martedì 4 settembre 2018

SE L'UNIVERSO BRULICA DI ALIENI, DOVE SONO TUTTI QUANTI?



Stephen Webb
SE L'UNIVERSO BRULICA DI ALIENI, DOVE SONO TUTTI QUANTI?
Sironi
2018, 494 pagine
brossura, 25 euro 

La domanda è quella del cosiddetto “paradosso di Fermi”, e cioè: se l’universo brulica di vita, dove sono tutti quanti? Fu questo, infatti, il quesito che Enrico Fermi pose ai suoi colleghi di Los Alamos durante un pranzo di lavoro nell’estate del 1950. E nel 2002, Stephen Webb ha scritto un brillante saggio intitolato proprio così: “If the Universe is teeming with aliens, where is everybody?”. Il libro è stato pubblicato in Italia nel 2004 da Alpha Test e  inserito nella collana “I saggi di Focus”. Adesso viene ripreso, in edizione ampliata da Sironi. Il punto di partenza del “Fermi’s paradox” è che tutte le evidenze sembrano dirci che ci siano nell’universo migliaia (se non milioni) di pianeti su cui sia possibile la vita e che questa, pertanto, dovrebbe essersi sviluppata, con estrema probabilità, in molti di essi. Dunque, perché non ne scorgiamo la minima traccia? Dove si nascondono gli alieni? Webb fornisce decine di possibili risposte, tutte perfettamente argomentate con i pro e i contro. Le spiegazioni si dividono in tre gruppi. Il primo, risolve il paradosso ipotizzando che in realtà non sussista, perché il contatto è già avvenuto anche se non è di dominio pubblico. Il secondo, parte dal presupposto che gli alieni esistano ma che sia impossibile comunicare con loro. Il terzo gruppo, contiene tutte le teorie che descrivono la vita come un evento molto raro, se non unico, e comunque tendente a estinguersi con grande velocità a causa dei fattori più diversi, compresi i lampi di raggi gamma che sterilizzano intere galassie (e potrebbero verificarsi in ogni momento anche nella nostra). Insomma, gli alieni o sono già qui, o esistono ma non possiamo contattarli, o non esistono. La teoria finale di Webb è che non esistono: la vita potrebbe essere una singolarità irripetibile. Isaac Asimov, che all'argomento dedicò il suo saggio "Civiltà extraterrestri",  la pensava diversamente: secondo lui gli extraterrestri esistono, ma le distanze interstellari sono impossibili da superare anche per loro, come per noi, e dunque siamo destinati non incontrarci. Personalmente, preferirei che non ci trovassero. Non si sa mai.

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