualcuno fra i commentatori ha notato che negli anni Sessanta e Settanta a Zafferana Etnea si ritiravano periodicamente in ritiro, per così dire, spirituale i maggiorenti della Democrazia Cristiana. Lecito dunque ipotizzare un riferimento con gli “esercizi spirituali” di una settimana organizzati ogni anno da don Gaetano, costruttore dell’albergo (e di altre strutture simili, a dimostrazione della sua abilità nell’avere le mani in pasta e nel saper gestire gli affari mondani oltre quelli religiosi). Invitati a prendervi parte sono un gruppo di esponenti dei potentati, ministri e cardinali e via via scendendo fino a direttori di banca, avvocati e imprenditori. Per alcuni di loro, non si sa chi, è l’occasione per far alloggiare nell’hotel anche le amanti (e infatti il pittore nota cinque donne sole, dall’espetto provocante e appariscente, che già alloggiano nell’Eremo di Zafer prima ancora che arrivino gli ospiti, e si tratta di persone non registrate alla reception: don Gaetano chiude un occhio). Per tutti, la settimana serve a concordare affari, spartirsi mazzette, chiedere e scambiare favori. Il pittore finisce per caso nell’albergo: cerca un luogo per sostare una notte durante un viaggio, viene a sapere del raduno che sta per aver luogo e, incuriosito, chiede a don Gaetano di potersi trattenere qualche giorno in più nonostante la struttura non sia, per la settimana degli “esercizi”, aperta al pubblico. Le conversazioni fra il celebre artista e il prete, che dietro l’aspetto dimesso cela una cultura in grado di rivaleggiare con quella di dotti e porporati, sono affascinanti e inquietanti al tempo stesso, come gli occhiali pince nez che il religioso porta sul naso, identici a quelli indossati dal demonio in un antico dipinto custodito nel suo studio. Il romanzo si tinge di giallo allorché in una breve successione di pochi giorni vengono commessi due omicidi tra gli ospiti dell’hotel, e il procuratore Scalambri impedisce a chiunque di allontanarsi, dimostrandoti comunque soltanto in grado di scoprire, grazie a un Commissario che lo assiste, un giro di mazzette che la prima vittima, il senatore Michelozzi, stava distribuendo a tutti gli altri del gruppo. Nessun progresso invece sull’identità dell’assassino. Il pittore si rivela indagatore ben più dotato ma nulla rivela al lettore, se non che ha capito tutto in seguito a certi sopralluoghi alla ricerca di prove. Quali siano queste prove, però, non lo si sa. Anche se, a dire il vero, non mancano le allusioni. Il romanzo si conclude, in pratica, con un terzo omicidio: quello di don Gaetano. Un vero colpo di scena! Peccato che la soluzione del giallo, con la ricostruzione dei fatti e dei moventi, e la rivelazione del nome dell’assassino, o degli assassini, non ci sia. Qualcuno ha ipotizzato che l’io narrante sia il colpevole almeno dell’uccisione di don Gaetano, e appunto i suoi non detti, simili a quelli di Agatha Christie ne “L’assassinio di Roger Ackroyd”, nascondano le sue effettive mosse. In effetti il pittore, in una frase sibilliana che sembra detta per scherzo, dice di essere per l'apputo lui l'assassino. Io sono di parere diverso, ed ecco cosa ho annotato nel mio diario (da buon grafomane, ne tengo uno): «Finisco di leggere “Todo modo”, restando molto perplesso. Scrittura magnifica, personaggi interessanti, trama che invoglia a proseguire nella lettura, poi improvvisamente un finale aperto in cui tre delitti restano senza spiegazione e si dice espressamente che l’assassino non si troverà mai. Naturalmente capisco che a Sciascia interessi di più, o solamente, alludere al malaffare, ai delitti e agli intrighi del sottobosco della politica (ben rappresentati dal gran burattinaio don Gaetano, prete misterioso e affascinante nella sua ambiguità), di cui non si riesce mai a venire a capo, ma un giallo senza colpevole grida vendetta al cospetto di Dio. Secondo me, l’assassino è lo stesso don Gaetano che da ultimo si è suicidato, vistosi sul punto di venire coinvolto nello scandalo delle mazzette scoperto nel corso del romanzo. Del resto una pistola viene trovata accanto al suo cadavere, a poca distanza dalla sua mano (per di più, una pistola da tutti ricercata dopo il primo delitto, e misteriosamente scomparsa: adesso invece non è stata nascosta). L'ipotesi del suicidio viene fatta ma subigto scartata ma apparentemente soltanto perché non si infaghi il buon nme di don Gaetano o perché non si può ritenere un uomo di tanto spessore capace di una bassezza, ma il titolo del romanzo è "todo modo", "con ogni mezzo", anche quelli più estremi, e che c'è di più estremo del suicidio?». Sciascia comunque mette in bocca ai suoi personaggi due affermazioni: che la verità con sarà mai scoperta, ma anche che, come la “lettera rubata” di Edgar Allan Poe, è sotto gli occhi di tutti, ma nessuno la vede.</span><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;"><span> </span></span><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;"><span><br /></span></span></span></span></div>Moreno Burattinihttp://www.blogger.com/profile/13164359887625776766noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8903068086679230084.post-63181626690855569052024-03-04T07:29:00.000-08:002024-03-04T07:37:34.864-08:00L’OCEANO DEI VELENI<div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"> </span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><br /></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEi10RtJowyX_WPzG5PXE5TLgCVSTYOv84WXOLr1UqwMo0JescAcmrhVC0lOTPm5BKR0NTCJlsI-2W_okRNv3OMuHRtdLABaEDI5ZibyImxmz5xZswVu_JgkhKHtTpSbCf3dN5PpOU999Ajwnxo_TfDWbsV4dSh3o9lPE8wgVYlNpgNEun1W7ZwXz3-3JHA" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="2016" data-original-width="1512" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEi10RtJowyX_WPzG5PXE5TLgCVSTYOv84WXOLr1UqwMo0JescAcmrhVC0lOTPm5BKR0NTCJlsI-2W_okRNv3OMuHRtdLABaEDI5ZibyImxmz5xZswVu_JgkhKHtTpSbCf3dN5PpOU999Ajwnxo_TfDWbsV4dSh3o9lPE8wgVYlNpgNEun1W7ZwXz3-3JHA=w480-h640" width="480" /></a></div><br /></span></span></div><div style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">Alfredo Castelli</span></span></b></div><div style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">Giancarlo Alessandrini</span></span></b></div><div style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">L’OCEANO DEI VELENI</span></span></b></div><div style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">Sergio Bonelli Editore</span></span></b></div><div style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">Cartonato, 2022</span></span></b></div><div style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">242 pagine, 24 euro</span></span></b></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><br />Questa lunga storia del Detective dell’Impossibile, raccolta in un unico volume cartonato destinato alla distribuzione libraria, apparve per la prima volta in edicola tra l’aprile e il giugno del 1991 sugli albi mensili n° 109, 110 e 111 di Martin Mystère. Secondo Alfredo Castelli (1947-2024), autore (oltre che della sceneggiatura) di una esaustiva presentazione, si tratta del capolavoro grafico di Giancarlo Alessandrini (1950) per il suo “uso dei bianchi e dei neri davvero sapiente”. Si potrebbe discutere se in altri casi Alessandrini sia stato ancora più sapiente, ma che le tavole de “L’oceano dei veleni” siano magistrali non c’è alcun dubbio. Colpisce l’aneddoto che Castelli racconta a proposito dell’ingresso del disegnatore nello staff del “Corriere dei Ragazzi”, nella cui redazione i due si incontrarono. Correva l'anno 1972, e Giancarlo era venuto a Milano accompagnando un professionista già affermato che cercava lavoro. Lui, poco più che ragazzino, aveva portato dei suoi schizzi per farsi dare dei consigli da qualcuno degli illustratori che fossero stati presenti in sede. Risultato, il professionista viene bocciato, mentre del ragazzino Aldo Di Gennaro dichiara: “Ehi! Abbiamo qui un talento naturale!”. Così Alessandrini torna a casa con già una prima sceneggiatura da disegnare. “L’oceano dei veleni” riporta Martin Mystère sulle isole del Pacifico (il primo arcipelago nelle cui acque cui vediamo il Detective dell’Impossibile, una volta tanto in vacanza, immergersi con Java per fare riprese subacquee è quello delle Samoa), e non mancano i riferimenti a precedenti avventure in Oceania, che spiegano il legame psichico </span></span><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">che si stringe fra lui e un nativo </span></span><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">(siamo in zona “terzo occhio”, quella “mistica” della saga martinmysteriana), legame da cui prende le mosse il coinvolgimento del BVZM in un losco intrigo internazionale. Siamo ancora in clima di Guerra Fredda e c’è di mezzo il recupero di un satellite americano che non avrebbe dovuto esserci, abbattuto in mare da un satellite killer sovietico, il quale a sua volta non avrebbe dovuto esserci. Però le cose si complicano allorché quale nave incaricata dell’operazione viene scelta una utilizzata da compagnie senza scrupoli per seppellire nelle profondità oceaniche rifiuti tossici, che devono essere rapidamente affondati in basse acque coralline. Da qui una strage di nativi, che nessuno bloccherebbe se Martin non intervenisse. La sceneggiatura di Castelli trae origine da un soggetto” di Elio Ottonello (1954), laureato in biologia marina, scrittore di romanzi, attivo collaboratore del BVZA quando si tratta di indagare sui misteri del mare (suoi gli spunti di altre storie mysteriose sull’argomento). Una piacevole e avvincente rilettura. Ah, ci sono due vignette con Diana in topless (all'epoca si poteva). Stefania Divertito e Marco Gisotti, giornalisti ambientali, firmano, in apertura di volume, un saggio di approfondimento scientifico sull'inquinamento degli oceani.<br /></span></span></div><p style="text-align: left;"><br /></p>Moreno Burattinihttp://www.blogger.com/profile/13164359887625776766noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8903068086679230084.post-29988357451138103502024-03-03T10:52:00.000-08:002024-03-03T10:57:24.355-08:00BOUNTY HUNTERS<div style="text-align: left;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;"><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;"> </span></span></span></div><div style="text-align: left;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;"><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhSWGG-nRJfRSpHtin8-NoU5fPOvfKfIESr91HiprglTPQ5IWhqgF-YGU4aKM3GX0TB2Z2T9lMshH3IowZDtkEKU6In_RIvBw9g9115fajm3DNu76r_QIaxWCGZRjvuN9uHYBxG_yc3DVhofSGTrOQqVmT6ISGKc8Bv7cpkevBgLSyndZBayb0D9RnmHRM" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="2016" data-original-width="1512" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhSWGG-nRJfRSpHtin8-NoU5fPOvfKfIESr91HiprglTPQ5IWhqgF-YGU4aKM3GX0TB2Z2T9lMshH3IowZDtkEKU6In_RIvBw9g9115fajm3DNu76r_QIaxWCGZRjvuN9uHYBxG_yc3DVhofSGTrOQqVmT6ISGKc8Bv7cpkevBgLSyndZBayb0D9RnmHRM=w480-h640" width="480" /></a></div></span></span></span></div><div style="text-align: left;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;"><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;"><br /></span></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;"><b><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;">Pasquale Ruju</span><br style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;" /><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;">Massimo Rotundo</span><br style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;" /><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;">BOUNTY HUNTERS</span><br style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;" /><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;">Sergio Bonelli Editore</span><br style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;" /><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;">cartonato, 2024</span><br style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;" /><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;">52 pagine, 9.90 euro</span></b><br style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;" /><br style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;" /><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;">Per me, il nome di Massimo Rotundo resterà per sempre legato al graphic novel post apocalittico "Il pescatore", sceneggiato da Riccardo Barreiro e pubblicato ne "Gli albi di Orient Exress" dopo essere apparso su rivista nel 1983. Una di quelle letture che lasciano il segno, che si riprendono in mano più volte nel corso degli anni. Mi sono sempre chiesto perché non ne sia nata una intera serie. Ma anche Sera Torbara, del 1987, personaggio di ambientazione storica ottocentesca sceneggiato da Giuseppe Ferrandino, è stato una gioia per gli occhi. Ho apprezzato gli "Ex Libris Eroticis" e naturalmente ho seguito Rotundo in Bonelli su Brendon, Volto Nascosto e Shangai Devil. Sono stato felice di vederlo arrivare a Tex, e quindi lieto di vederlo all'opera su questo nuovo cartonato "alla francese" di Aquila della Notte di cui ha realizzato, oltre ai disegno, anche i colori. "Alla francese" per formato, policromia, scansione narrativa e taglio delle tavole, ma distribuito "all'italiana" in edicola, a un prezzo che, rapportato alle caratteristiche editoriali, è quanto di più concorrenziale si possa desiderare. La sceneggiatura, firmata dal veterano Pasquale Ruju, è quanto di più classico si possa immaginare: un bandito in fuga in territorio messicano, Tex che lo cattura, un gruppo di bounty killers che fanno comunella per soffiargli la preda prima che venga riportata oltre il confine americano e consegnata a uno sceriffo. Che bello però se il prossimo lavoro di Rotundo fosse una miniserie con protagonista il Pescatore o Sera Torbara.