THE BIG BOOK OF PUSSY di Dian Hanson Taschen 2011, cartonato, 374 pagine, 40 euro
Si tratta di uno dei cinque imperdibili e monumentali tomi dedicati dalla benemerita Casa editrice di Colonia, specializzata in libri di foto e illustrazione, ad altrettanti parti del corpo umano. Esistono infatti i "big book" riservati, oltre che alle pussy, ai breast, alle legs, al butt e ai penis. I testi sono multilingue (tra cui l'italiano) ma ovviamente sono le immagini a fare da padrone. Il grande formato enciclopedico consente una visione panoramica dei soggetti fotografati. La copertina, geniale, dotata di un lato A e di un lato B che mostrano appunto il davanti e il didietro di un bacino femminile, è corredata da una sovraccoperta di plastica trasparente con una mutandina nera che si può togliere mettendo a nudo quel che c'è sotto. Il sommario prevede una suddivisione per anni, a partire dal 1900 fino al 2011, in cinque grandi sezioni. Se si fosse voluto partire dalle raffigurazioni pittoriche il libro avrebbe potuto mostrare graffiti rupestri nelle caverne degli uomini primitivi, come spiega l'autrice, tanto il soggetto ha sempre interessato gli esseri umani. Si parte invece da fotografie dell'inizio del secolo scorso (una scena lesbo alquanto hairy) fino a recentissime rappresentazioni in 3D. Lo scopo è mostrare come si è evoluto nel corso dei decenni il gusto estetico sia nell'esibire (da parte della donna) che nel riprodurre (da parte del fotografo) il sesso femminile. Ci sono, ovviamente, immagini elaborate e di buon gusto artistico e pose triviali e ginecologiche, e tutte comunque hanno un senso perché se qualcuno le ha realizzate e riprodotte vuol dire che c'è sempre stato un perché, un bisogno da soddisfare, un tabù da infrangere, un gioco da giocare, un brivido da provare e far provare. E' interessante confrontare la parte al tutto, per cui la "pussy" ha sempre una corrispondenza estetica e caratteriale con la sorridente e complice proprietaria che la ostenta. Inoltre, il volume sfata la credenza (ammesso che ci sia chi la crede) che le "pussy" siano tutte uguali. Assolutamente no, come ben sanno gli intenditori.
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