martedì 30 luglio 2024

LE FINESTRE DI FRONTE

 
 


Georges Simenon
LE FINESTRE DI FRONTE
Adelphi
2022, brossurato
184 pagine, 12 euro

La prima cosa che mi sono chiesto a lettura terminata è se Georges Simenon avesse davvero visitato le coste sovietiche del Mar Nero. Mi sono risposto di sì prima ancora di averne conferma da una breve ricerca nella biografia dello scrittore, che effettivamente nella primavera del 1933 compì un viaggio a Odessa e in altre città  dell’Unione Sovietica spingendosi fino in Georgia, e testimoniò in un celebre reportage su “Le Jour” le conseguenze sulla popolazione della tragica carestia nota come Holodomor. “Le finestre di fronte”, pubblicato nell’autunno di quell’anno, evidentemente sull’onda emotiva che lo spinse a dare al più presto anche la forma di romanzo alle sue esperienze di viaggiatore, è ambientato a Batum, città portuale sul Mar Nero, georgiana ma in territorio sovietico, negli secondi anni Venti. Le vestigia di un passato vivace e mercantile si stanno sfaldando in un lugubre abbandono, stritolato dal regime stalinista (Stalin peraltro era nato in Georgia), dovunque regnano sporcizia, miseria, burocrazia, oppressione, disperazione. Quella di Simenon è una delle prime voci ad aprire uno squarcio sulla realtà dell’URSS, descrivendone in modo incisivo le storture kafkiane.  Commenta Goffredo Parise: “Scritto da un genio, questo breve capolavoro è il romanzo del controllo e dell’annullamento totale dell’uomo sotto la più potente, importante e demiurgica dittatura poliziesca che l’umanità moderna abbia mai conosciuto”. Protagonista sono il giovane console turco Adil bey, appena giunto a Batum dopo la morte (misteriosa) del suo predecessore, e Sonia, la sua interprete e segretaria georgiana che si ostina a dichiarare che tutto va nel migliore dei modi, quando è evidente che non è così: si attendono documenti da Mosca che non arrivano mai, i dischi di musica occidentale vengono sequestrati, ci sono arresti arbitrari e si fucila chiunque solo per il sospetto che si voglia fuggire all’estero. Adil bey cerca personale per il suo consolato e non lo trova nonostante il gran numero di affamati per le strade, perché anche i domestici devono essere selezionati dalle autorità sovietiche tra le spie al proprio servizio, e le finestre della casa di fronte non sono aperture da cui sbirciare la vita dei vicini ma, come il giovane turco capisce troppo tardi, perché chi ci alloggia possa spiare lui. Adil si innamora di Sonia e vorrebbe portarla con sé a Istanbul, scappando dall’URSS prima di fare una brutta fine: ma come? Sembra che l’unico modo sia farla imbarcare clandestinamente su una nave in partenza verso l’Occidente, ma venendo scoperti si rischia l’immediata fucilazione. Le ultime pagine del romanzo sono degne dei migliori thriller.



Nessun commento:

Posta un commento