Antonio Tentori, noto critico cinematografico con una spiccata predilezione per i film di genere, ha raccolto in un agile volumetto “massime, pensieri e filosofia del più amato ranger del West”. Cioè, appunto, Tex Willer. Rigorosamente in ordine cronologico, in “Silenzio! Parla Tex” si citano brani di dialogo tratti dalla saga di Aquila della Notte, quelli da cui è più facile capire di che pasta sia fatto il nostro eroe. L’operazione, di per sé meritoria e senz’altro encomiabile, si presta tuttavia a qualche benevola critica. Innanzitutto manca un pur breve saggio di commento che serva a ricavare una summa dalla raccolta di massime texiane, tirando le fila da tutta la documentazione fornita e giungendo a concludere quale sia dunque, in sintesi, la filosofia dell’eroe (la nota dell’Autore in apertura è del tutto insufficiente a questo riguardo). In secondo luogo, i pensieri di Tex non hanno titoli indicativi dei contenuti e non sono organizzati per argomento neppure in un indice che permetta di rintracciare citazioni in caso di bisogno. Infine, i dialoghi riportati sono piuttosto lunghi e articolati non si individuano aforismi più sintetici e fulminanti (come pure sarebbe stato possibile). Senza che la cosa rappresenti necessariamente un difetto, c’è poi da notare come solo una quindicina di pagine siano dedicate ai Tex da 1 a 100 (e soltanto 6 ai primi 50 numeri), quelli più ricchi di storie e di tavole e soprattutto pieni di frasi tipiche alla Giovanni Luigi Bonelli, mentre quasi tutto il resto del volume è dedicato a dialoghi di Nolitta e Nizzi e di sceneggiatori ancora più recenti. Così non viene sottolineato abbastanza il modo del tutto nuovo di Bonelli padre di utilizzare i dialoghi, rendendoli vivi e coloratissimi tanto quanto erano convenzionali e castigati quelli degli eroi concorrenti. "Io, quando incontro dello sterco sulla mia strada, mi limito a deviare quel tanto che basta per non insudiciarmi gli stivali", testuali parole di Tex che possono servire da paradigma per inquadrare la situazione, e che qui – purtroppo – non vengono citate. Per fortuna, a Bonelli figlio e a Claudio Nizzi viene riconosciuto implicitamente il merito di aver approfondito la psicologia del personaggio soprattutto confrontandola in modo più problematico con la realtà storica, politica e sociale, anche se comunque essi hanno ereditato un character la cui filosofia di fondo era già stata scolpita nella pietra (a propria immagine e somiglianza) dal grande vecchio. Quando parlava Tex, in realtà parlava lui.
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