</span></span></span></div>Moreno Burattinihttp://www.blogger.com/profile/13164359887625776766noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8903068086679230084.post-43924661714088208172024-02-25T03:14:00.000-08:002024-02-25T03:14:49.183-08:00L'OMBRA DEL PIPISTRELLO<p><br /></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEi-67U0r4bgsKYdaiOfT569kSIvSVnETybO6RqMmbyqmAjoC_9s02LQbx_4b76HjmhXyeZpNWP3BjGy8FGylnOpe5reM-Yz0cD8QGnC_P-BizVkl8eI6o0iuxuilso-tvI1ZWO0Lvq-Dmo-vFNY8Cj0VGRLb2d8sOgqZC3zOtYYfwrLK9x6It8oxIw7JN8" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="2016" data-original-width="1512" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEi-67U0r4bgsKYdaiOfT569kSIvSVnETybO6RqMmbyqmAjoC_9s02LQbx_4b76HjmhXyeZpNWP3BjGy8FGylnOpe5reM-Yz0cD8QGnC_P-BizVkl8eI6o0iuxuilso-tvI1ZWO0Lvq-Dmo-vFNY8Cj0VGRLb2d8sOgqZC3zOtYYfwrLK9x6It8oxIw7JN8=w480-h640" width="480" /></a></div><br /> <p></p><div class="xdj266r x11i5rnm xat24cr x1mh8g0r x1vvkbs x126k92a" style="-webkit-text-stroke-width: 0px; caret-color: rgb(5, 5, 5); color: #050505; font-family: system-ui, -apple-system, BlinkMacSystemFont, ".SFNSText-Regular", sans-serif; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; margin: 0px; overflow-wrap: break-word; text-align: justify; text-decoration: none; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: pre-wrap; word-spacing: 0px;"><div style="font-family: inherit;"><b><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">Roberto Recchioni</span></span></b></div><div><b><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">Werther Dell'Edera</span></span></b></div><div><b><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">Gigi Cavenago</span></span></b></div><div><b><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">L'OMBRA DEL PIPISTRELLO</span></span></b></div><div><b><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">Sergio Bonelli Editore </span></span></b></div><div><b><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">cartonato, 2023</span></span></b></div><div><b><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">218 pagine, 26 euro</span></span></b></div></div><div class="x11i5rnm xat24cr x1mh8g0r x1vvkbs xtlvy1s x126k92a" style="-webkit-text-stroke-width: 0px; caret-color: rgb(5, 5, 5); color: #050505; font-family: system-ui, -apple-system, BlinkMacSystemFont, ".SFNSText-Regular", sans-serif; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; margin: 0.5em 0px 0px; overflow-wrap: break-word; text-align: justify; text-decoration: none; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: pre-wrap; word-spacing: 0px;"><div style="font-family: inherit;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">Sergio Bonelli Editore e DC Comics insieme per realizzare tre team up fra alcuni dei loro personaggi: abbiamo visto una storia in cui Zagor incontra Flash, una seconda dove Nathan Never si unisce alla Justice League ed ecco la terza con Dylan Dog e Batman alleati per far fronte a minacce comuni. Tra le tre avventure, pensate per allargare le rispettive platee oltre che per divertire, questa con l'Indagatore dell'Incubo e il Cavaliere Oscuro è quella in cui si avverte meno la distanza tra il modo di raccontare dei comics americani e lo standard bonelliano. Se "La scure e il fulmine" (2022) assomigliava più a un fumetto DC, nel format grafico e narrativo (e cioè sembrava più una storia di Flash che una di Zagor, pur nel rispetto dell'eroe nolittiano), "L'ombra del pipistrello" potrebbe, per molti versi (anche se, inevitabilmente, non in tutti), apparire pienamente una avventura di Dylan, pur sui generis, dato che siamo stati abituati alle più diverse interpretazioni grafiche dell'inquilino di Craven Road e quella di Gigi Cavenago e Werther Dell'Eders non è certo la più fuori registro che ci è stata proposta. Ma, allo stesso tempo, anche i lettori americani potrebbero dire lo stesso, immagino, della versione di Batman che lo staff italiano ha confezionato per loro. Impresa di non poco conto. Tanto di cappello, peraltro, a Roberto Recchioni che, dimostrando di conoscere bene tanto Dylan quanto Bruce Wayne, riesce magistralmente a fondere i rispettivi universi, per cui a incontrarsi non solo soltanto i due titolari di testata ma anche i loro rispettivi più grandi nemici, Xabaras e il Joker. E non finisce qui: del cast fanno parte Bloch e l'omologo commissario Gordon, Groucho e Alfred Pennyworth (il maggiordono di Bruce Wayne), Killer Croc (alias Waylon Jones) e Killex, Madam Trelkovski e John Constantine, che mandano Dylan Dog all'inferno (nel senso letterale dell'espressione) per controllare se un trapassato sia ancora al proprio posto o qualcuno, come purtroppo è, lo abbia fatto risorgere. Ci imbattiamo pure in Jason Blood, parte umana del demone Etrigan, e dopo aver visitato Londra veniamo trasportati anche a Gotham City (sì, l'Indagatore dell'incubo prende anche l'aereo, eccezionalmente). La scena più divertente, per me, resta quella in cui Dylan va a letto con Selina Kyle, senza sospettare (almeno così sembra) che si tratti di Catwoman, neppure quando lei lo graffia. Certo, chi non conosca bene l'universo DC e poco o nulla sappia dei personaggi che Batman si porta dietro andando a suonare il campanello di Craven Road potrebbe fare un po' di fatica a barcamenarsi ma, tutto sommato, l'avventura è godibile anche per i non adepti. Brillanti i dialoghi, le battute di Groucho fanno ridere, Dylan sopravanza Batman quanto a ironia e autoironia, il Pipistrello del resto fa il Cavaliere Oscuro come da contratto, i rispettivi nemici sono tutti temibili e non ci sono primi della classe. Esperimento, dunque, perfettamente riuscito.</span></span></div></div>Moreno Burattinihttp://www.blogger.com/profile/13164359887625776766noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8903068086679230084.post-87510809984084106802024-02-24T03:58:00.000-08:002024-02-24T03:59:51.503-08:00BREVIARIO SUL FUMETTO ITALIANO (A-B-C)<p><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline !important; float: none; font-family: system-ui, -apple-system, "system-ui", ".SFNSText-Regular", sans-serif; font-size: 15px; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; orphans: 2; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;"><br /></span></p><p><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline !important; float: none; font-family: system-ui, -apple-system, "system-ui", ".SFNSText-Regular", sans-serif; font-size: 15px; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; orphans: 2; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjpjAFR0wJzB7exjPh9_X_tMM5o_UHrzhIBxbDrJjC0xz8LVxeGR31INyPp1_Ovq__8AirKgm8MPGg_E2zpNjBeKnqi_H5IIZkO1t7d7BTkWeQAoCxE7zEy3MOWRfciKqebDAOkVl0jFWGYF8zAppstsHv1nALleWFZAdsUfTZAN_gGQM4T5iNj6A1sBNM" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="1126" data-original-width="1688" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjpjAFR0wJzB7exjPh9_X_tMM5o_UHrzhIBxbDrJjC0xz8LVxeGR31INyPp1_Ovq__8AirKgm8MPGg_E2zpNjBeKnqi_H5IIZkO1t7d7BTkWeQAoCxE7zEy3MOWRfciKqebDAOkVl0jFWGYF8zAppstsHv1nALleWFZAdsUfTZAN_gGQM4T5iNj6A1sBNM=w640-h426" width="640" /></a></div><br /><p></p><div style="text-align: left;"><b><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline !important; float: none; font-family: georgia; font-size: 15px; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;"><br /></span></b></div><div style="text-align: justify;"><b><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline !important; float: none; font-family: georgia; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;"><span style="font-size: medium;">Saverio Ceri</span></span></b></div><div style="text-align: justify;"><b><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline !important; float: none; font-family: georgia; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;"><span style="font-size: medium;">Francesco Manetti</span></span></b></div><div style="text-align: justify;"><b><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline !important; float: none; font-family: georgia; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;"><span style="font-size: medium;">BREVIARIO SUL FUMETTO ITALIANO (A-B-C)</span></span></b></div><div style="text-align: justify;"><b><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline !important; float: none; font-family: georgia; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;"><span style="font-size: medium;">Phasar Edizioni</span></span></b></div><div style="text-align: justify;"><b><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline !important; float: none; font-family: georgia; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;"><span style="font-size: medium;">brossurato, 2024</span></span></b></div><div style="text-align: justify;"><b><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline !important; float: none; font-family: georgia; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;"><span style="font-size: medium;">154 pagine, 15 euro <br /></span></span></b></div><div style="text-align: justify;"><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline !important; float: none; font-family: georgia; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;"><span style="font-size: medium;"> </span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline !important; float: none; font-family: georgia; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;"><span style="font-size: medium;">La scritta "A-B-C" in copertina indica che si tratta soltanto dell</span></span><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline !important; float: none; font-family: georgia; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;"><span style="font-size: medium;">a prima parte del "Breviario sul fumetto italiano", scritto da Francesco Manetti e Saverio Ceri e curato da Nicola Magnolia per la Phasar Edizioni (la stessa casa editrice che aveva pubblicato dello stesso terzetto il Dylan Dog Index 1-25 nel 2018). Nel loro illustratissimo e agile prontuario enciclopedico Manetti e Ceri raccolgono le schede di oltre 2.500 personaggi del fumetto italiano, coprendo un periodo che va dagli albori (dicembre 1908, quando uscì il primo numero del "Corriere dei Piccoli") fino al 31 dicembre 2019, quando il fumetto di casa nostra, al termine degli anni 10 del XXI secolo, compiva esattamente 111 anni. L'intento dei due autori, artefici in passato della rivista "Dime Press" e gestori del blog "Dime Web" che ne ha raccolto l'eredità, è ambizioso: censire il maggior numero possibile di personaggi e serie a fumetti di autori italiani offrendo brevi note al riguardo in grado di indirizzare verso maggiori approfondimenti senza distinguere il fumetto popolare da quello d'autore, nell'evidente convinzione che produzioni e autoproduzioni, testate sexy e serie per ragazzi, comics web e fanzine abbiano lo stesso diritto di venire citate, ricordate, censite. Si comincia con Nonna Abelarda, che scopriamo essere nata come nonna di Volpetto per poi vedersi cambiare il nipote in Soldino, baby Re di Bancarotta. Dato che c'è anche il mio Battista il Collezionista, non posso che dirmi soddisfatto. Si potrebbe obiettare che avendo Internet a disposizione un "breviario" del genere possa interessare solo gli irriducibili della carta. Non è vero: a parte che il ricorso alla Rete non esclude la consultazione cartacea, anche per orizzontarsi nel Web servono più spesso di quanto si creda le giuste dritte.<br /></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline !important; float: none; font-family: georgia; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;"><span style="font-size: medium;"><br /></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline !important; float: none; font-family: georgia; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;"><span style="font-size: medium;"><br /></span></span></div>Moreno Burattinihttp://www.blogger.com/profile/13164359887625776766noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8903068086679230084.post-39769127412250090812024-02-23T06:22:00.000-08:002024-02-23T06:22:23.808-08:00LA GIOVENTU’ DI MICKEY<div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"> </span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhjlBXv6CJPwqIlTvDn1wiJR1aVxetgwlT3zjKDogkBuJVeeu-Vnw8_mEHn2FUd8BeuvKzfP2W56Tt7WdTKr-mI4djG6W5CR7AhCBCswsM7wHB1WM3Xp4JwTJAw1r35x2mPmq7VcUmgRo4_37bPqzIi8eOg-UjBOV9KoZ-VBjOY_-Gvbs0j2ASbsDeSD1Y" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="2016" data-original-width="1512" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhjlBXv6CJPwqIlTvDn1wiJR1aVxetgwlT3zjKDogkBuJVeeu-Vnw8_mEHn2FUd8BeuvKzfP2W56Tt7WdTKr-mI4djG6W5CR7AhCBCswsM7wHB1WM3Xp4JwTJAw1r35x2mPmq7VcUmgRo4_37bPqzIi8eOg-UjBOV9KoZ-VBjOY_-Gvbs0j2ASbsDeSD1Y=w480-h640" width="480" /></a></div><br /></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><br /></span></span></div><div style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">Tebo</span></span></b></div><div style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">LA GIOVENTU’ DI MICKEY</span></span></b></div><div style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">Panini Comics</span></span></b></div><div style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">cartonato, 2023</span></span></b></div><div style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">80 pagine, 16.50 euro<br /></span></span></b></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><br />Sempre deliziosi i volumi (veri e propri grahic novels) editi Oltralpe dalla Glénat in accordo con la Disney. Si tratta di cartonati da libreria nel classico formato “alla francese” affidati ad artisti a cui è concessa la facoltà di uscire, utilizzando il buon senso, dai paletti dell’ortodossia disneyana interpretando, o reinterpretando, i personaggi legati ai microcosmi di Topolinia e Paperopoli, perlopiù rifacendosi ai cartoni animati o alle strisce delle origini. Ne abbiamo già parlato in questo spazio, per esempio <a href="http://utilisputidiriflessione.blogspot.com/2024/02/mickeys-craziest-adventures.html">qui</a> e <a href="https://utilisputidiriflessione.blogspot.com/2023/01/alla-ricerca-della-felicita.html">qui</a> (cliccate sui “qui” colorati se volete leggere come). La reinterpretazione di Topolino da parte di Tebo (Caen, 1972) è piuttosto libera, rispetto al Mickey Mouse della tradizione: diciamo che un “altro” topo, anche se lo spirito avventuroso dei primi cartoni animati e delle prime strips è riconoscibile (come riconoscibili sono Minni, Gambadilegno, Pippo e Paperino che compaiono nel racconto). La prima stranezza è vedere un Topolino ormai vecchio che racconta la propria gioventù al pronipote Norberto, facendo sorgere nel ragazzino (sveglio ma disposto a farsi incantare dalla narrazione) il dubbio che il prozio si stia inventando tutto. A proposito di invenzioni, il Mickey di Tebo è un fantasioso inventore (di una pistola sparamaionese, di un casco a elica antipioggia, di un sommergibile il cui pilota viaggia a testa in giù, di un macchinario per fabbricare la cioccolata…), il che mi pare sia una trovata inedita che offre lo spunto per una serie infinita di gag attraverso gli anni che vanno dall’epoca del Far West fino a quella dell’esplorazione della Luna, passando attraverso la Prima Guerra Mondiale e il Proibizionismo (è vietato il cacao). Gag, va detto, molto divertenti. I disegni sono lontani dallo standard disneyano ma assolutamente deliziosi ed efficaci. Insomma, lettura consigliata a pieni voti anche ai lettori di provata fede Disney.