martedì 26 dicembre 2017

I MIRACOLI DI PADREPIO




Federico Sardelli
I MIRACOLI DI PADREPIO
Mario Cardinali Editore
2002, brossurato
100 pagine, 10 euro

Partiamo dal presupposto che Federico Sardelli è un genio. Detto a ragion veduta, considerando che si tratta sia di un grande direttore d'orchestra specializzato in musica barocca (è uno dei massimi esperti di Vivaldi), sia di uno dei massimi autori de "Il Vernacoliere", celebre e irrispettosa rivista satirica livornese. "I miracoli di Padrepio" (scritto tutt'attaccato) fanno parte di questa secondo aspetto della sua personalità, e dimostrano il suo talento comico quale scrittore di testi comici quanto disegnatore umoristico. Di Sardelli abbiamo già parlato più volte recensendo altri libri pubblicati da Mario Cardinali (lo storico, appunto, direttore del "Vernacoliere"), ma anche commentando il romanzo "Il caso Vivaldi" edito da Sellerio. Fra i libri comici dell'autore ci sono l'esilarante parodia di Cuore, la raccolta delle sue "proesie", i falsi giornali della "Rassegna StaNpa", l'irresistibile carrellata de "Le più belle cartoline del mondo" ma anche questa antologia delle cronache dei miracoli di Padre Pio già apparse su rivista. Le cronache, tutte rigorosamente false (del resto l'autore considera falsi anche i miracoli considerati veri, dunque per lui, giustamente, non c'è molta differenza), sono raccontate in un dialetto toscano/campano/pugliese non ben identificabile (ma molto buffo), costruito, si direbbe, a imitazione del modo di parlare di Padre Pio o dei suoi confratelli d'una volta. Ne è esempio il sottotitolo, dove parlando dei miracoli si avverte "Che avventeremmo veramente, potesse stiantare chi non cui crede, Ame". Foto e disegni esemplificano il tipo di interventi miracolosi, come il prodigio per cui il povero Bulbesio Lupi che rimase schiacciato da un TIR non morì ma rimase soltanto con le gambe triturate, o quello grazie al quale un uomo che andava dal barbiere e stava per pestare una cacca venne avvisato per tempo da una apparizione e non la pestò. Una postfazione dello stesso Sardelli propone (in modo serio ma piuttosto critico nei confronti del santo) alcuni cenni storico-biografici di Francesco Forgione (appunto San Pio). Ovviamente un libro del genere può far accapponare la pelle ai devoti del Padre in questione, ma nello spirito trasgressivo e anticlericale del "Vernacoliere", che si rifà alla satira di storiche riviste come "L'asino" e a una tradizione di goliardia e di fiera mancanza di rispetto, è uso anche scherzare con i santi. Chi apprezza legga (e si divertirà), chi non apprezza non legga (e non si arrabbierà).

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