Giorgio Scerbanenco
I RAGAZZI DEL MASSACRO
Garzanti
2014, brossurato
240 pagine, 8.90 euro
Con “I ragazzi del massacro”, datato 1968, le indagine di Duca Lamberti giungono alla terza puntata, dopo “Venere privata” e “Traditori di tutti”, entrambi pubblicati nel 1966. In tutto, i romanzi sarebbero stati quattro. L’ultimo, uscito nel 1969, “I milanesi ammazzano al sabato” avrebbe interrotto la serie per la morte dell’autore, Giorgio Scerbanenco, nato da Kiev da padre ucraino e madre italiana (1911-1969). Di lui e del suo talento ci siamo già occupati in questo stesso spazio: potete leggere le recensioni ai primi due romanzi citati poco sopra, cliccando sui titoli evidenziati dal colore.
Non starò dunque a ripetere quando Scerbanenco sia uno scrittore straordinario, né quanto risulti interessante la sua stessa biografia, né come ci sia da rimpiangerne la prematura scomparsa (che tuttavia non gli ha impedito di essere un autore prolifico nei generi più disparati).
I RAGAZZI DEL MASSACRO
Garzanti
2014, brossurato
240 pagine, 8.90 euro
Con “I ragazzi del massacro”, datato 1968, le indagine di Duca Lamberti giungono alla terza puntata, dopo “Venere privata” e “Traditori di tutti”, entrambi pubblicati nel 1966. In tutto, i romanzi sarebbero stati quattro. L’ultimo, uscito nel 1969, “I milanesi ammazzano al sabato” avrebbe interrotto la serie per la morte dell’autore, Giorgio Scerbanenco, nato da Kiev da padre ucraino e madre italiana (1911-1969). Di lui e del suo talento ci siamo già occupati in questo stesso spazio: potete leggere le recensioni ai primi due romanzi citati poco sopra, cliccando sui titoli evidenziati dal colore.
Non starò dunque a ripetere quando Scerbanenco sia uno scrittore straordinario, né quanto risulti interessante la sua stessa biografia, né come ci sia da rimpiangerne la prematura scomparsa (che tuttavia non gli ha impedito di essere un autore prolifico nei generi più disparati).
“I ragazzi del massacro” ha comunque delle peculiarità che lo rendono particolarmente interessante arricchendo gli elementi, come l’ambientazione milanese e il corredo di comprimari ricorrenti (Livia Ussaro, il commissario Carrua, l’agente Mascaranti, la sorella Lorenza). A proposito di questi, Scerbanenco continua a dimostrarsi impietoso verso il suo personaggio: al dramma di Livia rimasta sfigurata proprio per colpa di Duca che l’ha esposta (lei consenziente) a un grave rischio, sia aggiunge la grave malattia della nipotina Sara. C’è, insomma, l’intento di collegare fra loro i romanzi di Duca Lamberti in una sorta di continuity e di sottoporre il protagonista a ripetuti stress emotivi, cominciati con la radiazione dall’albo dei medici per una eutanasia che gli costa tre anni di reclusione. Per Lamberti la vita non è certo una passeggiata, anche se l’amico Carrua lo fa entrare il polizia, dopo averlo visto all’opea come collaboratore esterno nei primi due casi. Questa volta il caso riguarda una violenza di gruppo e l’efferata uccisione di una giovane insegnate di una scuola serale, Matilde Crescenzaghi, da parte dei suoi stessi allievi, ragazzi tra gli undici e i vent’anni, che hanno agito in branco ma che, interrogati singolarmente, si dichiarano tutti estranei, semplici spettatori alla violenza degli altri. Eppure c’è chi li ha aizzati, chi ha introdotto nell’aula dell’alcool e della droga. Uno dei ragazzi, o qualcuno venuto da fuori? Duca Lamberti indaga scavando nella personalità di ognuno, scoprendo percorsi diversi anche se tutti segnati dal riformatorio, dal disagio famigliare, dallo squallore della vita nel sottobosco malavitoso e dalle frequentazioni equivoche. C’è anche chi ha tentato di fare qualcosa per recuperarli, ma ci sono anche famiglie che hanno abbandonato i figli al loro destino. Scerbanenco affronta tematiche come l’emarginazione, l’omosessualità, la prostituzione, la tossicodipendenza, la violenza minorile, il carcere e lo fa senza timore di sporcarsi le mani, con i consueti metodi spicci ma anche con la disponibilità a comprendere sentimenti ed emozioni, dimostrando una umanità e un talento da psicologo paragonabili a quelli di Maigret. Troppo ardito paragonare Scerbanenco a Simenon? Chissà.
Dal romanzo "I ragazzi del massacro", il regista Fernando Di Leo trasse nel 1969 un film dal titolo omonimo, con Pier Paolo Capponi nel ruolo di Duca Lamberti.