</span></span></div><p style="text-align: left;"><br /></p>Moreno Burattinihttp://www.blogger.com/profile/13164359887625776766noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8903068086679230084.post-64950232820815466142024-02-22T10:16:00.000-08:002024-02-22T10:16:41.286-08:00IL VULCANO D'ORO<div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;"> </span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEh-lYmU_DdYurysO9pVNdEGHvRFTpgAWcNWnwtlvRfAp3axeI8SkHOSm8xI6YjvZWd_xQOc0kqVeEiFGhCHGjhiR493ycprfyaRQCfNdYdG7PaDpdtNSAvky_2dBXTxWx-zARX2rrjokPVG0ycqTastLFyVdbXTNtt5O75-yoPnyqklENwzvvVe1vEa6bk" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="1113" data-original-width="732" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEh-lYmU_DdYurysO9pVNdEGHvRFTpgAWcNWnwtlvRfAp3axeI8SkHOSm8xI6YjvZWd_xQOc0kqVeEiFGhCHGjhiR493ycprfyaRQCfNdYdG7PaDpdtNSAvky_2dBXTxWx-zARX2rrjokPVG0ycqTastLFyVdbXTNtt5O75-yoPnyqklENwzvvVe1vEa6bk=w421-h640" width="421" /></a></div><br /><b>Jules Verne<br />IL VULCANO D'ORO<br />Arnoldo Mondadori Editore<br />Collana Oscar Leggere i Classici<br />Prima edizione maggio1997<br />Traduzione di Pierluigi Pellini<br />brossurato - 320 pagine - lire 11.000</b><br /><br />Potrebbe sembrare strano che un romanzo così avventuroso e intrigante sia uno fra i meno conosciuti di Jules Verne (1828-1905). Una spiegazione, in realtà, c’è: “Il vulcano d'oro” è un racconto rimasto incompiuto, iniziato nel 1899 ma pubblicato postumo nel 1906, un anno dopo la morte dell’autore, in una versione pesantemente rimaneggiata dal figlio Michel. Soltanto nel 1989 è stata data alle stampe una versione filologica fedele al manoscritto originale, chiaramente ancora lontano dalla versione definitiva che Verne avrebbe voluto licenziare, senza revisione, e con alcune parti lasciate in bianco: le note finali di Olivier Dumas dell’edizione negli Oscar Mondadori provvedono a fare chiarezza in proposito. L’ambientazione è quella delle rive del fiume Klondike durante gli anni della Febbre dell’Oro. Come al solito, lo scrittore francese approfitta della trama avventura per far sfoggio di grande documentazione. Vengono fornite al lettore descrizioni puntali e didascaliche delle difficoltà del viaggio nel Grande Nord, della durezza della vita dei minatori, della bellezza straordinaria del selvaggio paesaggio. I protagonisti sono due cugini, Ben Raddle e Summy Skim, che ricevono un'inaspettata eredità: un lotto aurifero in una remota regione del Canada nord-occidentale, ai confini del Circolo Polare Artico. Ben è un ingegnere dotato di spirito avventuroso e trascina il riluttante Summy in un lunghissimo viaggio che inizialmente ha solo lo scopo di vendere il lotto ereditato, salvo poi il convincersi da parte dei due della convenienza di sfruttarlo. Infine, la spedizione diventa la ricerca del mitico Golden Mount, appunto il Vulcano d'Oro. L'incontro dei cugini con due donne (una, Jane, coraggiosa e determinata a diventare una cercatrice d'oro; l'altra, Edith, timida e introversa) rende più intrigante il susseguirsi di avventure. Leggiamo in quarta di copertina: “Alla trama avventurosa si intreccia una descrizione vivace della vita piena di stenti e delle passioni distruttrici dei cercatori d'oro; ma il tema principale, e tipicamente verniano, del libro è probabilmente la lotta dell'uomo, dell'esploratore, dell'ingegnere, contro le forze tremende di una natura avversa: la febbre dell'oro deve fare i conti con bufere di neve, alluvioni, eruzioni vulcaniche". Il romanzo di Verne ha sicuramente ispirato Claudio Nizzi nella sceneggiatura di una emozionante storia di Tex, “Il risveglio del vulcano”, del 1995. </span></span><br /></div>Moreno Burattinihttp://www.blogger.com/profile/13164359887625776766noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8903068086679230084.post-35232521832885871912024-02-18T03:14:00.000-08:002024-02-18T03:18:16.235-08:00MICKEY'S CRAZIEST ADVENTURES<p><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><span> <br /></span></span></span></p><div style="text-align: left;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><span><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhu9nyPoL1_wTJF6oSdtvV6CEAm0Rb33MvYYgJr1Ev7ll5oGUGrfoGGEtD7wdepK75ufF5ZFEg68J49rzbX7QqkgoWCHJRgqmxKXU3uuLW7RmFAwf07cE-dOPb3_dukAxLClHWxy8QGxKW86IpaO05xC31fzTqslvPnNUE0ZJsOLOJ7SejtY_9CzFEmc0Q" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="2016" data-original-width="1512" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhu9nyPoL1_wTJF6oSdtvV6CEAm0Rb33MvYYgJr1Ev7ll5oGUGrfoGGEtD7wdepK75ufF5ZFEg68J49rzbX7QqkgoWCHJRgqmxKXU3uuLW7RmFAwf07cE-dOPb3_dukAxLClHWxy8QGxKW86IpaO05xC31fzTqslvPnNUE0ZJsOLOJ7SejtY_9CzFEmc0Q=w480-h640" width="480" /></a></div><br /></span></span></span></div><div style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><span>Lewis Trondheim</span></span></span></b></div><div style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><span>Keramidas </span></span></span></b></div><div style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><span>MICKEY'S CRAZIEST ADVENTURES</span></span></span></b></div><div style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><span>Panini Comics</span></span></span></b></div><div style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><span>cartonato, 2023</span></span></span></b></div><div style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><span>50 pagne, 15 euro</span></span></span></b></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><span> </span></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><span>Ci erav</span></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><span>amo già imbattuti in Trondheim e Keramidas parlando di un altro volume (In realtà, precedente a questo) della collana "Disney Collection", che propone strepitosi volumi "alla francese", realizzati per l'appunto in Francia (anche se talvolta con il contributo di autori italiani), con protagonisti i personaggi dell'universo disneyano, reinterpretati in modo insolito, rispettoso (se non addirittura affettuoso) ma non canonico. I due autori di "Mickey's Craziest Adventures" sono gli stessi di "<a href=" https://utilisputidiriflessione.blogspot.com/2023/01/alla-ricerca-della-felicita.html">Alla ricerca delle felicità</a>" (cliccare per saperne di più) ed è la stessa la colorista Brigitte Findakly. </span></span></span><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><span> </span></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><span>Trondheim
e Keramidas usano, quale espediente narrativo che giustifichi le
caratteristiche di entrambe queste loro storie, tanto bizzarre quanto irresistibili,
il ritrovamento in un mercatino dell’usato di alcuni numeri di vecchi
albi disneyani di cui si era persa la memoria. Qesto volume nasce, perfinzione narrativa, dal ritrovamento di una collana intitolata
“Mickey’s Crazies Adventures” (dunque dedicata a Topolino); in "Alla ricerca della felicità" (il secondo titolo) a saltar fuori da una polverosa bancarella è un intero pacco di
“Donald’s Quest”, una testata con invece protagonista Paperino,
naturalmente mai vista prima. Lewis e Nicolas ripropongono dunque una
avventura completa così come dicono di averla riscoperta, cioè con le
pagine un po’ stropicciate e ingiallite dal tempo, qualche macchia di
unto su certe vignette, i colori retinati tipici di un tempo, degli strappi e delle abrasioni. Un falso
perfetto, tr</span></span><span style="font-family: georgia;"><span>adito solo dal disegno più moderno di quanto ci si
aspetterebbe, o perlomeno decisamente non barksiano (ma efficacissino). </span></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><span> </span></span></span><span><span style="font-family: georgia;"><span><span style="font-size: medium;">Il racconto procede sulla misura di una tavola per volta, vale a dire
che ogni pagina (quattro strisce) si propone come autoconclusiva, con
una battuta finale, come le domenicali americane di un tempo, ma la
tavola successiva si riallaccia alla precedente portando avanti il
racconto. A complicare e rendere più diverteti le cose c'è una trovata aggiuntiva: non tutte le tavole sono state ritrovate, per cui , per esempio, si cominvcia con la seconda mancando la prima, si salta alla quarta, poi alla settima e via dicendo. Al lettore viene lasciato il compito di immaginare cosa accada tra una puntata e l'altra. E davvero accade di tutto. </span></span></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span><span style="font-family: georgia;"><span><span style="font-size: medium;">Come già in "Donald's Quest" il microcosmo di Topolino si intreccia con quello di Paperino, e i due vivino rocabolesche avventure alla ricerca del denaro sottratto a Zio Paperoni dai Bassotti grazie a una invenzione di Archimede Pitagorico che riduce persone e oggetti alle minime dimensioni, ma nell'indagine compaiono Basettoni e Pippo, il professor Enigm e le Giovani Marmotte, Minni e Paperina. Si va sulla Luna, in fondo agli oceani, nella giungla e fra le nevi himalayane, al ritmo di gag irresistibili. Fumetto allo stato puro, evviva!<br /></span></span></span></span></div>Moreno Burattinihttp://www.blogger.com/profile/13164359887625776766noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8903068086679230084.post-71503211811491322232024-02-17T10:20:00.000-08:002024-02-17T10:20:38.016-08:0049 STORIE BREVI<div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"> </span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgiI9h6gbnTzfptktnU7oMyB0ip9eCLyQE_vzwtoFTvyPsd3-gw1bDRsqW9jH80-mwYpSpNt36wNKZ-Gkz_4OGsHqeWPC5cqOWUU9qIQag8u1VhpnewNEsLaenSDTPBCKX9zseHMya9M0ajEq_pa96iiDhL6TlxzWT-g-rfDKTtXo9LxSQP8oAF8YzNOn0" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="2016" data-original-width="1512" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgiI9h6gbnTzfptktnU7oMyB0ip9eCLyQE_vzwtoFTvyPsd3-gw1bDRsqW9jH80-mwYpSpNt36wNKZ-Gkz_4OGsHqeWPC5cqOWUU9qIQag8u1VhpnewNEsLaenSDTPBCKX9zseHMya9M0ajEq_pa96iiDhL6TlxzWT-g-rfDKTtXo9LxSQP8oAF8YzNOn0=w480-h640" width="480" /></a></div></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><br /><b> </b></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><b>Alfredo Castelli</b></span></span></div><div style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">49 STORIE BREVI</span></span></b></div><div style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">Allagalla</span></span></b></div><div style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">Cartonato, 2023</span></span></b></div><div style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">320 pagine, 45 euro</span></span></b></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><br />Come giustamente fanno notare Matteo Pollone e Roberto Guarino nella loro introduzione al volume, “quando, nel 1982, comincia a uscire Martin Mystère, Alfredo Castelli ha trentacinque anni e alle spalle un numero di sceneggiature e di collaborazioni editoriali che da sole varrebbero un’intera carriera”. L’autore aveva infatti iniziato a pubblicare le sue storie fin dal 1965, appena diciottenne (facendo partire il conto da quelle realizzate professionalmente), essendo lui nato nel 1947. Nel momento di dare alle stampe il primo albo del suo Detective dell’Impossibile, Castelli poteva fregiarsi di un curriculum in cui figuravano fumetti dei generi più diversi realizzati per <i>Diabolik, il Monello, Topolino, Horror, il Giornalino, il Corriere dei Piccoli, il Corriere dei Ragazzi, SuperGulp,</i> ma anche per testate straniere. Per non parlare degli articoli e dei saggi scritti, delle esperienze come inventore di fanzine e di riviste o di redattore fac-totum in varie Case editrici. Per Sergio Bonelli aveva scritto vari episodi di Zagor e un volume della collana “Un uomo, un’avventura”. Anche dopo il varo di Martin Mystère, tuttavia l’iperattività castelliana non avrebbe trovato sosta, né la sua vulcanicità creativa sarebbe venuta meno. Il volume edito da Allagalla “49 storie brevi”, curato dallo stesso Castelli (che commenta ogni singolo racconto), raccoglie una selezione di una cinquantina di short stories apparse tra il 1971 e 1978 sul <i>Giornalino, il Corriere dei Ragazzi e SuperGulp</i>. Tutte (tranne una, la prima) rappresentano esempi di <i>graphic journalism</i>, genere in voga sulle riviste per ragazzi dell’epoca, e sono basate su episodi storici (soprattutto quelle scritte per <i>Il Giornalino</i>) o fatti di cronaca (soprattutto quelle scritte per il <i>Corriere dei Ragazzi</i>). Si tratta dunque di racconti liberi, realizzati da Castelli mentre portava avanti anche serie con personaggi fissi, come “Gli aristocratici” o “L’Ombra”. C'è, evidentemente, un fine didattico o divulgativo dietro ogni storia, ma l'intento non inficia l'approccio accattivante e contagiosamente curioso dell'autore all'argomento affrontato. Stupisce il gran numero di illustratori che affiancano lo sceneggiatore: disegnatori di ottimo, se non straordinario livello, come Sergio Toppi, Attilio Micheluzzi, Aldo Di Gennaro, Franco Caprioli, Ruggero Giovannini, Alarico Gattia, Sergio Zaniboni, Mario Uggeri. Ma ci sono anche i nomi di alcuni che Castelli avrebbe portato con sé nello staff di Martin Mystère, come Giancarlo Alessandrini, Franco Devescovi, Sergio Tuis, Paolo Ongaro. Il disegnatore più sorprendente, rappresentato con ben cinque racconti, è sicuramente Bonvi. <br /></span></span></div><p><br /></p>Moreno Burattinihttp://www.blogger.com/profile/13164359887625776766noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8903068086679230084.post-45240002419788204742024-02-16T03:16:00.000-08:002024-02-16T03:16:39.847-08:00CRONACHE DEL MONDO PRIMA DELLA RISOLUZIONE<p><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline !important; float: none; font-family: system-ui, -apple-system, "system-ui", ".SFNSText-Regular", sans-serif; font-size: 15px; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; orphans: 2; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;"> <br /></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhWZY9eEXVADRETC91pfAwt2XFZ7R0xp65ZsBlnL_8371ekB7aYVQYZgI9r2rnKVcEC9YOAfA7ue76R4x73zzXa24mMQ0W-601wNnYz4fJeJl4hcESfh6dmB7YdCP7m6T0VOF3cKSYosbaiE24uQksTc-Y9XuXNzDm_gSyjHVEtnQ5mDGOENBQhx1od0Hs/s2016/424931956_897435355720693_5698610358124918898_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2016" data-original-width="1512" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhWZY9eEXVADRETC91pfAwt2XFZ7R0xp65ZsBlnL_8371ekB7aYVQYZgI9r2rnKVcEC9YOAfA7ue76R4x73zzXa24mMQ0W-601wNnYz4fJeJl4hcESfh6dmB7YdCP7m6T0VOF3cKSYosbaiE24uQksTc-Y9XuXNzDm_gSyjHVEtnQ5mDGOENBQhx1od0Hs/w480-h640/424931956_897435355720693_5698610358124918898_n.jpg" width="480" /></a></div><br /><p></p><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><b><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline !important; float: none; font-family: georgia; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;">Marco De Angelis</span></b><span style="font-family: georgia;"><b><br style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;" /><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;">CRONACHE DEL MONDO PRIMA DELLA RISOLUZIONE</span><br style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;" /><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;">Sbam!