Tino Adamo
IL BAR DEGLI ZANZA
Unicopli
2020, brossura
326 pagine, 17 euro
"Vieni a Baggio sei hai coraggio", recita un vecchio adagio del quartiere milanese. Quartiere che in realtà era in origine un borgo a parte, vecchio di cinquecento anni, che soltanto dal 1923 è stato annesso, per Regio Decreto, al capoluogo meneghino. I baggesi, dal canto loro, continuano a ritenere Milano la periferia di Baggio. Tino Adamo, disegnatore di fumetti e umorista, prima di intraprendere una carriera, per così dire, artistica, ha lavorato per anni come banconiere in uno dei bar di quella zona, dove del resto è nato. "Il bar degli zanza" (che di certo non si sarà chiamato proprio così) non ha niente da invidiare ai peggiori di Caracas. L'autore, ricostruendo memorie che sembrano freschissime, nonostante risalgano al tempo delle lire, descrive con brio e leggerezza una umanità davvero border line se no, spesso, decisamente al di là di ogni confine. Spacciatori di droga, drogati, prostitute, ladri, truffatori, rapinatori, alcolizzati, professionisti della rissa e della riffa, scommettitori, vucumprà, gente dal coltello facile che hanno il pregio d essere veri, non messi in scena sulle pagine di un romanzo. Sembra di leggere "Bar Sport" di Stefano Benni ma senza la Luisona e la patina di parodia, o entrare in una canzone di Gaber non potendo escludere che il Riccardo che da solo gioca al biliardi non abbia appena compiuto una rapina: il bar degli zanza esiste davvero, e ci sembra di vederlo. Ogni capitolo un episodio, un aneddoto, un personaggio (poi i personaggi si fanno ricorrenti e impariamo a riconoscerli e, per quanto feccia, a provare persino umana simpatia): episodi veri alternati ad altri romanzati ma verosimili, sulla base di esperienze vissute. Qualcuno (mi si perdoni la dotta citazione) potrebbe parlare di una "spremuta di umanità". Per quanto a volte si racconti di morti per droga o di omicidi, la penna di Tino Adamo resta lieve, persino ilare, complice. Gran bella prova di scrittura.
IL BAR DEGLI ZANZA
Unicopli
2020, brossura
326 pagine, 17 euro
"Vieni a Baggio sei hai coraggio", recita un vecchio adagio del quartiere milanese. Quartiere che in realtà era in origine un borgo a parte, vecchio di cinquecento anni, che soltanto dal 1923 è stato annesso, per Regio Decreto, al capoluogo meneghino. I baggesi, dal canto loro, continuano a ritenere Milano la periferia di Baggio. Tino Adamo, disegnatore di fumetti e umorista, prima di intraprendere una carriera, per così dire, artistica, ha lavorato per anni come banconiere in uno dei bar di quella zona, dove del resto è nato. "Il bar degli zanza" (che di certo non si sarà chiamato proprio così) non ha niente da invidiare ai peggiori di Caracas. L'autore, ricostruendo memorie che sembrano freschissime, nonostante risalgano al tempo delle lire, descrive con brio e leggerezza una umanità davvero border line se no, spesso, decisamente al di là di ogni confine. Spacciatori di droga, drogati, prostitute, ladri, truffatori, rapinatori, alcolizzati, professionisti della rissa e della riffa, scommettitori, vucumprà, gente dal coltello facile che hanno il pregio d essere veri, non messi in scena sulle pagine di un romanzo. Sembra di leggere "Bar Sport" di Stefano Benni ma senza la Luisona e la patina di parodia, o entrare in una canzone di Gaber non potendo escludere che il Riccardo che da solo gioca al biliardi non abbia appena compiuto una rapina: il bar degli zanza esiste davvero, e ci sembra di vederlo. Ogni capitolo un episodio, un aneddoto, un personaggio (poi i personaggi si fanno ricorrenti e impariamo a riconoscerli e, per quanto feccia, a provare persino umana simpatia): episodi veri alternati ad altri romanzati ma verosimili, sulla base di esperienze vissute. Qualcuno (mi si perdoni la dotta citazione) potrebbe parlare di una "spremuta di umanità". Per quanto a volte si racconti di morti per droga o di omicidi, la penna di Tino Adamo resta lieve, persino ilare, complice. Gran bella prova di scrittura.
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