mercoledì 24 febbraio 2016

LA MORTE DI MARX E ALTRI RACCONTI



Sebastiano Vassalli
LA MORTE DI MARX E ALTRI RACCONTI
Edizioni Il Sole 24 Ore
2015, brossurato
80 pagine, euro 2,50

L'edizione di questo libro che mi è capitata fra le mani fa parte della collana "I libri della domenica" allegati al quotidiano "Il Sole 24 Ore": originariamente l'omonima antologie era uscita per Einaudi nel 2006. Il piccolo formato ben si addice alla lettura domenicale, in qualche momento di ozio casalingo, ma in generale i racconti (tutti, di qualunque autore, all'interno di qualsiasi raccolta anche più corposa) sono fatti per essere gustati a spizzichi e bocconi dove e quando capita e meraviglia che non godano di più successo presso il pubblico che, come si sa, preferisce i romanzi. Ho letto, a proposito de "La morte di Marx", il commento scandalizzato di un lettore deluso che si chiede dove sia finito il Vassalli del romanzi storici come "La Chimera", non avendo apprezzato l'apparente leggerezza di questi testi più brevi. Evidentemente non ci si rende conto di come i racconti non debbano e non possano avere le stesse caratteristiche dei testi più lunghi, altrimenti non sarebbero racconti. Lo scrittore deve sperimentare tecniche e forme diverse e perfino concedersi la libertà di essere più lieve approfittando delle poche pagine a disposizione. Lievità che poi non significa banalità o superficialità, come dimostrano mille esempi (ci sono stati persino Premi Nobel per la Letteratura attribuito a chi ha scritto soltanto storie brevi o brevissime). Ma veniamo a Vassalli. Nato nel 1941 a Genova da madre toscana e padre lombardo, si trasferisce ben presto a Novara e si laurea a Milano. Negli anni Sessanta e Settant, oltre a insegnare, conduce ricerca artistica nell'ambito della Neoavanguardiae fa parte dell Gruppo 63. Poi approda alla letteratura, in particolare al romanzo storico, alla ricerca, come egli afferma, "delle radici e dei segni di un passato che illumini l'inquietudine del presente". Ha collaborato con "la Repubblica", "La Stampa", il "Corriere della Sera" e "Panorama". E' morto a Casale Monferrato nel 2015. 

Il racconto più bello e significativo della raccolta di cui ci stiamo occupando è senza dubbio "La morte di Marx", il cui protagonista non è il filosofo tedesco ma un professore di filosofia venuto proprio dalla Germania ad abitare sulla Riviera ligure e da tutti soprannominato Marx proprio per la sua somiglianza anche fisica con l'autore del "Capitale". Persona colta e agita, dai modi raffinati e benvoluto da tutti, Marx però coltiva amicizie omosessuali con giovani balordi e violenti, da cui alla fine finisce per venire ucciso nonostante l'evidente pericolo che certe frequentazioni rappresentano. Il professore viene ripetutamente messo in guardia dal non far entrare in casa persone a rischio, ma lui invita cordialmente chi glielo dice a farsi i fatti suoi. Eppure, quanto a studi, sapienza, intelletto, Marx dimostra doti superiori a chiunque: ma la parte irrazionale e passionale prende il sopravvento in ogni uomo. Le ideologie, sembra dirci Vassalli, sono utopie che si scontrano con il turbinare delle pulsioni. Non è un caso che il Marx del racconto si chiami proprio Marx: “L'umanità migliora uomo per uomo perché è composta di individui. Noi non siamo un'entità collettiva come le formiche o le api; e impiegheremo ancora chissà quanti millenni per diventare davvero civili”. Un altro racconto che fa pensare è "Dialogo sulla democrazia", costruito proprio come un testo leopardiano (sulla falsariga dello scambio di opinioni del viaggiatore e del venditore di almanacchi): in questo caso un convinto assertore dell'importanza del voto con uno scettico convinto che la democrazia sia solo una illusione: “L'uomo elettore è strettamente imparentato all'uomo consumatore creato dall'industria e all'uomo spettatore creato dalla televisione”. Molto bello il nostalgico "Abitare il vento", in cui un uomo torna sull'isola in cui ha vissuto da ragazzo e la trova deturpata perdendo illusione coltivata nei suoi ricordi, e drammatici i testi in cui si dimostra come l'automobile sia la moderna corazza dei guerrieri. Testi tutto molto brevi, brillanti, facili da fruire ma in grado di lasciare amare riflessioni su cui meditare.

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