domenica 5 gennaio 2025

TEORIA DI GESU’

 


Michael Onfray
TEORIA DI GESU’
Ponte alle Grazie
2024, brossurato
260 pagine, 18 euro

“Il libro più atteso di Michel Onfray, annunciato da oltre vent’anni”, si legge in quarta di copertina. In effetti, per chi abbia letto il formidabile saggio in cui il filosofo francese smonta Freud (“Crepuscolo di un idolo”, 2011) o il  suo “Trattato di ateologia” (2005), vederlo confrontarsi con i Vangeli è effettivamente irresistibile fonte di curiosità e di interesse.  Il sottotitolo italiano di questo libro è  però fuorviante: “Gesù Cristo è esistito davvero?”. Fa credere, cioè, che l’intento dell’autore sia quello di dimostrare o smentire l’esistenza storica di Gesù. Argomento interessante, oggetto di altri libri, come quello di Bart Ehrman “Gesù è davvero esistito?”, del 2013 (Mondadori), in cui si ribadisce un fondamento storico della figura del Cristo, indipendentemente dal fastello di tradizioni, di miti e credenze che nei secoli ci si è costruito sopra. Ma, leggendo “Teoria di Gesù”, non pare proprio che sia questo aspetto, quello della storicità del personaggio, l’interesse della disamina di Onfray, che si occupa di altro. E’ vero che il filosofo francese parte dall’assunto che “di prove non ce ne sono, a meno di non voler credere che gli evangelisti siano degli storici e non degli apologeti”, tuttavia dicendo questo Onfray si limita a riferire una suo scetticismo riguardo alle fonti a cui altri sono invece maggiormente o decisamente disposti a prestare fiducia. Non propone nessuna dimostrazione della non esistenza di un predicatore o un capopopolo nella Giudea e nella Galilea sotto la dominazione romana, dalla cui figura abbia tratto origine il cristianesimo. Quello che Onfray secondo me fa, o si propone di fare, è costatare come ogni elemento della narrazione attorno a Gesù corrisponda a precedenti narrazioni, talvolta risalenti a miti e leggende antichissime, bibliche e non bibliche. Quando l’autore scrive: “Gesù non è mai esistito storicamente ma solo come concetto”, si riferisce all’idea di Gesù che ci è stata tramandata, l’unica che ci è dato in effetti di conoscere. “La sua esistenza è solo l’effetto di una elettrolisi di tipo spirituale, intellettuale, filosofico, simbolico, allegorico e metaforico, e tutto nel solco dello sviluppo di una storia vecchia di duemila anni. Parliamo di una creatura ideale”. Onfray, con il suo metodo analitico ben noto a chi conosce le sue opere precedenti, esamina i passi dei Vangeli scovando e segnalando le fonti precedenti che li hanno ispirati. Miracoli, parabole, insegnamenti hanno tutti precisi rimandi a qualcosa di antecedente. Perfino l’imperatore Vespasiano, secondo Svetonio e Tacito, aveva compiuto miracoli restituendo la vista ai ciechi e guarendo paralitici ma naturalmente non è da un’aneddotica di questo tipo di cui fa usa Onfray che, con erudizione, indica i passi dell’Antico Testamento (i tanti topoi veterotestamentari) collocati dietro o alla base, per esempio, della parabola dei vignaioli, o segnala come, nei Vangeli, Gesù si nutra solo di simboli (pane, pesce, agnello). “I quattro evangelisti saccheggiano i mattoni dell’Antico Testamento con il progetto di costruire il proprio Tempio chiamato Gesù”, conclude il filosofo francese. Questo, indipendentemente dal fatto che la figura del Cristo si basi su una persona davvero vissuta.



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