lunedì 29 ottobre 2018

IL VOLO DELL'ELEFANTE



Stefano Bidetti
IL VOLO DELL'ELEFANTE
L'Erudita
2018, brossurato
265 pagine, 21 euro


Stefano Bidetti (romano, classe 1960, una laurea in Scienze Politiche) è un infaticabile organizzatore di eventi e di iniziative editoriali amatoriali in ambito fumettistico, appassionato di cinema, letteratura, illustrazione e ormai definitivamente votato a coltivare la sua vena artistica come sceneggiatore di storie a fumetti (finora tutte brevi e circostanziate) ma anche, come dimostra questo suo primo romanzo, di scrittore di narrativa, dopo essersi cimentato a lungo come saggista specializzato nella Nona Arte. A dispetto della sua preferenza per le tematiche avventurose (la sua principale passione fumettistica è Zagor), per "Il volo dell'elefante", la sua opera prima in ambito romanzesco, ha scelto il terreno dell'introspezione psicologica, indagando sui delicati temi dell'amicizia,, dell'amore, della crescita, della competizione fra amici. E' ben vero che il romanzo comincia subito dopo un omicidio e con la pistola che l'assassino, rientrato in casa dopo il delitto, getta sul letto. Però, tutto il resto è una dettagliata ricostruzione del percorso che ha condotto Roberto a uccidere l'amico Alex, a lui legato fin dai banchi di scuola. E chi immagina di scoprire un movente forte, clamoroso, eclatante (un violento litigio, soldi rubati, droga, gravi contrasti famigliari) dovrà ricredersi perché alla fine non c'è nemmeno un tradimento dovuto a una donna portata via da uno ai danni del'altro. O meglio: una donna di mezzo c'è: Francesca. E un tradimento avviene. Ma non è per quello (o solo per quello) che Roberto uccide (pur avendo forse, riguardo a Francesca, più motivi Alex). Oltre a raccontare la storia di un'amicizia durata un'intera fase della vita (l'adolescenza), Bidetti ricostruisce anche il clima di anni politicizzati (il decennio dei Settanta) con occupazioni di scuole, manifestazioni, manganellate poliziesche, senza però politicizzare il romanzo. Romanzo che ha il difetto di essere più scritto (e più scritto del necessario) che dialogato, ma di questa colpa il buon Bidetti si emenderà di sicuro con la sua opera seconda.

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