martedì 24 novembre 2020

HELGOLAND

 
 



 
Carlo Rovelli
HELGOLAND
Adelphi
brossurato, 2020
230, 15 euro


Helgoland è un'isola del Mare del Nord dove, nel 1925, il giovane studente Werner Heisemberg (aveva solo 23 anni, all'epoca) si era ritirato per combattere la sua allergia ai pollini (non ci sono pollini, su un'isola tanto freddo e rocciosa). Allievo di Max Born a Gottingen ma chiamato da Niels Bohr (non si confondano i due nomi) a lavorare con lui e uno staff di giovani menti a Copenaghen, Heisenberg a Helgoland aveva tutto il tempo che gli serviva per interrogarsi sui problemi che le ultime scoperte nel campo della fisica ponevano a tutti gli scienziati. Uno, in particolare, lo ossessionava: il salto delle orbite degli elettroni che ruotano attorno al nucleo atomico. Racconta il fisico: "erano più o meno le tre del mattino quando il risultato finale dei miei conti fu davanti a me. Mi sentivo profondamente scisso. Ero così agitato che non potevo pensare di dormire. Lasciai la casa e mi misi a camminare lentamente nell'oscurità. Mi arrampicai su una roccia a picco sul mare, sulla punta dell'isola, e attesi il sorgere del sole".  Heisenberg aveva trovato la soluzione del problema e gettato le basi della meccanica quantistica, cancellando anche, nel tempo stesso, il nostro concetto di realtà. Lo spiega bene Carlo Rovelli, fisico di fama internazionale, quando racconta di una sua passeggiata in riva al mare in margine a un congresso, assieme a un collega: i guardano le onde e si chiedono come sia possibile, come in effetti è, che tutto ciò che vedono non esista. Tutto è assurdo, parlando di quanti. Rovelli, con sincero entusiasmo, racconta gli sviluppi successivi della scoperta di Heisenberg, fino ai Nobel assegnati a lui, e a quasi tutti quelli che seguirono la sua scia, come Schrödinger, Pauli, Dirac. Oltre a spiegare i principi della nuova fisica, che si applicano solo a livello infinitesimale (così come visto dall'alto il mare può sembrare una tavola blu, ma scendendo si vedono le increspature), Rovelli racconta anche aneddoti gustosi, tra cui quello secondo il quale Schrödinger elaborò la principale delle sue teorie mentre era in una baita alpina con sua amante (c'era e non c'era). Nella seconda parte del saggio, l'autore si dilunga sulle teorie filosofiche che giustificano e sostengono i principi della quantistica, come la concezione della realtà come percezione. "La realtà non è come ci appare" è del resto il titolo di un precedente libro dello scienziato, di cui ci siamo già occupati in questo spazio.

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