Sandro Dossi
Alberico Motta
PINOCCHIO
LE STORIE MAI NARRATE DA COLLODI
Sbam!Libri
brossurato, 2020
210 pagine, 13 euro
Il Pinocchio edito da Renato Bianconi, vulcanico editore milanese, comparve in edicola tra il 1974 e il 1980, sull'onda del successo dello sceneggiato televisivo firmato da Luigi Comencini (1972), potendo dunque contare sulla rinnovata popolarità di un personaggio su cui, peraltro, non c'erano diritti d'autore da pagare a Carlo Collodi (il cui romanzo è datato 1881). "Erano passati gli anni necessari per far scadere i diritti su Pinocchio: siccome Bianconi era perennemente in cerca di nuovi personaggi da stampare per far girare le sue macchine, ci chiedeva se avevamo qualche idea nuova - ricorda Sandro Dissi, il disegnatore - Un giorno gli abbiamo detto che c'era questo famosissimo personaggio che non costava niente, che si poteva sfruttare senza dover pagare i diritti a nessuno. L'idea però era quella di farlo agire ai giorni nostri". Bianconi pubblicava già da anni decine di testate come Felix, Braccio di Ferro, Geppo, Trottolino, Nonna Abelarda, e poteva contare su uno staff di autori molto efficaci in quel tipo di fumetto, quali Pier Luigi Sangalli, Tiberio Colantuoni, Umberto Manfrin, Nicola Del Princope, e appunto Sandro Dossi. I testi del Pinocchio bianconiano furono quasi tutti scritti da Alberico Motta, e non si trattò di una trasposizione a fumetti del romanzo di Collodi, ma di prenderne in prestito i protagonisti e l'universo narrativo per dar vita a storie del tutto nuove: naturalmente semplici e ilari come da tradizione di Bianconbi. La Casa editrice Cliquot, nel 2016 diede addirittura vita a una campagna di crowdfunding per riportare quel Pinocchio in libreria, in un elegante volume di cui abbiamo parlato qui: http://utilisputidiriflessione.blogspot.com/.../pinocchio..
Alberico Motta
PINOCCHIO
LE STORIE MAI NARRATE DA COLLODI
Sbam!Libri
brossurato, 2020
210 pagine, 13 euro
Il Pinocchio edito da Renato Bianconi, vulcanico editore milanese, comparve in edicola tra il 1974 e il 1980, sull'onda del successo dello sceneggiato televisivo firmato da Luigi Comencini (1972), potendo dunque contare sulla rinnovata popolarità di un personaggio su cui, peraltro, non c'erano diritti d'autore da pagare a Carlo Collodi (il cui romanzo è datato 1881). "Erano passati gli anni necessari per far scadere i diritti su Pinocchio: siccome Bianconi era perennemente in cerca di nuovi personaggi da stampare per far girare le sue macchine, ci chiedeva se avevamo qualche idea nuova - ricorda Sandro Dissi, il disegnatore - Un giorno gli abbiamo detto che c'era questo famosissimo personaggio che non costava niente, che si poteva sfruttare senza dover pagare i diritti a nessuno. L'idea però era quella di farlo agire ai giorni nostri". Bianconi pubblicava già da anni decine di testate come Felix, Braccio di Ferro, Geppo, Trottolino, Nonna Abelarda, e poteva contare su uno staff di autori molto efficaci in quel tipo di fumetto, quali Pier Luigi Sangalli, Tiberio Colantuoni, Umberto Manfrin, Nicola Del Princope, e appunto Sandro Dossi. I testi del Pinocchio bianconiano furono quasi tutti scritti da Alberico Motta, e non si trattò di una trasposizione a fumetti del romanzo di Collodi, ma di prenderne in prestito i protagonisti e l'universo narrativo per dar vita a storie del tutto nuove: naturalmente semplici e ilari come da tradizione di Bianconbi. La Casa editrice Cliquot, nel 2016 diede addirittura vita a una campagna di crowdfunding per riportare quel Pinocchio in libreria, in un elegante volume di cui abbiamo parlato qui: http://utilisputidiriflessione.blogspot.com/.../pinocchio..
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