FRANKENSTEIN - L'IMMORTALE di Dean Koontz Sperling & Kupfer 2012, 342 pagine, 12 euro
Il nome dell'autore è già di per sé una garanzia che dovrebbe bastare a giustificare l'acquisto a scatola chiusa. Il titolo e l'evidente indicazione dell'argomento (la rivisitazione del mito di Frankenstein) incuriosiscono ancora di più. Si tratta di una serie di romanzi (finora ne sono usciti tre, di cui questo è il primo), scritti sulla base di un progetto che Koontz aveva realizzato per una serie televisiva che poi non è mai stata realizzata. L'idea alla base è quella di immaginare che Victor Frankenstein, lo scienziato protagonista del romanzo di Mary Shelley (1818), fosse un personaggio reale. Che cosa sarebbe successo se lui e la sua creatura non fossero morti fra i ghiacci del polo, come racconta la scrittrice? Koontz ce li presenta come sono (o potrebbero essere) oggi, ai giorni nostri: Victor è riuscito, con i suoi esperimenti, a garantire a se stesso l'immortalità (essendo un genio e un precursore della genetica e della biologia), ha cambiato nome, si è trasferito a New Orleans e continua a realizzare uomini artificiali. Adesso però riesce a "fabbricarne" di perfetti, facendoli crescere in vasche da cui escono creature perfette programmate per essergli fedeli. Da decenni, Victor sta sostituendo i suoi cloni (la Nuova Razza) agli uomini veri e propri, soprattutto infiltrandoli nei ruoli chiave dell'amministrazione e dei centri del potere. Però, capitano due novità: cominciano a crearsi cloni malfunzionanti che non gli ubbidiscono e ritorna sulla scena la prima creatura, quella descritta da Mary Shelley, che intende aiutare l'umanità a difendersi dal suo stesso creatore, mettendola sull'avviso. La prima a credergli è una poliziotta, Carson O'Connor... avvincente e intrigante. D'obbligo voler saper sapere come va a finire. Dato che però lo so già, scrivendo dopo aver letto tutta la saga, anticipo subito che il seguito non è all'altezza della prima puntata.
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