</span><br style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;" /><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;">brossurato, 2023</span><br style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;" /><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;">210 pagine, 20 euro</span></b><br style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;" /><br style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;" /><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;">“Reperti satirici sulla fine dell’umanità”, recita il sottotitolo, poco sopra l’illustrazione di copertina che mostra un robot scaldarsi bruciando libri in uno scenario da dopobomba. La cover non soltanto rende ragione dei contenuti interni ma ben spiega quale sia la portentosa magia di quegli umoristi che con la forza di una vignetta, senza bisogno di parole, comunicano un messaggio di portata planetaria, persino impossibile da spiegare nello spazio di un articolo di giornale o, talvolta, addirittura in quello di un libro. Il linguaggio dell’illustrazione satirica parla tutte le lingue, ed è per questo che lo possono comprendere anche gli illetterati senza bisogno di mediazione e fa paura ai censori, ai tiranni, ai terroristi. Marco De Angelis (Roma, 1955) è un mostro di bravura, persino più noto all’estero che in Italia, ed ha pubblicato su circa 200 testate ricevendo oltre 150 riconoscimenti internazionali. Per il suo tratto grafico lo si potrebbe paragonare a Quino. Sbam! Raccoglie duecento suoi lavori a colori in una sorta di “best of” suddiviso per temi: la guerra, l’ambiente, la tecnologia, la libertà, i migranti, il rapporto uomo-donna, il consumismo, la società. La riflessione di De Angelis non è mai faziosa e violenta, ma colpisce nel segno: si sorride amaramente e di solito si annuisce in silenzio. Due i testi a commento: l’introduzione di Thierry Vissol (direttore del Centro “Librexpression, del cui consiglio scientifico De Angelis fa parte) e una postfazione di Luigi F. Bona (direttore del Museo del Fumetto di Milano).</span> </span></span><br /></div>Moreno Burattinihttp://www.blogger.com/profile/13164359887625776766noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8903068086679230084.post-32402744358382484032024-02-11T10:33:00.000-08:002024-02-11T10:38:14.276-08:00I PROMESSI SPOSI<div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;"> <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhZBLQSA_TMNkL7LtthHytgnaB2uvO4AoDj06PhHIvN_xh8HyNxKKevnUboliBgwr7ZnIed03C7f1pi0DRzkMOpji0rB3YhuKA6I5dZU0pRriejfjpxl3pvdtPKzJo1vNEGIurGibSH_MQnIck9QoOzxOn7QAuhhfP7wJtgD5lO_tTceSGPTmg13jCcp2Y" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="2016" data-original-width="1512" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhZBLQSA_TMNkL7LtthHytgnaB2uvO4AoDj06PhHIvN_xh8HyNxKKevnUboliBgwr7ZnIed03C7f1pi0DRzkMOpji0rB3YhuKA6I5dZU0pRriejfjpxl3pvdtPKzJo1vNEGIurGibSH_MQnIck9QoOzxOn7QAuhhfP7wJtgD5lO_tTceSGPTmg13jCcp2Y=w480-h640" width="480" /></a></div><br /></div><div style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">Alessandro Manzoni</span></span></b></div><div style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">I PROMESSI SPOSI</span></span></b></div><div style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">Giunti</span></span></b></div><div style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">brossura, 2016</span></span></b></div><div style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">642 pagine, 5.90 euro</span></span></b></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><br />Ho riletto, per la quarta volta nella mia vita, “I promessi sposi” di Alessandro Manzoni. Ne ho ricavato la medesima impressione riferita da Marcello Fois nel suo breve saggio “<a href="https://utilisputidiriflessione.blogspot.com/2019/03/renzo-lucia-e-io.html">Renzo, Lucia e io</a>” (Add edizioni), che ha per sottotitolo “Perché, per me, <i>I Promessi Sposi </i>sono un romanzo meraviglioso". Il problema che molti hanno con il capolavoro manzoniano deriva probabilmente dall’obbligo scolastico che ne impone la lettura e il commento. Se si riuscisse a liberarsi dall’idea che le sue pagine siano imposte dai programmi di studio e si leggessero come faremmo con un qualunque romanzo più o meno coevo (di Balzac, Hugo, Dumas, Melville) ne potremmo che rimanerne conquistati (al netto dei bastian contrari). </span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">Ora, se volessi approfondire ogni aspetto dell’opera, per il poco che so e mi riesce, rischierei di interrompere qui la lettura di questi appunti da parte dei miei venticinque lettori. Perciò mi limiterò ad annotare le considerazioni e le impressioni colte al volo mentre mi venivano in mente nel rileggere la storia di Renzo Tramaglino e di Lucia Mondella. Eviterò dunque di raccontare la rava e la fava partendo da Fermo Spolino e Lucia Zarella (quei “Fermo e Lucia” protagonisti della prima versione del romanzo che Manzoni completò nel 1823 e che rimase inedita fino al 1915). Nulla dirò sulla prima edizione de “I promessi sposi” apparsa nel 1827 dopo una riscrittura e della definitiva “Quarantana” (del 1840), frutto della “risciacquatura dei panni in Arno” che è quella che oggi leggiamo, in cui sono evidenti i tentativi dell’autore di eliminare tutto ciò che gli sembrava indigesto nei francesismi e nei lombardismi dei quali aveva fatto uso in precedenza, con il preciso intento di creare, mettendola a disposizione di tutti attraverso lo strumento del romanzo, una lingua condivisa. </span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">Si potrebbe, ma non lo farò, accennare alle nevrosi dello scrittore di cui resta traccia nelle sue pagine (sulla vita personale di don Lisander va letto “<a href="http://utilisputidiriflessione.blogspot.com/2021/02/la-famiglia-manzoni.html">La famiglia Manzoni</a>”, di Natalia Ginzburg, di cui ci siamo occupati in questo spazio anni addietro), sulla sua conversione e la sua religiosità, sulla concezione del Male e della Provvidenza, sulla modernità dei personaggi e sul modo di indagarne la psicologia, arrivando ad approfondire il tema della vicinanza o della simpatia dello scrittore verso le masse popolari vessate dai nobili e dai potenti. Ancora più interessante sarebbe indagare su ciò che c’è di vero e di inventato, sull’identità dell’Innominato, sulle biografie storiche della Monaca di Monza e del cardinale Federigo. Ma mi trattengo e vengo al dunque. Primo punto: “I Promessi sposi” meritano davvero di essere letti? Indubbiamente sì. Sono facili da leggere? Se non ci lascia scoraggiare dalle quattro pagine iniziali dell’Introduzione, in cui il Manzoni finge di ricopiare un antico manoscritto che racconta una storia del Seicento (le vicende cominciano il 7 novembre 1628 e finiscono tre anni dopo), sicuramente sì. Una volta entrati nel <i>mood</i>, è tutto molto avvincente. </span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">Sicuramente il Manzoni è scrittore assai più gradevole e ancor oggi comprensibili della maggior parte dei romanzieri ottocenteschi italiani (D’Azeglio e Guerrazzi per dirne due che mi sono provato a leggere anch’io). La prima parte è addirittura divertente, piena di dialoghi brillanti e annotazioni spiritose, sembra di leggere il Collodi, e ci sono scenette da teatro vernacolare (si parla di umorismo manzoniano). I personaggi sono quasi tutti strepitosi o degni d’interesse, da don Abbondio a don Rodrigo, da padre Cristoforo ad Agnese, da Gertrude all’Innominato (che a dispetto del Manzoni tutti sanno essere un certo Conte del Sagrado), dal Conte Zio a Perpetua, da Federigo Borromeo a donna Prassede e suo marito don Ferrante. Per non parlare dei bravi, il Griso e il Nibbio su tutti. Forse in questa galleria di figure memorabili quelli a spiccar di meno sono proprio Renzo e Lucia. Lucia, soprattutto, lagnosa e insopportabile, ma alla quale tutto si perdona perché se non avesse attirato l’attenzione di don Rodrigo non ci sarebbe stato il resto del racconto. Bisogna, in realtà, farsi andar bene anche che alla base di tutto ci sia un capriccio di questo tipo: un nobilastro concupisce una giovane contadina e scommette con suo cugino che l’avrà. Pare che il Manzoni abbia attinto lo spunto da Walter Scott e da “Ivanohe” (1819), solitamente indicato come il primo romanzo storico della letteratura (il genere in cui le vicende dei personaggi si intrecciano con quelle della nazione). Mi sono sempre chiesto perché Renzo e Lucia non siano stati sposati fin da subito da padre Cristoforo o da un qualunque prete dicesse messa nel convento di Pescarenico, visto il rifiuto di farlo di don Abbondio, ma le cose hanno preso subito una brutta piega con la separazione dei due sposi promessi e poi si è messa in moto tutta una serie di disgrazie, così che ciò che si poteva risolvere meglio prima non si è potuto aggiustare poi. Renzo e Lucia disturbano un poco anche perché sembrano mancare, in loro, il desiderio e l’attrazione: mai una volta, che io rammenti, in cui si parli d’amore, mai si ricordino languidi baci, mai si accenni a un contatto fisico. Non dico che il Manzoni, figlio del suo tempo, avrebbe dovuto indulgere in qualche passaggio erotico, ma certamente si poteva alludere di più, visto anche il titolo del romanzo e vista l’acutezza con cui lo scrittore indaga nei moti d’animo dei suoi personaggi. L’unico momento in cui Lucia pensa qualcosa che riguardi il sesso, è quando fa il voto di castità trovandosi prigioniera dell’Innominato. </span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">Resta il dubbio anche sull’aspetto di Lucia: per aver fatto colpo su don Rodrigo la si può immaginare più formosa o avvenente delle altre ragazze della zona, però quando, nel finale del romanzo, la famiglia Tramaglino si trasferisce in territorio bresciano, il Manzoni lamenta il fatto che Lucia fosse derisa perché bruttina, al punto che Renzo deve rispondere così alle malelingue: “Chi v’ha detto che fosse bella? E’ una contadina! V’ho detto mai che v’avrei menato qui una principessa? Non vi piace? Non la guardate. N’avete delle belle donne: guardate quelle!”. E le cose vanno a tal punto che Renzo e Lucia si convincono a cambiar paese. </span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">A proposito del finale, colpisce che al matrimonio (in conclusione, celebrato da don Abbondio) si accenni a malapena di straforo: “Venne quel benedetto giorno, i due promessi andarono, con sicurezza trionfale, proprio a quella chiesa dove furono sposati”. Tutto qui. Dopo queste poche annotazioni di perplessità non si può che restare affascinati da tutto il resto. </span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">Milano e la Lombardia sotto il dominio spagnolo sono descritti con efficacia e verosimiglianza, frutto di una straordinaria documentazione. Le scene dei tumulti per il pane e la descrizione degli effetti della carestia del 1629 sono memorabili, ma ancor di più è formidabile la ricostruzione dei mesi del 1630 in cui imperversa la peste. Lo scrittore, forte delle ricerche fatte negli archivi seicenteschi sulle tracce di memoriali e atti ufficiali, ci trascina attraverso veri e propri gironi infernali sconvolgendoci con scene potenti come quella della madre di Cecilia o del tradimento del Griso. Alla luce dei complottismi e dell’irrazionalità che hanno contrassegnato gli anni della pandemia si resta sgomenti nel riconoscere l’attualità della follia popolare che vedeva congiure per sterminare la popolazione nella penuria di grano o l’opera degli untori nel diffondersi del contagio della peste. Il delirio complottista della “caccia all’untore” viene approfondito dal Manzoni in un’altra sua opera, “La storia della colonna infame” (1840). Le pagine dedicate alla peste valgono da sole la lettura dell’intero romanzo, se ne esce a pezzi ma migliori. </span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><br /></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><br /><br /></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><br /></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><br /></span></span></div><p><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><br /></span></span><br /></p>Moreno Burattinihttp://www.blogger.com/profile/13164359887625776766noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8903068086679230084.post-51819657677873081242024-02-10T10:06:00.000-08:002024-02-10T10:06:42.977-08:00L'ANNO DEL GIARDINIERE<div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;"><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;"> </span></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;"><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;"><br /></span></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;"><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiH4nh3iHeg27Ppqc_h8i8hsmar7JMFSxuetBb4QqbQocQM84Z9ugijF2lA-44xQ_uMFNWdshE5Az71mMeGUy7UCK3UsoIhpbYqn_HnrUUHAUrpsnA4UGhOvGUoueBnLJU9ZqaVvV57ZXAf3H5TSbW0Fnth0csmUMK_ci4uFXSrMvx5KDG2ay-0Ft1TQrw" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="2016" data-original-width="1512" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiH4nh3iHeg27Ppqc_h8i8hsmar7JMFSxuetBb4QqbQocQM84Z9ugijF2lA-44xQ_uMFNWdshE5Az71mMeGUy7UCK3UsoIhpbYqn_HnrUUHAUrpsnA4UGhOvGUoueBnLJU9ZqaVvV57ZXAf3H5TSbW0Fnth0csmUMK_ci4uFXSrMvx5KDG2ay-0Ft1TQrw=w480-h640" width="480" /></a></div><br /></span></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;"><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;"> </span></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;"><b><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;">Karel