venerdì 9 luglio 2021

SWEA

 
 

 
Raffaele D'Argenzio
Nadir Quinto
SWEA
Allagalla
2021, cartonato
280 pagine, 30 euro


Un universo da riscoprire, quello delle serie a fumetti sulle riviste per ragazzi in edicola negli anni Sessanta, Settanta, Ottanta del secolo scorso. Non solo "L'Intrepido" e "Il Monello", ma anche "Il Giornalino"e "Il Corriere dei Ragazzi", per non parlare di "Lanciostory" e "Skorpio". Allagalla, una delle case editrici più attive nel recupero e nella valorizzazione di questo tipo di materiale, presenta la raccolta in volume di tutte le avventure di Swea, eroina pubblicata tra il 1976 e il 1977 su "Corriere Boy", una versione del "Corrierino", i cui logo e format vennero rinnovati proprio in quegli anni per cercare di superare la forte crisi editoriale in cui versava la storica testata.
Nel marzo del 1975 era stato licenziato lo storico direttore Giancarlo Francesconi, sostituito da Alfredo Barberis il quale, per colpa o per sfortuna, non riuscì comunque a far risalire le vendite. Venne perciò assunto Raffaele D’Argenzio, strappato alla concorrenza, con l’incarico di operare una radicale trasformazione. Passato in seguito nelle mani di altri direttori, la testata chiuse, comunque, nel 1984. D’Argenzio, nato a Caserta nel 1943, aveva esordito come sceneggiatore di fumetti, firmandosi Ledar, proprio con le testate della Universo, per la quale creò alcune serie come “Cristall” ed “Edizione straordinaria”, fino a diventare prima caporedattre poi direttore de “L’Intrepido”. Per “Corrier Boy”, oltre a Swea ideò altre serie, quali “Chris Lean”, “Charlie Charleston” e “Savage”. Dopo aver a lungo portato avanti gli episodi della bionda eroina western, la passò poi a Domenico Cammarata. Per la sua indiana bianca, D’Argenzio volle accanto a sé un veterano, vera leggenda del fumetto popolare italiano, attivo fin dal 1939: Nadir Quinto.
Swea principessa di sole, ha i capelli biondi perché discendente dagli antichi vichinghi sbarcati sulle coste dell’America settentrionale ancora prima di Cristoforo Colombo. Proprio in ragione di questa misteriosa origine, la zona in cui principalmente sono ambientate le sue avventure è quella del Nord-Est, come dimostrano i nomi delle tribù indiane in cui ci si imbatte: Irochesi, Uroni, Tuscarora, Mohicani. In particolare, Swea è sakem, per elezione e acclamazione, dei Mohawk. L’epoca si può identificare nell’arco di anni tra il 1869 e il 1877, dato che in alcuni episodi si mostra Ulysses Grant nei panni di Presidente. Non che la ricostruzione degli ambienti e della realtà storica sia attenta e puntuale: anzi, la serie propone scenari immaginari ed elementi del tutto fantastici: accanto ai tipici elementi western troviamo spunti avventurosi alla Rider Haggard, missioni in trasferta nelle terre delle antiche civiltà precolombiane, addirittura un incontro con un romantico alieno. La ragazza, che Nadir Quinto ha raffigurato (si dice) con i tratti della moglie Enza, è dotata di strani poteri paranormali di cui non è del tutto padrona e che lo stregone Toneaga gli insegna a controllare. Gli elementi rosa sono costanti, a partire dall’evidente attrazione fra Swea a il meticcio Falco, ma se si sottolinea come la fanciulla abbia il cuore tutt’altro che di ghiaccio, solo raramente la vediamo sciogliersi in un bacio. A solleticare la curiosità dei giovani lettori, al posto delle scene d’amore bastano le pose da pin up dell’eroina, che come la Ka-Laa e la Barbara di Juan Zanotto mostra disinvoltamente le proprie grazie (quelle evidenziate dalla discinta mise) mentre vive le proprie pericolose avventure. Grazie che la strepitosa copertina di Emanuele Taglietti ben evidenzia.

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