Stephen King
BILLY SUMMERS
Sperling & Kupfer
cartonato, 2021
550 pagine, 21.90 euro
Niente horror, questa volta, per il Re. A parte pochi accenni all'Overlook Hotel di "Shining", nei cui pressi sono ambientate alcune scene del romanzo (e di cui si dice che ci siano accadute cose spaventose), in "Billy Summers" non ci sono elementi fantastici. Potremmo definirlo un thriller, se non fosse che l'etichetta sta comunque stretta. Noir, storia d'amore, romanzo on the road, racconto di guerra, giallo... ciascuna definizione è giusta e sbagliata al tempo stesso. Billy Summers è un killer (a pagamento) dalla mira infallibile, ma che uccide soltanto chi se lo merita, uomini cattivi. Il suo talento come cecchino deriva dall'aver militato tra gli snipers americani durante la guerra in Iraq. Viene ingaggiato da un boss della mala di Las Vegas, Nick Majarian, per uccidere un altro killer, Joe Allen, finito in galera, e che va zittito durante una traduzione, prima che parli. Joe Allen è sicuramente un uomo cattivo. Per di più il lavoro, da svolgersi sulla costa orientale, è pagato benissimo, tanto da poter permettere a Billy di ritirarsi in una dorata pensione per il resto dei suoi giorni. L'incarico viene portato a termine, ma Summers capisce che Nick vuole tappare la bocca anche a lui e ha organizzato un piano per farlo scomparire. Billy riesce a mettersi in salvo grazie a una falsa identità, e comincia un lungo viaggio per arrivare fin da Majarian a riscuotere il dovuto e magari a fargliela pagare, evitando di venire intercettato dagli uomini del gangster, che lo braccano. Fin qui lo spunto è da romanzo d'azione, da thriller - appunto. Ma le cose si complicano, perché la strada di Summers si incrocia con quella di Alice, ragazza ventenne rimasta vittima di uno stupro, abbandonata in fin di vita su un marciapiede dai suoi violentatori. Billy le salva la vita e lei le si appiccica addosso, seguendolo dovunque. Summers è però anche uomo di buone letture, e dovendo passare del tempo in attesa del momento buono per far fuori Allen, comincia a scrivere la storia della sua vita, dall'infanzia poverissima segnata da una madre alcolizzata, fino ai tragici giorni della guerra in Iraq. La scrittura prende la mano a nostro protagonista, che non riesce a smettere di portare avanti il suo diario anche durante il suo viaggio verso Las Vegas. Un romanzo nel romanzo, dunque, e anche una riflessione sulla funzione catartica e liberatoria della scrittura. C'è poi il risvolto giallo: perché Joe Allen deve morire? Tutti i nodi vengono al pettine in un finale drammatico e inevitabile, e di certo commovente. Niente horror, comunque, anzi neppure tutte le sparatorie e i morti che ci si sarebbe potuti aspettare. La cosa strana è, però, che quando King parla di mostri si finisce per crederci di più. Il Re resta comunque ipnotico, si cade nel romanzo e non se ne esce fino alla fine.
BILLY SUMMERS
Sperling & Kupfer
cartonato, 2021
550 pagine, 21.90 euro
Niente horror, questa volta, per il Re. A parte pochi accenni all'Overlook Hotel di "Shining", nei cui pressi sono ambientate alcune scene del romanzo (e di cui si dice che ci siano accadute cose spaventose), in "Billy Summers" non ci sono elementi fantastici. Potremmo definirlo un thriller, se non fosse che l'etichetta sta comunque stretta. Noir, storia d'amore, romanzo on the road, racconto di guerra, giallo... ciascuna definizione è giusta e sbagliata al tempo stesso. Billy Summers è un killer (a pagamento) dalla mira infallibile, ma che uccide soltanto chi se lo merita, uomini cattivi. Il suo talento come cecchino deriva dall'aver militato tra gli snipers americani durante la guerra in Iraq. Viene ingaggiato da un boss della mala di Las Vegas, Nick Majarian, per uccidere un altro killer, Joe Allen, finito in galera, e che va zittito durante una traduzione, prima che parli. Joe Allen è sicuramente un uomo cattivo. Per di più il lavoro, da svolgersi sulla costa orientale, è pagato benissimo, tanto da poter permettere a Billy di ritirarsi in una dorata pensione per il resto dei suoi giorni. L'incarico viene portato a termine, ma Summers capisce che Nick vuole tappare la bocca anche a lui e ha organizzato un piano per farlo scomparire. Billy riesce a mettersi in salvo grazie a una falsa identità, e comincia un lungo viaggio per arrivare fin da Majarian a riscuotere il dovuto e magari a fargliela pagare, evitando di venire intercettato dagli uomini del gangster, che lo braccano. Fin qui lo spunto è da romanzo d'azione, da thriller - appunto. Ma le cose si complicano, perché la strada di Summers si incrocia con quella di Alice, ragazza ventenne rimasta vittima di uno stupro, abbandonata in fin di vita su un marciapiede dai suoi violentatori. Billy le salva la vita e lei le si appiccica addosso, seguendolo dovunque. Summers è però anche uomo di buone letture, e dovendo passare del tempo in attesa del momento buono per far fuori Allen, comincia a scrivere la storia della sua vita, dall'infanzia poverissima segnata da una madre alcolizzata, fino ai tragici giorni della guerra in Iraq. La scrittura prende la mano a nostro protagonista, che non riesce a smettere di portare avanti il suo diario anche durante il suo viaggio verso Las Vegas. Un romanzo nel romanzo, dunque, e anche una riflessione sulla funzione catartica e liberatoria della scrittura. C'è poi il risvolto giallo: perché Joe Allen deve morire? Tutti i nodi vengono al pettine in un finale drammatico e inevitabile, e di certo commovente. Niente horror, comunque, anzi neppure tutte le sparatorie e i morti che ci si sarebbe potuti aspettare. La cosa strana è, però, che quando King parla di mostri si finisce per crederci di più. Il Re resta comunque ipnotico, si cade nel romanzo e non se ne esce fino alla fine.
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