Čapek</span><br style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;" /><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;">L’ANNO DEL GIARDINIERE</span><br style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;" /><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;">Sellerio</span><br style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;" /><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;">Brossurato, 2021</span><br style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;" /><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;">180 pagine, 14 euro</span><br style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;" /></b><br style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;" /><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;">Il nome dello scrittore ceco Karel Čapek (1890-1938) viene ricordato, di solito e soprattutto, per essere l’inventore di una delle parole entrate nei vocabolari di tutte le lingue nel corso del ventesimo secolo e che praticamente usiamo o sentiamo usare tutti i giorni (e sempre più lo faremo): la parola “robot”. Čapek la usò per la prima volta (pare facendo suo un suggerimento del fratello Josef, disegnatore satirico) in un testo teatrale del 1920, guarda caso l’anno di nascita di Isaac Asimov (le cui iniziali sono peraltro le stesse di Intelligenza Artificiale), che nel 1950 avrebbe pubblicato la raccolta di racconti “Io, Robot”. Il dramma si intitolava “R.U.R” il cui protagonista, il luciferino Rossum, inventa degli operai meccanici chiamati “robot” come abbreviazione della parola ceca “robota”, che significa “lavoro pesante”. Ho rintracciato il punto esatto del testo in cui per la prima volta si cita il termine, ed eccolo: «Rossum inventò l'operaio con il minor numero di bisogni. Dovette semplificarlo. Eliminò tutto quello che non serviva direttamente al lavoro. Insomma, eliminò l'uomo e fabbricò il Robot». Tutto questo lo dico soltanto per curiosità, dato che non c’entra assolutamente nulla con “L’anno del giardiniere”, pubblicato nel 1929, tranne appunto il fatto che stiamo parlando dello stesso scrittore. Uomo peraltro molto brillante che era (dice nella sua introduzione la traduttrice e curatrice dell’agile libretto, Daniela Galdo) straordinariamente talentuoso nell’uso dei tanti sinonimi ricchi di sfumature di cui dispone la lingua ceca. Era dotato di humor e di grande versatilità, e veniva criticato dai colleghi più paludati che disapprovavano la sua attitudine a sprecare il proprio talento in scritti di poco conto. Scrisse romanzi, opere teatrali, saggi, feuilleton, racconti per bambini, cronache di viaggio. Morì giovane (a 48 anni), lasciando una gran quantità di opere che apparvero postume. Nel 1925 scrisse a un amico di essere stato contagiato dalla passione per il giardinaggio: “se andrà avanti così, lascerò la letteratura e mi dedicherò solo al mio giardino”. Cominciò perfino a raccontare le sue esperienze con la cura delle piante in una rubrica fissa sulla prima pagina del quotidiano “Lidové Noviny”, che tenne fino al giorno della sua morte, avvenuta nel 1938. “L’anno del giardiniere” esamina, in brevi e deliziosi capitoli, tutti i mesi delle quattro stagioni dal punto di vista dei maniaci del giardinaggio, non tanto per dare consigli pratici da manuale, ma descrivendo in modo spiritoso, a tratti esilarante, tutte le piccole e grandi fisime del tipico estirpatore folle di erbacce, rasatore di prati perfetti, potatore millimetrico, programmatore di semine, serchiatore di zolle e chi più ne ha più ne metta. Un affettuoso ritratto della categoria, in cui chi cura un giardino non può non riconoscersi. Chi invece non ha questa fortuna, leggendo potrebbe cominciare a desiderare di comprare il primo rastrello.</span><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;"><span> </span></span><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;"><span><br /></span></span></span></span></div>Moreno Burattinihttp://www.blogger.com/profile/13164359887625776766noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8903068086679230084.post-6680756808568248522024-02-05T06:52:00.000-08:002024-02-05T06:52:18.162-08:00DOCTOR NEWTRON<div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: small;"><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;"> </span></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: small;"><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;"><br /></span></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: small;"><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;"> </span></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: small;"><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiXXTehK_1Hrm5n9YiWMvG_a-P7bu2Rbn9IQFZFYuZPH-X3Wumcl7zJ7b73VnlqOGQpjePo0RhTca9P-NRHyWiu2qkJcCutwUqIH_JGteTGwawqk78vfqi8l5NKQ1JbRvMu9eUXPGZ7SySvJTTMIBeDCoeW0a0Rj4izISw2lO_jgUXtW1hBTLAgIdC6bPY" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="2016" data-original-width="1504" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiXXTehK_1Hrm5n9YiWMvG_a-P7bu2Rbn9IQFZFYuZPH-X3Wumcl7zJ7b73VnlqOGQpjePo0RhTca9P-NRHyWiu2qkJcCutwUqIH_JGteTGwawqk78vfqi8l5NKQ1JbRvMu9eUXPGZ7SySvJTTMIBeDCoeW0a0Rj4izISw2lO_jgUXtW1hBTLAgIdC6bPY=w477-h640" width="477" /></a></div><br /> </span></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: small;"><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;"> </span></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: small;"><b><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;">Dario Bressanini</span><br style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;" /><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;">DOCTOR NEWTRON</span><br style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;" /><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;">Feltrinelli Comics</span><br style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;" /><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;">brossurato, 2013</span><br style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;" /><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;">208 pagine, 22 euro</span></b><br style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;" /><br style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;" /><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;">Il Dario Bressanini che non ti aspetti: tutti lo conosciamo come docente universitario (insegna chimica) e divulgatore scientifico, ed eccolo invece proporsi come super appassionato e grande esperto di comics e in particolare di supereroi. “La scienza nel fumetto” è in realtà un sottotitolo fuorviante, dato che si parla del rapporto, interessante da scoprire, fra il progresso scientifico e l’evoluzione delle caratteristiche dei fumetti supereroistici statunitensi. Quindi non si parla delle tematiche scientifiche nelle storie di personaggi italiani (come Zagor che incontra Darwin o Martin Mystère e i suoi rapporto con il MIT), o la fantascienza nella BD francese (Yoko Tsuno, Valerian). Però, capito questo, e per capirlo basta in effetti guardare l’illustrazione di copertina che raffigura appunto la sagoma di un supereroe, il saggio di Bressanini è non solo molto chiaro e ben informato (il talento di divulgatore dell’autore si conferma anche al di fuori del suo tradizionale ambito di competenza accademica), ma estremamente brillante grazie anche a una trovata che ha del geniale. Non credo di rivelare niente che comprometta, spoilerando troppo, ciò che viene annunciato a pagina 201, dopo le parole “è arrivato il momento di mettere tutte le carte sul tavolo, anche se sono certo di non stupire i lettori più attenti”. Del resto, non può restare stupito chi abbia dato un’occhiata alla quarta di copertina. Però, nel caso vi piaccia leggere “Doctor Newtron” e farvi cogliere di sorpresa premetto (spoiler) che sto per rivelarvi qual è il colpo di scena che fa allargare un sorrisone da orecchio a orecchio. Dunque: si è detto che Bressanini segue e analizza le caratteristiche dei supereroi in rapporto alle scoperte scientifiche e l’evoluzione del sentire comune (chiamiamolo così) al riguardo. Per esempio: ai tempi di Superman gli scienziati erano perlopiù mad doctors desiderosi di conquistare o distruggere il mondo, poi con l’avvento dei Fantastici Quattro la scienza protegge invece il mondo da chi lo vuole distruggere o conquistare. Ci sono periodi in cui è più forte l’eco della Guerra Fredda e della minaccia nucleare e quindi gli scienziati sono alleati dei supereroi al servizio dell’esercito, del governo, della Nazione. Poi sia i tempi cambiano e si fanno problematici sia il dibattito etico sul razzismo o sulla difesa delle minoranze che le tematiche affrontate dagli sceneggiatori della Marvel o della DC così come i dubbi degli scienziati sulla moralità dei loro esperimenti. Tutti questi cambiamenti vengono dimostrati e seguiti grazie a undici storie a fumetti aventi per protagonista un supereroe nato nel 1947, il Doctor Newtron. Sia il personaggio in sé (origini, costume, superpoteri, psicologia), sia il tipo di avventura di cui è protagonista, sia lo stile dei disegni (struttura delle tavole, colorazione, segno grafico) che delle sceneggiature cambiano di volta in volta, man mano che leggiamo una storia del 1950 (horror), del 1954 (sottoposta al Comics Code), del 1961 (con le radiazioni cosmiche), del 1970 (che indaga sul contesto sociale), del 1990 (che tratta di biotech) e via dicendo. Leggere i racconti a fumetti che esemplificano perfettamente ciò che viene spiegato nella parte saggistica è entusiasmante. Ma se il Doctor Newtron è un personaggio che ha attraversato i decenni rinnovandosi continuamente, perché il suo nome ci giunge nuovo? Perché in realtà non è mai esistito. Bressanini lo ha ideato appositamente per questo volume, sceneggiandone le avventure come un navigato professionista, e affidandone i disegni a Luca Bertelè, Maurizio Rosenzweig, Biagio Leone, Giuseppe Gho, Stefano Landini, Daniel Stella e Andrea Giannini. Bene, bravi, bis.</span><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;"><span> </span></span><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;"><span><br /></span></span></span></span></div>Moreno Burattinihttp://www.blogger.com/profile/13164359887625776766noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8903068086679230084.post-69076463969586565852024-01-20T02:56:00.000-08:002024-01-20T02:56:50.652-08:00DINOSAURI CHE CE L'HANNO FATTA<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj6i5TLLqzsUiN_FKJ97C6HWbkxjMtrdW_mgn1BdFqqd4lxuQvKJWAu8jU6grHphCrpEvc4QqlS2tHvzJw96OlkYvgzyOrxwBtQ21J249Q8N3eG0yUHKfBGoqAc3BIrC3bsvV_ZS60VFcWIrr1AUfrgkfGWkHdI2o11QCdpS57ddwEhNFb6ST3s1kuGbNI/s2016/IMG_4759.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2016" data-original-width="1512" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj6i5TLLqzsUiN_FKJ97C6HWbkxjMtrdW_mgn1BdFqqd4lxuQvKJWAu8jU6grHphCrpEvc4QqlS2tHvzJw96OlkYvgzyOrxwBtQ21J249Q8N3eG0yUHKfBGoqAc3BIrC3bsvV_ZS60VFcWIrr1AUfrgkfGWkHdI2o11QCdpS57ddwEhNFb6ST3s1kuGbNI/w480-h640/IMG_4759.jpg" width="480" /></a></div><p></p><p><br /></p><div style="text-align: justify;"><b><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Leo Ortolani</span></b></div><div style="text-align: justify;"><b><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">DINOSAURI CHE CE L'HANNO FATTA</span></b></div><div style="text-align: justify;"><b><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Laterza</span></b></div><div style="text-align: justify;"><b><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">cartonato, 2020</span></b></div><div style="text-align: justify;"><b><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">138 pagine, 15 euro</span></b></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"> </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Ogni volume a fumetti di Leo Ortolani sorprende e diverte (personalmente sono stato sorpreso anche dall'insolito editore, Laterza) e anche questo dunque fa molto ridere (in questo non è una sorpresa, in effetti). La quarta di copertina mette in chiaro il carattere divulgativo dell'opera: vi si parla del regno dei dinosauri, "l'epoca più selvaggia e feroce che il nostro pianeta abbia mai conosciuto, prima dell'arrivo degli adolescenti". La prima tavola conferma ancora di più che si vuol fare divulgazione: facciamo conoscenza, infatti, del conduttore di un programma televisivo chiamato "Misterius" (conduttore nel quale scatta l'irrefrenabile voglia di riconoscere Roberto Giacobbo), destinato a erudire e meravigiare l'incolta plebe. Il conduttore, con fare didattico e didascalico, ci introduce ai misteri del Mesozoico, del Permiano, del Triassico, del Giurassico e del Cretaceo, svelando i segreti della paleontologia e della ricerca ossessiva delle feci fossili dei dinosauri dalle quali tante cose si possono imparare. Il bello è che, pur mettendo tutto in burla, Ortolani (che non a caso è un geologo, come ben sanno tutti i suoi più fedeli lettori) divulga davvero e sostanzialmente spiega i diosauri meglio di molti conduttori televisivi (del resto l'autore non è nuovo a raccontare la scienza con l'umorismo, basterà pensare alla sua collaborazione con l'ESA). Naturalmente le battute e le gag non si contano e a me ha fatto paricolarmente ridere quella del Tirannosauro che non offre mai da bere agli amici perché ha il braccino corto. <br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"> </span><br /></div>Moreno Burattinihttp://www.blogger.com/profile/13164359887625776766noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8903068086679230084.post-38711848073439733932024-01-14T10:47:00.000-08:002024-01-14T10:47:32.491-08:00L’ALBERGO DEL PASSO<div style="text-align: left;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;"><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;"><br /></span></span></span></div><div style="text-align: left;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;"><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;"> </span></span></span></div><div style="text-align: left;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;"><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhXhlDe2tP0MvrJNx8kJQ-qV8-jrnk8joS4JyOF8GGemMn96JyoSliv5Oy632djBrh-CXwyISlWkaLeouUj56JOcZ_yC7Wehjiho2qiNQ-hNPzoLRRd3IDBTMNblwtOLjZbCQWo8Vwz0-5QECUMftB7aAOX41JHs9HKdLm-2E1GesKB_PDV_itvTiSmJcI" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="2016" data-original-width="1512" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhXhlDe2tP0MvrJNx8kJQ-qV8-jrnk8joS4JyOF8GGemMn96JyoSliv5Oy632djBrh-CXwyISlWkaLeouUj56JOcZ_yC7Wehjiho2qiNQ-hNPzoLRRd3IDBTMNblwtOLjZbCQWo8Vwz0-5QECUMftB7aAOX41JHs9HKdLm-2E1GesKB_PDV_itvTiSmJcI=w480-h640" width="480" /></a></div><br /> </span></span></span></div><div style="text-align: left;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;"><b><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;">Claudio Nizzi</span><br style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;" /><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;">L’ALBERGO DEL PASSO</span><br style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;" /><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;">Adelmo Iaccheri Editore</span><br style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;" /><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;">Brossura, 2023</span><br style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;" /><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;">192 pagine, 16.90 euro</span></b><br style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;" /><br style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;" /></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;"><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;">Di Claudio Nizzi scrittore, anziché sceneggiatore di fumetti (Tex, Nick Raider, Il Giornalino) ci siano occupati più volte. L’ultima, per esempio, per commentare il suo romanzo “Omicidio a Lerici”:</span><br style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;" /><br style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;" /><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;"><a class="x1i10hfl xjbqb8w x6umtig x1b1mbwd xaqea5y xav7gou x9f619 x1ypdohk xt0psk2 xe8uvvx xdj266r x11i5rnm xat24cr x1mh8g0r xexx8yu x4uap5 x18d9i69 xkhd6sd x16tdsg8 x1hl2dhg xggy1nq x1a2a7pz xt0b8zv x1fey0fg" href="https://l.facebook.com/l.php?u=https%3A%2F%2Futilisputidiriflessione.blogspot.com%2F2022%2F09%2Fomicidio-lerici.html%3Ffbclid%3DIwAR12A6-dpA7Jf-1zvcMDEiYFvDTXlzHFld6EsqGbjdg-Qxx4idnC4l16oCU&h=AT19hxT3I0yjgHpOSTCaUj4EwJZ2vD-Buvse3GNrekalN8507BSxAtQWj5QhRtgMeSF85bG0zZ97TcYLylDgdxSQJfzyRPEFAhqHQEbqJxYNnvKjvU-F8wo0QY7euOnPpORz_EB15A&__tn__=-UK*F" rel="nofollow noreferrer" role="link" style="background-color: transparent; border-color: initial; border-style: initial; border-width: 0px; box-sizing: border-box; color: var(--blue-link); cursor: pointer; display: inline; list-style: none; margin: 0px; outline: none; padding: 0px; text-align: inherit; text-decoration: none; touch-action: manipulation;" tabindex="0" target="_blank">http://utilisputidiriflessione.blogspot.com/.../omicidio...</a></span><br style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;" /><br style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;" /><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;">Ma cliccando sulla voce “NIZZI, Claudio” collocata in ordine alfabetico nell’Indice degli Autori, potete trovare tutte le altre recensioni che danno, credo, un’idea abbastanza chiara dei suoi romanzi che potremmo definire del “ciclo di Borgo Torre”, arrivato a contare otto titoli:</span><br style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;" /><br style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;" /><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;"><a class="x1i10hfl xjbqb8w x6umtig x1b1mbwd xaqea5y xav7gou x9f619 x1ypdohk xt0psk2 xe8uvvx xdj266r x11i5rnm xat24cr x1mh8g0r xexx8yu x4uap5 x18d9i69 xkhd6sd x16tdsg8 x1hl2dhg xggy1nq x1a2a7pz xt0b8zv x1fey0fg" href="https://l.facebook.com/l.php?u=https%3A%2F%2Futilisputidiriflessione.blogspot.com%2Fp%2Findice-autori.html%3Ffbclid%3DIwAR2MZKacmGOVoxwg8tUqicf5kVPuAfVzTevkWoju_GW-2mnoAC9kje8M264&h=AT34RevjBxbJNFsPg8bMxFhgfcAyZsKIawXD6vpX8_hH5dRA3HkdsTUdRiNOZxWa7T6t6twak-Kp9g9afCPLFKQVBRPfeAojN3eAiLgA43GiJV3hAREnOTYAKCeHt70mAuGbiH3nlw&__tn__=-UK*F" rel="nofollow noreferrer" role="link" style="background-color: transparent; border-color: initial; border-style: initial; border-width: 0px; box-sizing: border-box; color: var(--blue-link); cursor: pointer; display: inline; list-style: none; margin: 0px; outline: none; padding: 0px; text-align: inherit; text-decoration: none; touch-action: manipulation;" tabindex="0" target="_blank">https://utilisputidiriflessione.blogspot.com/.../indice...</a></span><br style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;" /><br style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;" /><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;">Anche “L’albergo del Passo”, uscito in prima edizione nel dicembre 2023, si inserisce nella scia dei precedenti, essendo ambientato nell’immaginario paese del Frignano (sull’Appennino modenese) che Nizzi chiama Borgo Torre ma che si può facilmente sovrapporre a Fiumalbo, località di origine dello scrittore. Anche il Passo del Duca, luogo dove è idealmente collocato l’albergo a cui fa riferimento il titolo, è chiaramente identificabile, al netto delle licenze poetiche, con il Passo dell’Abetone, attraversato da una celebre strada di importanza storica in quando fatta costruire dal Granduca di Toscana Pietro Leopoldo. L’ambientazione è quella degli anni Cinquanta, e fra i personaggi compare il maresciallo Caruso, figura ricorrente e solito condurre le indagini sui delitti che movimentano Borgo Torre e i paesi vicini (ma gli capita di indagare su un omicidio anche andando al mare). Ne “L’albergo del Passo”, tuttavia, Caruso si vede poco, salvo avere un ruolo da <i>deus ex machina</i> nel finale: i veri protagonisti sono Giulia e Marco, promessi sposi che il caso invischia in una situazione così brutta da mettere a repentaglio le nozze imminenti portando il loro rapporto sull’orlo dello scioglimento. La famiglia di Giulia è proprietaria di un vecchio albergo, che si è inaspettatamente popolato di ospiti in occasione dell’ultimo Natale prima della chiusura e della messa in vendita. A turbare il clima natalizio giunge però un delitto: tutto lascia supporre che l’assassino sia uno dei clienti, se non qualcuno del personale. I sospetti, destati da un indizio, si accentrano però su Marco, che il maresciallo chiude in cella in attesa di portare avanti gli interrogatori degli altri. L’intreccio giallo, sobrio e godibile, è però meno interessante rispetto al vero punto di forza della narrazione di Nizzi: la sua scrittura che già in passato ho definito ipnotica e che di nuovo accarezza il lettore con descrizioni essenziali e dialoghi piacevolissimi da seguire, sintetici anch’essi ma in grado caratterizzare i personaggi e fornire gli elementi necessari a portare avanti la trama. Un romanzo che, come al solito, si legge d’un fiato, quasi sorseggiandolo.</span><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;"><span> </span></span><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;"><span><br /></span></span></span></span></div>Moreno Burattinihttp://www.blogger.com/profile/13164359887625776766noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8903068086679230084.post-8528743091178909792024-01-12T10:58:00.000-08:002024-01-12T10:58:35.198-08:00WEIRD ZAGOR<p><span style="white-space: pre-wrap;"> </span></p><p><span style="white-space: pre-wrap;"><br /></span></p><p><span style="white-space: pre-wrap;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEi2tpdk4KNXb4-7luOfKKGiTVn75W5EFFndxDlcQ5ORG24HGx86OPGQv6iiBnlUoE7g65SQ7zj4B-ogqYbElJDzAtXqcVfsanHdv5SyGl0bJ74DhrA-BslK_UyLTBjoTWsWzNVpff6b7G8SWVMbcWizqTe3l8CTLa5QgLPAxYbkcmH6N73VwdrIH-SknuA" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="1126" data-original-width="1688" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEi2tpdk4KNXb4-7luOfKKGiTVn75W5EFFndxDlcQ5ORG24HGx86OPGQv6iiBnlUoE7g65SQ7zj4B-ogqYbElJDzAtXqcVfsanHdv5SyGl0bJ74DhrA-BslK_UyLTBjoTWsWzNVpff6b7G8SWVMbcWizqTe3l8CTLa5QgLPAxYbkcmH6N73VwdrIH-SknuA=w640-h426" width="640" /></a></div><b><br /></b><p></p><div style="text-align: justify;"><span style="white-space: pre-wrap;"><b><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">Roberto Azzara</span></span></b></span><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><b><br /><span style="white-space: pre-wrap;">Giuseppe Maresca</span><br /><span style="white-space: pre-wrap;">WEIRD ZAGOR</span><br /><span style="white-space: pre-wrap;">IL FANTASTICO NELLA SAGA DELLO SPIRITO CON LA SCURE</span><br /><span style="white-space: pre-wrap;">Odoya</span><br /><span style="white-space: pre-wrap;">brossurato, 2023</span><br /><span style="white-space: pre-wrap;">488 pagine, 28 euro</span></b><br /><br /><span style="white-space: pre-wrap;">Prima di tutto, bisogna mettersi d’accordo su che cosa si intende per “weird”. In realtà, chi ne parla tende a dire che non esiste una definizione precisa. Tuttavia si è più o meno tutti d’accordo nel ritenerlo un genere letterario imparentato con il fantasy e l’horror. Però, più si è weird, più si cerca di evitare di venire ingabbiati in un canone e di dover rispettare troppe norme e cliché. L’unica regola è raccontare qualcosa che inquieti, impaurisca e suggestioni i fruitori. Ci deve essere del bizzarro, dell’insolito, del fantascientifico, del mostruoso, del soprannaturale. Lovecraft, uno degli autori solitamente indicati come fra i più rappresentativi di questo tipo di narrativa, la descrisse così: “Il vero weird ha qualcosa di più di ossa insanguinate o catene tintinnanti. Deve essere presente una certa atmosfera di terrore che lascia senza fiato, inspiegabile, forze esterne e sconosciute; e ci deve essere una sospensione o sconfitta maligna di quelle leggi fisse della Natura che sono la nostra unica salvaguardia contro gli assalti del caos e i demoni dello spazio non scandagliato”. </span></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><span style="white-space: pre-wrap;">Chiediamoci adesso: ci sono collegamenti fra Zagor e il weird? Secondo Roberto Azzara e Giuseppe Maresca, autori di “Weird Zagor”, eccome. Del resto, se c’è un eroe che vive avventure il cui genere è difficile da definire a priori, quello è lo Spirito con la Scure: le sue storie, infatti, sono da sempre contaminate dalle suggestioni più diverse e costituiscono un crocevia dei più disparati generi che non di rado si mescolano tra loro. “Odissea americana”, per esempio, che narra di un viaggio in battello su un fiume inesplorato, comincia con un approccio realistico, ma poi lungo la navigazione si incontrano pericoli del tutto fantastici come quelli rappresentati da piante tentacolari carnivore e da scimmioni assassini. Un altro classico, “Il buono e il cattivo” propone una gara tra cugini per recuperare un oggetto che dà diritto a una eredità, ma per farlo i due devono attraversare una regione desertica popolata da misteriose creature subumane che vivono sottoterra. “Il re delle aquile” racconta di una banda che ha rapito il figlio di un capotribù indiano e pretende un riscatto in oro, ma il capo dei banditi ha acquisito lo strano potere di farsi obbedire dai rapaci. Insomma, bizzarro, insolito, mostruoso, sovrannaturale a ogni più sospinto anche quando i canoni sembrano quelli dell’avventura o del western. Sono sempre rimasto stupito di quei lettori che contestano il weird zagoriano ritenendo che l’eroe di Darkwood dovrebbe essere protagonista soltanto di racconti, diciamo così, “realistici”. Azzara e Maresca, censendo tutte, ma proprio tutte, le storie “fantastiche” dello Spirito con la Scure, dimostrano invece come la contaminazione tra i generi sia alla base del personaggio fin dall’inizio. La prima avventura analizzata è “L’uomo volante”, del settembre 1961; l’ultima è “Il capitano Nemo”, del luglio 2023. Nel mezzo, divise per decadi, le recensioni (con la puntuale analisi delle fonti e delle citazioni) di decine e decine di altre, con la precisa schedatura di vicende che, come Lovecraft voleva, lasciano senza fiato e sfidano le leggi della Natura. Chiude il volume una mia intervista sull’argomento.</span> </span></span><br /></div>Moreno Burattinihttp://www.blogger.com/profile/13164359887625776766noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8903068086679230084.post-8448753059667244512024-01-11T10:08:00.000-08:002024-01-11T10:10:44.408-08:00POOH TUTTI I TESTI<div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"> </span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEi9SMhjfhoVb33nTcPBTmlQDCcP1bDGtLNrCX7B0L-_BcLXP2-uDfq6iMlZ6p-uFwysNyi7XIEM2vlfh-pWORtrtTRSusGxg4AGLiAOrMdNdZWeqjS1M9Tac0yUjVnzRpii5paE0HjoWXQe68kjHfW0oL-oQUZ6vnxXpdK6Au_kmnwQOkez2hZvkMdla-I" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="4032" data-original-width="3024" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEi9SMhjfhoVb33nTcPBTmlQDCcP1bDGtLNrCX7B0L-_BcLXP2-uDfq6iMlZ6p-uFwysNyi7XIEM2vlfh-pWORtrtTRSusGxg4AGLiAOrMdNdZWeqjS1M9Tac0yUjVnzRpii5paE0HjoWXQe68kjHfW0oL-oQUZ6vnxXpdK6Au_kmnwQOkez2hZvkMdla-I=w480-h640" width="480" /></a></div><br /> </span></span></div><div style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">Andrea Pedrinelli</span></span></b></div><div style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">POOH</span></span></b></div><div style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">TUTTI I TESTI E LA STORIA DIETRO LE CANZONI</span></span></b></div><div style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">Sperling & Kupfer</span></span></b></div><div style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">Brossurato, 2003</span></span></b></div><div style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">374 pagine</span></span></b></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><br />Ho sempre pensato che tra i poeti del nostro tempo ci siano gli autori dei testi delle canzoni. Non soltanto perché, a tutti gli effetti, compongono veri e propri versi di poesia. C'è di più. La poesia, quella “ufficiale” e paludata, quella di coloro che non scrivono per la gente (come li definisce Roberto Vecchioni in un brano intitolato “La corazzata Potemkin”) , non raggiunge quasi più il cuore di nessuno. Sono i testi delle canzoni che hanno assunto il compito della poesia, nella società: sono loro che descrivono i moti dell'animo, che assolvono una funzione catartica o liberatoria, o che incitano a reagire, o illuminano di nuova luce il reale o veicolano idee o semplicemente fanno sognare. Sono i versi dei parolieri e dei cantautori che passano di bocca in bocca, vengono imparati a memoria, ripetuti nelle riunioni fra amici, rimuginati nei momenti di solitudine. Ognuno ha la sua canzone che