LA PREISTORIA DI TILT
a cura di Alfredo Castelli
Cut-Up
cartonato, 2022
100 pagine, 23.90 euro
Tanto è interessante Alfredo Castelli quando racconta le vicende editoriali di pubblicazioni (a fumetti e non solo) degli anni passati, tanto è divertente il recupero, proposto in questo volume, delle parodie presentate dalla rivista "Tilt" alla fine degli anni Sessanta, di cui appunto l'illustratissima e brillante introduzione del BVZA rende conto e ragione. Gli autori citati in copertina, oltre allo stesso Castelli, sono Marco Baratelli, Mario Gomboli, autori dei testi, e Carlo Peroni, quest'ultimo spiritosissimo e talentuoso disegnatore, in pratica, dell'intera rivista. Di Baratelli si sa poco, perché scomparso giovanissimo in un incidente stradale (chissà quanto altro divertimento avrebbe potuto darci), i nomi degli altri tre sono una garanzia. "Tilt" nacque come una sorta di versione italiana di "Mad", proprio su proposta di Alfredo Castelli che della testata americana era un lettore accanito. Non si trattò di una banale imitazione, beninteso, ma di un prodotto originale con particolarità precipue dovute alle personalità e al talento dei quattro moschettieri che ci cimentarono nell'impresa. Di "Tilt" uscirono soltanto due numeri, poi l'editore Ivaldi ("poco portato per il fumetto umoristico", spiega Castelli) chiuse frettolosamente i battenti dopo aver distribuito tirature troppo limitate per garantire il successo dell'operazione. Peccato, perché c'era da ridere. "Tilt" è rimasta comunque nella storia del fumetto italiano, ricordata da chi la lesse al tempo e da chi potè recuperare in seguito i due numeri. Il volume edito da Cut-Up li ripropone in versione quasi anastatica. Resta il mistero del perché il cartonato si intitoli "La preistoria di Tilt" e si annunci un seguito: se c'è una "preistoria" ci sarà una storia (ulteriore) di cui Castelli si prepara a proseguire la narrazione. Vedremo! Intanto godiamoci le parodie di Diabolik, Charlie Brown, Topolino, Ringo, Sherlock Holmes, Calimero e altri sbeffeggiati ancora di cui tracimano le pagine di "Tilt". Castelli si chiede, in quarta di copertina, se il lettore di oggi può apprezzare e sorridere e battute riferite a personaggi e situazioni di più di mezzo secolo fa. La risposta, per quanto mi riguarda, è sì.
▼
Nessun commento:
Posta un commento