Georges Simenon
LA NEVE ERA SPORCA
Adelphi
2023, brossurato
270 pagine, 12 euro
LA NEVE ERA SPORCA
Adelphi
2023, brossurato
270 pagine, 12 euro
Dove si svolge “La neve era sporca”? E in quali anni? A prima vista, siamo durante la Seconda Guerra Mondiale in una città occupata dai nazisti, forse in Francia o forse in Belgio, dato che l’autore, Georges Simenon (1903-1989), è nato a Liegi ma si è trasferito a Parigi poco più che ventenne (vivendo comunque in giro per il mondo per gran parte della sua vita). Quasi tutti a Parigi sono ambientati i romanzi del suo personaggio più famoso, il commissario Maigret. Qualcuno ipotizza che siamo in Olanda. Tuttavia, lo scrittore dichiara: “L’importante è che l’esercito di occupazione non sia riconoscibile, di modo che l’opera abbia un carattere universale. Anche se, a essere sincero, nella mia mente l’azione si svolge nell’Europa centrale, e precisamente durante l’occupazione russa. Ambienti e nomi sono quelli di una città austriaca o ceca.” Commentando un altro straordinario romanzo di Simenon, “Le finestre di fronte” (si può cliccare sul titolo per leggere la recensione), scritto negli anni Trenta, avevo segnalato come quella di Simenon fosse stata una delle prime voci ad aprire uno squarcio sulla realtà dell’URSS, descrivendone in modo incisivo le storture kafkiane. “La neige état sale” è del 1948, l’ordine mondiale è diverso, ma le storture sovietiche evidentemente, agli occhi dell’autore, restano le stesse. Kafkiana è del resto la detenzione del protagonista, il diciannovenne Frank Friedmaier, in un istituto scolastico trasformato dall’esercito occupante in un luogo di prigionia, di tortura e di esecuzione.
Tuttavia non sono né la guerra, né l’occupazione nemica l’argomento principale della narrazione, a cui si limitano a dare un contesto, a giustificare il clima di alienazione e di povertà degli inquilini del casamento dove vive Frank e del contesto urbano circostante. Alla base dello straordinario romanzo di Simenon c’è il disagio pressoché psicotico del giovane Friedmaier, figlio senza padre della tenutaria di una casa di appuntamenti celata dietro l’apparenza di una attività di manicure, convinto che diventare adulto significhi superare prove di iniziazione che egli stesso si impone, soprattutto non provare empatia verso nessuno, giudicando ogni legame e ogni sentimento quali segni di debolezza. Il tipo di prove che lo illudono di essere un uomo sono uccidere senza motivo, per esempio, o attirare una ragazza innamorata di lui in una trappola per farla stuprare da un altro. Ma anche ostentare rotoli di banconote ricavate smerciando refurtiva, sfidando la sorte contro ogni prudenza, o maltrattare le donne che lavorano per la madre e la madre stessa, Lotte. Soprattutto, giudicare tutto senza importanza, provocare chiunque, desiderare che qualcosa succeda per poterla affrontare. Finché, gli occupanti lo imprigionano: Frank è convinto di potersela cavare sopportando qualunque tortura, beffandosi dei suoi carcerieri. Qualcosa però gli fa cambiare idea e rimpiangere una vita che avrebbe potuto avere se avesse capito prima. Simenon, con la sua scrittura priva di ogni magniloquenza, fatta di frasi brevi, “entra nella testa di questo personaggio al limite fra l’abiezione e una paradossale innocenza” (come si legge in quarta di copertina) e ci consegna una delle sue opere migliori.
Nessun commento:
Posta un commento