Luciano De
Crescenzo
PANTA REI
Mondadori
Prima edizione -
Novembre 1994
cartonato con
sovraccoperta - lire 25.000
Con questo volume Luciano De
Crescenzo proseguiva, nel 1994, la sua personalissima opera di divulgazione della filosofia greca, a cui la napoletanità lo fa sentire per indole particolarmente vicino. Altri libri simili sarebbero seguiti, per molti anni, alcuni riusciti, altri meno, con puntate anche nella letteratura ellenica ("Nessuno" tratta dell' "Odissea") e nella filosofia latina (si è occupato, per esempio, di Seneca). Però, se nei precedenti volumi della "Storia della Filosofia Greca" l'impianto era più
organico e la trattazione degli argomenti seguiva un gradevole filo logico,
"Panta Rei" sembra un'accozzaglia disomogenea di capitoli dove tutto
si mescola a tutto. Forse proprio in ragione dell'argomento: la teoria del
"panta rei" di Eraclito, il filosofo si cui De Crescenzo punta la sua
attenzione, noto non solo per la sua convinzione che tutta la realtà sia un
divenire, ma anche che il mondo si basi essenzialmente sull'eterna lotta dei
contrari e che il fuoco sia l'elemento ultimo delle cose. Chissà: De
Crescenzo magari ha voluto che il suo libro su Eraclito fosse informe proprio
per renderlo aderente alle tesi dell' "Oscuro" (questo l'aggettivo
comunemente attribuito al filosofo); fatto sta che trasportare idealmente il
pensatore greco nei nostri giorni, portarlo a mangiare spaghetti, poi metterlo
a confronto con altri suoi colleghi in un talk-show di Maurizio Costanzo,
usarlo per criticare Berlusconi, quindi mettersi a commentare senza troppo
rigore i suoi frammenti (Eraclito non ci ha tramandato opere complete, ma solo
massime sparse, per la maggior parte assai criptiche), sorte l'effetto di
disturbare il lettore desideroso di ordine e chiarezza, e data l'opera (a distanza di venticinque anni si perdono i punti di riferimento). Non mancano,
tuttavia, i pregi. De Crescenzo ha la penna felice e riesce sempre ad
accattivarsi l'attenzione del suo pubblico. La sua interpretazione di frammenti
apparsi indecifrabili per secoli ai più è spesso e volentieri molto gradevole e
funzionale. Riuscire a parlare con tanta facilità di un pensatore enigmatico e
ostico come Eraclito è senz'altro opera lodevole, ma secondo me tutto ciò
avrebbe potuto essere meglio organizzato in un discorso che avesse un inizio e
una fine, come appunto De Crescenzo aveva saputo fare in altre sue opere di
divulgazione filosofica.
Una nota di
merito va al capitolo iniziale, che vale da solo l'acquisto del volume: il
"panta rei" di Eraclito viene applicato al tempo, che scorre e fa
cambiare le cose attimo dopo attimo. L'autore trascrive spezzoni di frasi dette
e sentite da quando era ragazzo fino ad oggi, in un gioco stordente e
malinconico, metafora della vita.
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