lunedì 19 ottobre 2015

CATARSI



CATARSI
di Luz
Bao Publishing
2015, cartonato
130 pagine, 16 euro

Una catarsi, forse, per Luz. Ma un rinnovarsi dell'angoscia per il lettore, questo libro. L'angoscia è quella dei giorni che seguirono (per me, continua tuttora) il tragico mercoledì 7 gennaio 2015 in cui la redazione del settimanale "Charlie Hebdo" venne sterminata a Parigi da un commando jihadista. Tra le numerose vittime ci furono il direttore Charb e un mostro sacro del fumetto come George Wolinski. Luz sfuggì al massacro soltanto perché in ritardo alla riunione mattutina prevista per quel giorno. Alla sua matita si deve la prima copertina della ripresa delle pubblicazioni, una delle icone grafiche più efficaci che abbia mai visto. Il senso di "Catarsi" è spiegato nella pagina introduttiva del volume, scritta a mano dall'autore: "Un giorno, il disegno mi ha abbandonato. Lo stesso giorno in cui se n'è andato un pugno di amici. Con la sola differenza che lui poi è tornato. Un poco alla volta. A volte più serio, a volte più lieve. Con lui ho parlato, ho pianto, urlato, mi sono riconciliato, man mano che il segno diventava più chiaro. Abbiamo cercato entrambi di comprendere. Ci siamo detti, il disegno e io, che non saremo più gli stessi. Come tanti altri. Questo libro non è una testimonianza, ancor meno un'opera a fumetti, ma piuttosto la storia di come si sono ritrovati due amici che hanno rischiato di perdersi di vista per sempre". Come si possa riuscire a rinascere dopo essere sopravvissuto per puri caso alla tragedia del Quai des Orfévres 36 è ciò che Luz tenta di fare ricorrendo alla sintesi del suo inchiostro. I disegni a volte sono macchie che sembrano muoversi sotto i nostri occhi descrivendo stati d'animo prima che immagini, con risultati drammaticamente coinvolgenti. In altri casi riemerge il Luz satirico e mordace che conosciamo. Ma subito il tratto cambia, come se un concetto, un'emozione, un sussulto di rabbia o di dolore cercassero una forma. Luz descrive con i suoi disegni, talvolta con i suoi scarabocchi, la non-vita da recluso sotto scorta, ma anche la storia d'amore con la compagna, a cui il libro è dedicato. Ed è proprio nel suo abbraccio che si realizza la catarsi, quella in grado di dare la forza di andare avanti nonostante tutto. Della tragedia del 7 gennaio abbiamo già parlato in questo spazio recensendo "Je suis Charlie" e il saggio postumo di Charb.

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