sabato 20 marzo 2021

LA TEMPESTA DEL SECOLO



 
Stephen King
LA TEMPESTA DEL SECOLO
Sperliing & Kupfer
2000, brossurato
440 pagine, 12.86 euro


"L'ho scritta come sceneggiatura televisiva perché è così che la storia voleva essere scritta", dice Stephen King nella sua introduzione. "La tempesta del secolo", infatti, non è un romanzo ma un copione, quello di una miniserie in tre puntate trasmessa dalla rete statunitense Abc nel 1999. King la ideò nell'autunno del 1996, proponendola ai produttori come un soggetto originale, scritto apposta per la TV. Avuto il via libera, venne sceneggiata tra il dicembre del 1996 e il febbraio del 1997, e realizzata dal regista Craig Baxley tra il marzo e il giugno del 1998. Il progetto era ambizioso per il gran numero di personaggi, più o meno i duecento abitanti di un'isola al largo della costa del Maine, e per gli effetti speciali necessari, quelli della più grande tormenta di neve mai vista, per di più con un mare scatenato in gradi di abbattere un faro. L'isola è quella di Little Tall, dove si svolge un altro famoso romanzo di King, "Dolores Claiborne". Allo sceneggiatore, ai fini del racconto, serviva una comunità i cui membri potessero tenere un segreto: "non c'è comunità negli Stati Uniti così strettamente chiusa in se stessa quanto quelle delle isole davanti al Maine", scrive King. Il protagonista negativo della storia, André Linoge, sceglie l'isola proprio per questo, e approfitta dell'occasione offerta dall'arrivo di una tempesta destinata a isolare per alcuni giorni la comunità degli abitanti. Non è un uomo, Linoge, nonostante ne abbia l'aspetto. L'anagramma del suo nome, come scopre lo sceriffo locale, Mike Anderson, verso metà della storia, è "Legion", ovvero l'appellativo che dice di avere, in un brano del Vangelo, un demone scacciato da Gesù. La creatura conosce tutti i peccati degli abitanti, i più inconfessabili e segreti, e li rivela in pubblico mettendo gli isolani gli uni contro gli altri. Ma il suo scopo non è quello di scoprire gli altarini: "datemi ciò che voglio e io me ne andrò", dice. Le manifestazioni dei suoi poteri soprannaturali, con i quali spinge al suicidio alcuni e fa uccidere fra loro altri, servono a dimostrare alla comunità, radunata in municipio per sfuggire alla tempesta, che non scherza: se non gli verrà dato ciò che vuole, lui può ucciderli tutti. Come accadde ai coloni di Roanoke, un'isola della Carolina, a fine Cinquecento: scomparvero nel nulla. Ciò che vuole, per un capriccio della magia o una regola stabilita da Dio per le creature del male come lui, è qualcosa che gli può solo venire donata, lui non se la può prendere.King si impegna nella caratterizzazione di decine di personaggi, seguendone le mosse nel mezzo della nevicata, ma alla fine tutti si riconoscono in una spirito di comunità in grado di coprirsi a vicenda e mantenere i segreti, tranne Mike Anderson, l'unico che si ribella al ricatto di Linoge. Ricatto che (spoiler) riesce perfettamente. Gli abitanti di Little Tall Island danno al demone (o quel che è) ciò che lui chiede, per quanto tremendo sia, e il demone se ne va. Il difetto principale della storia è proprio questo: manca la catarsi, non c'è il lieto fine, il male trionfa. Il che è strano, per un prodotto televisivo destinato ai salotti domestici. La miniserie televisiva ha tutti i difetti delle miniserie televisive degli anni in cui venne realizzata: effetti speciali che oggi lasciano a desiderare, lentezza nel ritmo, mancanza di scene davvero forti (in ossequio alla censura), dialogo da educande. King continua essere migliore su carta che sullo schermo, piccolo o grande che sia. Su carta, tuttavia, la sceneggiatura dei tre episodi TV è pesante da leggere perché ci sono tutte le indicazioni di scena per il regista e gli attori. Tuttavia i veri adepti del culto kinghiano sono chiamati a confrontare il copione, dialogo per dialogo, con il risultato televisivo.

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