almeno una volta lo ha fatto piangere. </span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">La letteratura italiana nasce dopo che i trovatori provenzali, tra il XII e il XIV secolo, hanno cominciato a scrivere versi in volgare, in un neolatino chiamato lingua d'oc (oggi scomparsa, dato che il francese moderno deriva da un altro neolatino, la lingua d'oil). Ebbene, i versi di quei trovatori erano scritti per essere cantati. Non sappiamo esattamente quali fossero le melodie, ma la nostra storia letteraria nasce da lì. Mi infastidiscono sempre quelli che snobbano i parolieri italiani ma anche coloro che riconoscono il titolo di poeta soltanto a qualcuno, magari Mogol, ignorandone altri, come due che (a parer mio) sicuramente lo meritano quali Giancarlo Bigazzi e Valerio Negrini. </span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">Proprio di Negrini sono la gran parte dei testi di canzoni raccolti in questo libro, che mette in fila oltre trecento composizioni da lui scritte per i Pooh (in tutto i brani sono 356, ce ne sono comprese alcune decine firmate da Stefano D’Orazio). Per motivi misteriosi, c’è chi i Pooh li detesta a priori. Fermo restando che ognuno ascolta la musica che gli fa bene e gli assomiglia, e che mal digerisco le critiche alla musca ascoltata dagli altri (la musica è un dio bambino, scrive appunto Negrini), secondo me costoro si sono persi tante emozioni, tanti bei concerti, tante belle canzoni che sembrano scritte su misura della vita di ciascuno. Sulla lavagna del mio cuore (tanto per citarlo), Negrini ha lasciato parecchi segni. Nato a Bologna nel 1946, morto a Trento nel 2013 all’età di 67 anni, Valerio non era il “quinto Pooh”, era il primo: fu lui, infatti, che era batterista, a fondare il gruppo, nel 1966, per poi ritirarsi nel 1971. Andrea Pedrinelli, che conosce il minimo segreto del gruppo composto da Roby Facchinetti, Dodi Battaglia, Red Canzian, Stefano D’Orazio e Riccardo Fogli, analizza ogni canzone svelandone i retroscena, elencandone le cover e le nuove incisioni, l’eventuale presenza nella scaletta dei concerti. </span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">Talvolta bastano due righe, in una canzone, per farla sentire nostra. Il paroliere dei Pooh (ma anche di molti altri cantanti) ha avuto il magico talento di raccontare la vita com’è, e non di quella finta di cui parlano quelli nei cui testi “amore” fa rima con “cuore”. Io ne ho sperimentate parecchie, di situazioni come quelle descritte dall’autore, a partire dal fatto che sono nato un po’ in collina e rotolato giù:</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><br /><i>Quelli nati un po’ in collina</i></span></span></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">fatti in casa come me</span></span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">caricano a testa bassa e in qualche modo passano</span></span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><br /></span></span></i></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">e naturalmente ho scoperto che</span></span></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><br /></span></span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">gli amori fanno i nodi come i fili dei microfoni.</span></span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><br />(Quelli nati un po’ in collina, 1983).</span></span></i></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><br /></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">Anch’io, a certe ragazze avrei potuto dire</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><br /><i>Entrasti come arriva un uragano</i></span></span></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">successe come quando passa il vento.</span></span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><br />(Tutto alle tre, 1970)</span></span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><br /></span></span></i></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">E a qualcun’altra ho chiesto di darmi solo un minuto, un respiro di fiato, un attimo ancora, per convincerla a non gettare alle ortiche la nostra storia, e poi le ho detto</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><br /></span></span></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">Come mai i tuoi occhi ora stanno piangendo?</span></span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">dimmi che era un sogno e ci stiamo svegliando.</span></span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><br />(Dammi solo un minuto, 1977).</span></span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><br /></span></span></i></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">Ma mi è successo pure di dover fare le valigie, cambiando amici e città, salutandola con il groppo in gola:</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><br /></span></span></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">prendo soltanto la mia vita con me</span></span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">cambiano posto i giorni miei</span></span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">col resto fanne ciò che vuoi.</span></span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><br />(Dove sto domani, 1981)</span></span></i></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><br /></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">Ho avuto donne di quelle che sanno e non possono dir niente, a cui nessuno di solito dedica le canzoni, ma che sono dovunque perché la vita non segue le regole e rompe gli argini:</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><br /></span></span></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">Sei l'altra donna,</span></span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">la libertà,</span></span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">quella che sa perché ritorno.</span></span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><br />(L’altra donna, 1990)</span></span></i></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><br />E infatti poi scoppia prepotente il bisogno di non nascondersi più e un vento ci gonfia le vele:</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><br /><i>Invece adesso ho il vento dentro l'anima</i></span></span></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">perché non si torna indietro</span></span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">e adesso non c'è più bisogno di nasconderci</span></span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">pensando che sia sbagliato</span></span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">siano lacrime, siano brividi</span></span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">al mio cuore gli ho detto di sì.</span></span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><br />(Vento nell’anima, 2010)</span></span></i></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><br />Ma ci sono anche gli “altri uomini”, perché ogni donna, a qualunque età, ha il diritto d’amare:</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><br /><i>Piegato in un pacco sottile</i></span></span></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">c'è il tuo vestito di qualche anno fa;</span></span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">memoria di un amore che fu primavera</span></span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">e adesso è precaria routine.</span></span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">Eppure lo specchio è gentile,</span></span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">non mostra quasi traccia del tempo che va,</span></span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">si vedono ragazze coi libri di scuola</span></span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">che sembran più vecchie di te,</span></span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">ma lui si addormenta leggendo,</span></span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">è già tanto se c'è.</span></span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"> </span></span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">(Diritto d’amare, 1996)</span></span></i></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><br />Ma mi sono anche ritrovato a essere un uomo solo, più volte, in cerca di equilibrio, in attesa di capire, pregando, sperando di essere aiutato a ritrovare il filo:</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><br /><i>Dio delle città</i></span></span></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">e dell'immensità,</span></span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">magari tu ci sei</span></span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">e problemi non ne hai</span></span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">ma quaggiù non siamo in cielo</span></span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">e se un uomo perde il filo</span></span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">è soltanto un uomo solo.</span></span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"> </span></span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">(Uomini soli, 1990)</span></span></i></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><br />La disperazione, la solitudine, la diversità, la discriminazione sono temi che Negrini non ha mai avuto paura di affrontare, scrivendo di soldati di leva o in missione di pace, di prostitute e di omosessuali, di femminismo e manifestazioni di piazza, di carcerati, di giornalisti, di emigranti, di donne stuprate (“se non lo fa nessuno, vi chiedo scusa io”), di ragazze madri, di padri e di figli, di popoli sotto la dittatura, di etnie perseguitate, di guerre e di speranze, di Dio e del suo intollerabile silenzio. Sempre, Negrini ha fatto appello alla speranza nel cielo blu che è comunque in attesa sopra le nuvole, un cielo senza scale su cui ci si deve arrampicare, attingendo alla forza interiore che ognuno ha dentro di sé, senza aspettarsi aiuti da nessuno, senza guardare di sotto mentre si attraversa i ponte (“fa paura se ti fermi a metà”), senza aspettare il futuro, dato che “troppo passato è già andato via”. </span></span></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><br />Ma il cielo è blu sopra le nuvole </span></span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">e non è poi cosi lontano, </span></span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">dobbiamo arrampicarci e crescere </span></span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">senza bisogno di nessuno. </span></span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><br />(Il cielo è blu sopra le nuvole, 1992)</span></span></i></div><p style="text-align: left;"><br /><br /><br /><br /><br /></p>Moreno Burattinihttp://www.blogger.com/profile/13164359887625776766noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8903068086679230084.post-28366790954800560912024-01-07T10:52:00.000-08:002024-01-07T10:52:05.624-08:00LA TAVOLA FIAMMINGA<p> <br /></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEivU13EXZEmvLHU62qySWh7ItsGioLTQ-ubCNDQwA7H6bBJ5UBH_7fyPMDBmo1wa_HqU2Fo3wJL-P8rwsklh-ja51Z6TtyQN7JYmgSKBeTi9QLJUkYa_gvYA62zxKGU6lfQAuX8Er8Mt2MMYDjMiRRjlJn4KIRriqmYaC3BM-njCTxjHo5uRC3q4dtThjA" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="640" data-original-width="480" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEivU13EXZEmvLHU62qySWh7ItsGioLTQ-ubCNDQwA7H6bBJ5UBH_7fyPMDBmo1wa_HqU2Fo3wJL-P8rwsklh-ja51Z6TtyQN7JYmgSKBeTi9QLJUkYa_gvYA62zxKGU6lfQAuX8Er8Mt2MMYDjMiRRjlJn4KIRriqmYaC3BM-njCTxjHo5uRC3q4dtThjA=w480-h640" width="480" /></a></div><br /> <p></p><p class="MsoNormal" style="margin-right: 56.3pt; text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><b style="font-family: georgia;">Arturo Pérez-Reverte</b></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-right: 56.3pt; text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><b style="font-family: georgia;">LA TAVOLA
FIAMMINGA</b></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-right: 56.3pt; text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><b style="font-family: georgia;">Bompiani</b></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-right: 56.3pt; text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><b style="font-family: georgia;">Brossurato,
1999</b></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-right: 56.3pt; text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><b style="font-family: georgia;">320 pagine
-<span> </span>lire 26.000</b></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-right: 56.3pt; text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"> </span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-right: 56.3pt; text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">Grande
scrittore, Pérez-Reverte (1951), fin dagli esordi. “La tavola fiamminga” è del
1990, terza opera narrativa dopo “L’ussaro” (1986) e “Il maestro di scherma”
(1988). Abilissimo nelle ricostruzioni storiche (di grande successo il ciclo
del suo “Capitan Alatriste”), l’autore spagnolo eccelle anche nel giallo. Lo
dimostra appunto in questa sua opera in cui le indagini per scoprire un
assassino costituiscono l'asse portante e assolutamente dominante della
narrazione. Tuttavia, per quanto la storia di detection costituisca l'oggetto
del romanzo, non si tratta di un giallo tradizionale. Del resto, a posteriori,
è facile capire che non avrebbe potuto esserlo: Pérez-Reverte è un autore con
una propria cifra stilistica personale e inconfondibile, e le sue trame
poggiano sempre su una robusta documentazione e su una straordinaria cultura,
quasi una erudizione, per rimanda continuamente al passato, alla letteratura,
alla musica, alla pittura. Se nel "Club Dumas" al centro del romanzo
ci sono i libri antichi, qui c'è una tavola dipinta alla fine del Quattrocento
da un pittore fiammingo, Pieter Van Huys, raffigurante due giocatori di scacchi
e una dama in nero che li osserva dallo sfondo. Julia, la restauratrice
chiamata a intervenire sul quadro in vista di un'asta miliardaria scopre che lo
stesso pittore, cinquecento anni prima, aveva celato sotto i colori una
scritta: "Quis necavit equitem", e cioè: chi ha ucciso il cavaliere? Ricostruendo
la storia del quadro e identificando le figure, storiche, che vi compaiono,
Julia appura che uno dei due personaggi maschili era morto da poco quando la
tavola fu dipinta, ucciso misteriosamente per colpa di una congiura di palazzo.
