sabato 20 aprile 2019

ELEVATION



Stephen King
ELEVATION
Sperling & Kupfer
2019, cartonato
200 pagine, 15.90 euro

Al Re si perdona tutto, anche la melassa. "Elevation" è un romanzo insolito, nell'ambito della produzione kinghiana, sia per la brevità (quella di un "racconto lungo", a confronto con i suoi altri titoli), sia per la mancanza di veri brividi, sia per la non facile comprensione di come le due trame parallele riescano a giustificarsi a vicenda. Alla fine mi pare di capire che si tratta di un apologo. Di una "novella edificante". In ogni caso, il Re è sempre il Re e una volta letto il primo capitolo è impossibile non voler proseguire: si resta subito invischiati nel racconto. Racconto che poi è (e lo si capisce fin dalla dedica) un adattamento del classico di Richard Matheson "Tre millimetri al giorno" (già ricordato anche da "L'occhio del male", firmato da King con lo pseudonimo di Richard Bachman). Scott Carey, infatti, ogni giorno perde peso senza che le dimensioni del suo corpo o il suo aspetto esteriore mutino in proporzione (il protagonista del romanzo di Matheson, che ha lo stesso nome, rimpicciolisce progressivamente). Poiché il fenomeno sembra inarrestabile (né lui fa niente per arrestarlo, rifiutandosi di sottoporsi a esami medici che lo avrebbero trasformato in una cavia da laboratorio) pare inevitabile la fine, calcolabile in un certo numero di giorni. Tuttavia il suo umore resta sereno, accetta la sua sorte. E nel poco tempo che gli rimane si impegna perché nella sua piccola città, Caste Rock (località ricorrente nei romanzi di King), cadano i pregiudizi dei suoi concittadini verso una coppia di lesbiche che ha aperto un ristorante, evitato dai benpensanti. Il lettore chiaramente vuol sapere cosa accadrà quando Carey raggiungerà il peso zero, così come in "Tre millimetri al giorno" si aspetta il momento della dimensione zero. Però è ben raccontata anche la vicenda edificante riguardante le due donne (decisamente ben caratterizzate, anche nelle asprezze) e il loro locale. Come si incastrano le due trame? Secondo me c'è una morale da trarne: la morte è inevitabile ed è questione di giorni (quanti che siano); va attesa serenamente cercando di uscire di scena nel migliore dei modi e impegnandosi per migliorare il mondo che si dovrà abbandonare. Se è melassa, e un po' lo è, ripeto: al Re la si perdona.

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