Poiché la vittima fu amico del pittore, è chiaro che Van Huys volle indicare
chi lo aveva ucciso proprio utilizzando il quadro. Un vecchio amico di Julia,
un antiquario omosessuale di nome Cesar, ritiene che la soluzione dell'enigma
sua nella scacchiera che compare nel dipinto, e mette la ragazza in contatto
con Munoz, esperto scacchista. Costui, sia pure con qualche difficoltà,
ricostruisce la partita che si sta giocando nel quadro e scopre chi é che ha
"mangiato" l'unico cavallo, quello bianco, che manca nella scacchiera
raffigurata. Si scopre chi è stato giocando la partita a ritroso e si giunge alla
soluzione del giallo di cinque secoli prima. Però, intanto, qualcuno
interessato al quadro uccide anche nel presente, attorno a Julia, e ben presto
è chiaro che è qualcuno che continua a identificarsi con colui che
"mangia" personaggi facilmente identificabili con altri pezzi, come
Menchu Roch, attempata ninfomane gallerista, amica di Julia, il cui cognome
significa appunto "Torre”. Molto cerebrale la spiegazione del perché e del
percome, al pari della descrizione delle mosse degli scacchi, fatte con il
corredo di schemi illustrati, e l'illustrazione della filosofia sottile della
partita che si sta giocando. Tutto assolutamente intrigante.</span></span></p>
<p><style>@font-face
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{page:WordSection1;}</style></p>Moreno Burattinihttp://www.blogger.com/profile/13164359887625776766noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8903068086679230084.post-42663822410058083192024-01-02T04:22:00.000-08:002024-01-02T04:27:44.501-08:00BIBBIA RIDENS<div style="text-align: left;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"> </span></span></div><div style="text-align: left;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgUKWXA_eRz5UXiviGh29U20mF4LLWr7wdtaKsHN4NBhCT95sDCgW-iCVMVtdvBk_3XT_4G0BgGpFtGxN22--WD3NvBBLGa9s_K7X-d60MiDmUb6h4gNRVShC_k2XIo5uBA6J2cyCCKJOwqJtdZeWhv4EmspN63Tn_Re-VT8BMxkRx3IWO4ekYappasCzA" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="335" data-original-width="246" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgUKWXA_eRz5UXiviGh29U20mF4LLWr7wdtaKsHN4NBhCT95sDCgW-iCVMVtdvBk_3XT_4G0BgGpFtGxN22--WD3NvBBLGa9s_K7X-d60MiDmUb6h4gNRVShC_k2XIo5uBA6J2cyCCKJOwqJtdZeWhv4EmspN63Tn_Re-VT8BMxkRx3IWO4ekYappasCzA=w293-h400" width="293" /></a></div><br /></span></span></div><div style="text-align: left;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"> </span></span></div><div style="text-align: left;"><b><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">Roberto Beretta – Elisabetta Broli</span></span></b></div><div style="text-align: left;"><b><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">BIBBIA RIDENS</span></span></b></div><div style="text-align: left;"><b><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">Piemme</span></span></b></div><div style="text-align: left;"><b><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">Prima edizione 2005</span></span></b></div><div style="text-align: left;"><b><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">brossurato</span></span></b></div><div style="text-align: left;"><b><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">150 pagine - euro 10</span></span></b></div><div style="text-align: left;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><br /></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">Si tratta di una raccolta di aforismi, di freddure e di barzellette sul tema di Dio e della Bibbia. I due autori, entrambi cattolici (lui giornalista di “Avvenire”, lei studiosa di teologia) e con all’attivo altri libri di matrice cattolica seppur dedicati a temi “scomodi” (“Peccato non farlo”, sul sesso, e “Le bugie della Chiesa”), raccolgono battute anche mordenti di argomento religioso, senza mai scadere nel blasfemo (e questo, che forse è un pregio, di sicuro è un limite). Alcune barzellette sono non soltanto vecchie (per le barzellette non è un peccato) ma chiaramente “adattate” per rientrare nel tema proposto dai vari capitoli (si segue la Bibbia come fil rouge), tuttavia non di rado si sorride o addirittura si ride. Manca una introduzione (a parte le poche righe in quarta di copertina) e manca un qualsiasi testo di commento (a parte dei box in corsivo con i riferimenti agli episodi biblici a cui si riferiscono le battute di ogni capitolo). Il libro è arricchito dalle vignette di Emanuele Fucecchi, talvolta simpatiche. Ecco una selezione degli aforismi migliori.</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><br />Se Dio esiste, chi è? Se non esiste, chi siamo? (Gesualdo Bufalino)</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">Io non so se Dio esiste, ma se esiste, spero che abbia una buona scusa. (Woody Allen).</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">Io non so se Dio esiste, ma se non esiste ci fa una figura migliore. (Stefano Benni)</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">Penso che ci siano due Dio. Ognuno dei quali è convinto che a prendersi cura di me sia l’altro. (Ashleigh Brilliant)</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">Se fossi stato presente alla creazione, avrei dato alcuni suggerimenti per una migliore sistemazione dell’universo. (Alfonso il Saggio, re di Pastiglia).</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">Quando Dio creò l’uomo, era già stanco. Ciò spiega molto. (Mark Twain).</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">Dio, quando vide che tutto era buono, perché non ha smesso? (Wolfgang Eschker)</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">Il dio dei cristiani è un padre che fa un gran caso alle mele e poco ai suoi figli. (Denis Diderot)</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">Dio mi ha fatto imperfetto e mortale. Permettete che sia un po’ seccato. (Pino Caruso)</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">Dio nella sua saggezza fece la mosca, poi si dimenticò di dirci perché. (Ogden Nash)</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">Se Dio ci avesse creato con l’intenzione di non farci masturbare, ci avrebbe fatto le braccia più corte. (Gorge Catlin)</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">La sola cosa peggiore di essere un credente afflitto dal dubbio che Dio non esista, è essere un ateo afflitto dal dubbio che Dio esista. (Achille Campanile)</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">Dio c’è, ma lavora a un progetto molto meno ambizioso. (Graffito su muro - Londra)</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">Dio c’è, o ci fa? (Graffito su muro - Roma)</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">Le vie del Signore sono infinite. E’ la segnaletica che lascia un po’ a desiderare. (Anonimo)</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">Riponi la tua fiducia in Dio e tieni asciutta la polvere da sparo. (Oliver Cromwell)</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">Se Dio sta con i più deboli, perché vincono sempre i più forti? (Anonimo)</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">Errare è umano, pentirsi è divino, perseverare nel pentirsi è cattolico. (Mirco Stefanon)</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">Se la donna fosse una buona cosa, Dio ne avrebbe una. (Anonimo)</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">Il diavolo è ottimista se crede di poter peggiorare gli uomini. (Karl Kraus)</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">Se la Bibbia prova l’esistenza di Dio, allora i fumetti provano l’esistenza di Nembo Kid. (Anonimo)</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">Quando ero piccolo ogni domenica mio padre costringeva mia madre a portarmi a messa perché non voleva che venissi su cattolico. (Daniele Luttazzi)</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">Credo nel Dio che ha creato gli uomini, non nel dio che gli uomini hanno creato. (Alphonse Karr)</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">Se lo spirito è forte e la carne è debole, perché vince sempre la carne? (Anonimo)</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">La castità è quella virtù che i preti si tramandano di padre in figlio. (Anonimo)</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">Sono contrario ai privilegi del clero: chiedo l’abolizione del celibato. (Markus M. Ronner).</span></span></div><p style="text-align: left;"><br /></p>Moreno Burattinihttp://www.blogger.com/profile/13164359887625776766noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8903068086679230084.post-55222915487563718132023-12-31T04:59:00.000-08:002023-12-31T04:59:56.701-08:00LA STORIA INFINITA<div style="text-align: left;"> </div><div style="text-align: left;"> </div><div style="text-align: left;"> <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgZ5QbXzY4splwTN9oO-8r2aOSRt56RVa3hYJUm_0UK6p6BBogH3V3DbRrNM2490UxlTfiGCg6Tcl11TZ4VOEOFt_2hHPWlkUBWSAV8y9ME8lcka_29XVYMBWUm2kutVy8uU2R3rqzN9fXsO7khi_wZaOVBGW3Lp9V7-MWC2pRh5WXlycxg8GgzPKlA-Kk" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="1000" data-original-width="650" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgZ5QbXzY4splwTN9oO-8r2aOSRt56RVa3hYJUm_0UK6p6BBogH3V3DbRrNM2490UxlTfiGCg6Tcl11TZ4VOEOFt_2hHPWlkUBWSAV8y9ME8lcka_29XVYMBWUm2kutVy8uU2R3rqzN9fXsO7khi_wZaOVBGW3Lp9V7-MWC2pRh5WXlycxg8GgzPKlA-Kk=w416-h640" width="416" /></a></div><br /></div><div style="text-align: left;"> </div><div style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">Michael Ende<br />LA STORIA INFINITA</span></span></b></div><div style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">Longanesi Editore </span></span></b></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><b>1986<br />Collana La Gaja Scienza<br />Traduzione di Amina Pandolfi<br />cartonato - 450 pagine </b><br /><br />Un libro che contiene tutti gli altri libri. Uno dei dieci da portare sull’isola deserta. Un libro che si può leggere ai bambini di sei anni, ed esserne partecipi, a sessanta, come loro e più di loro. Non c’è una sola storia da raccontare, ce ne sono infinite, e tutte senza fine. Fantàsia muore quando muore la fantasia, e quando nessuno più crede alle storie. Torna a vivere quando qualcuno ne trova altre da narrare e altri a cui narrarle. Ma nello stesso tempo, la vita di ciascuno è una Storia Infinita dove ci si può perdere diventando cattivi, o redimersi raggiungendo la fonte dell’Acqua della Vita. Il romanzo di Michael Ende è geniale e complicatissimo, benché godibile a ogni livello. Che si tratti di un libro di idee è evidente fin dalla scelta degli inchiostri bicromatici, con il rosso per le parti in cui Bastiano Baldassarre Bucci (il ragazzo grassoccio protagonista del romanzo) si trova nella nostra realtà, e verdi per le parti ambientate a Fantàsia, prima e dopo la Nuova Creazione. Il libro che Bastiano ruba nel negozio del signor Coriandoli è lo stesso che il lettore stringe in mano mentre lo legge, come se noi stessi fossimo i protagonisti. E il coinvolgimento continua nei mille personaggi fantastici e tutti diversi ma potenti che si susseguono nei ventisei capitoli (uno per ogni lettera dell’alfabeto). La Storia Infinita insegna ciò che anche la vita (la personale storia infinita di ciascuno di noi, con i mille bivi e le mille storie incompiute che generano altre storie, da cui è composta) dovrebbe insegnare: a essere noi stessi. “Fa’ ciò che vuoi”, è il motto inciso su Auryn, l’amuleto magico che schiude tutte le porte, a Fantàsia. Fare ciò che si vuole genera Fantàsia ma degenera l’io, se finisce per significare solo “fare ciò che si desidera” e non “fare ciò che si è”. Perché, in fondo, ciò che la vita insegna è che più si è, meno si fa.</span></span></div>Moreno Burattinihttp://www.blogger.com/profile/13164359887625776766noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8903068086679230084.post-9199564583962940012023-12-30T09:55:00.000-08:002023-12-30T09:55:19.124-08:00TRE UOMINI IN BARCA<div style="text-align: left;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;"><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;"> </span></span></span></div><div style="text-align: left;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;"><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;"><br /></span></span></span></div><div style="text-align: left;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;"><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjNmfMuTSPfq3XhRYno6Qbqyw4QGL4662m5_no7TAjDgGFDvIBOCV9zJjFWs1t3RBUgPjtSPcMWHBcLykq8CMqmok3YQeWxKbkG22dIudmsa7FoUmf2QeY8It6hwBrDBfLLcej9Ogg6Gau4gakfTgLkzCgFBm1LVNSqdwAGB3vq5g-GQhkqwFXqCGA5oAQ/s660/412880451_862147602582802_4433447139794321651_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="660" data-original-width="424" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjNmfMuTSPfq3XhRYno6Qbqyw4QGL4662m5_no7TAjDgGFDvIBOCV9zJjFWs1t3RBUgPjtSPcMWHBcLykq8CMqmok3YQeWxKbkG22dIudmsa7FoUmf2QeY8It6hwBrDBfLLcej9Ogg6Gau4gakfTgLkzCgFBm1LVNSqdwAGB3vq5g-GQhkqwFXqCGA5oAQ/w412-h640/412880451_862147602582802_4433447139794321651_n.jpg" width="412" /></a></div><br /></span></span></span></div><div style="text-align: left;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;"><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;"> </span></span></span></div><div style="text-align: left;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;"><b><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;">Jerome Kapkla Jerome</span><br style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;" /><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;">TRE UOMINI IN BARCA</span><br style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;" /><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;">(PER NON PARLAR DEL CANE)</span><br style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;" /><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;">Feltrinelli</span><br style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;" /><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;">Universale Economica</span><br style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;" /><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;">Brossura, 2013</span><br style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;" /><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;">210 pagine, 8.50 euro</span></b><br style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;" /><br style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;" /></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;"><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;">E’ dal 1889 che <i>Three Men in a Boat (To Say Nothing of the Dog)</i> fa ridere il mondo (almeno quello occidentale, poi può darsi che arabi, cinesi o polinesiani ridano di cose loro), e io non credo di aver mai letto nulla di più divertente. Sicuramente l’umorista inglese Jerome Kapkla Jerome, (Kapkla è una errata trascrizione anagrafica per Clapp) va considerato tra i benefattori dell’umanità. Nato nel 1859, scomparso nel 1927, in gioventù passò da un impiego all’altro facendo anche l’attore teatrale prima di lavorare come giornalista. Nel 1888 sposò Georgina Stanley Marris (da lui chiamata Ettie), strappandola a un precedente marito (evidentemente meno simpatico di lui), e la portò in una romantica luna di miele lungo il Tamigi risalendo e costeggiando il fiume per alcuni giorni a bordo di una barca a remi. Al ritorno, gli venne l’idea di scrivere una guida turistica per chi avesse voluto fare altrettanto, e propose al suo editore un manuale intitolato “La storia del Tamigi”. Per rendere più accattivanti le descrizioni storico e geografiche, Jerome cominciò però a intervallarle con aneddoti umoristici. L’editore ne fu così divertito che impose all’autore di ridurre al minimo la parte didascalica e dar spazio alla comicità quanto più possibile. “Tre uomini in barca”, insomma, nacque per caso. I tre uomini sono lo stesso Jerome (che narra in prima persona), più due suoi amici, Harris e George, e un fox terrier chiamato Montmorency, protagonista come gli altri a pieno titolo. Tutti e tre gli uomini in barca sono esistiti veramente, così come vengono descritti e caratterizzati: Harris si chiamava in realtà Carl Hentschel, George faceva di cognome Wingrave ed era davvero un impiegato di banca, per qualche tempo coinquilino di Jerome. L’equipaggio parte per una gita in barca risalendo il Tamigi, nonostante nessuno di loro sappia manovrare l’imbarcazione. Alla narrazione dei vari incidenti di percorso si unisce quella di episodi che tornano in mente all’autore, e che costellano il romanzo come divagazioni ricorrenti ed esilaranti. Indimenticabili l’episodio dello zio Podger che appende un quadro, quello dei formaggi trasportati in treno, quello della trota di gesso, quello della canzone comica tedesca. Ma chi potrebbe dimenticare l’incipit del romanzo, con Jerome che, leggendo una enciclopedia medica, scopre di avere, stando ai sintomi, tutte le malattie elencate tranne il ginocchio della lavandaia? L’umorismo di “Tre uomini in barca” non nasce da intrecci farseschi, ma dall'osservazione delle situazioni più comuni e quotidiane. Si può ridere, oggi, di ciò che faceva ridere nel 1889? Sì, perché <i>Three Men in a Boat (To Say Nothing of the Dog)</i> è un’opera senza tempo. Il successo fu immediate, tanto che soltanto in Gran Bretagna il libro vendette un milione e mezzo di copie. Nel 1900 Jerome pubblicò un sequel, “Tre uomini a zonzo” (<i>Three Men on the Bummel</i>), in cui si narra di un’altra vacanza del terzetto che aveva risalito in Tamigi, questa volta però in bicicletta (senza il cane) in giro per la Germania.</span><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;"><span> </span></span><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #050505; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;"><span><br /></span></span></span></span></div>Moreno Burattinihttp://www.blogger.com/profile/13164359887625776766noreply@blogger.com0