domenica 5 settembre 2021

IL CACCIATORE DI AQUILONI

 

 


Khaled Hosseini
Fabio Celoni
Mirka Andolfo
Tommaso Valsecchi
IL CACCIATORE DI AQUILONI
Piemme
2011, brossurato
140 pagine, 9.90 euro


Khaled Hosseini, scrittore statunitense di origine afghana, scrisse "Il cacciatore di aquiloni" nel 2003: fu un esordio di grande successo. Si tratta in effetti di un romanzo coinvolgente ed emozionante che mette a confronto società e culture diverse, narrando una storia di sentimenti forti, contrastati e contrastanti, intessuti con fatti storici reali. Il successo è stato ripetuto e confermato dai titoli successivi dello scrittore.
Ambientato negli States, in Pakistan e in Afghanistan, racconta la storia di due ragazzi, Amir (di etnia pashtun) e Hassan (di etnia hazar), sullo sfondo di drammatiche vicende che prendono il via a Kabul nel 1970, quando la città era libera (pur con tutte le contraddizioni del caso). Hassan vive come servitore nella casa del padre di Amir, il vedovo Baba, ma a dispetto della diversa condizione sociale i due sono grandi amici, nonostante la gelosia del pashtun verso le attenzioni di Baba per il giovane hazar e il senso di colpa di Amir per la morte (di parto) della madre. Si scopre poi che le premure del padre verso Hassan hanno una spiegazione (ma rivelare quale sarebbe spoilerare). Il titolo del romanzo deriva da un gioco molto in voga tra i ragazzi di Kabul in quegli anni: non far volare di più e meglio i proprio aquiloni, ma impossessarsi di quelli degli altri dopo aver tagliato il filo degli avversari. Ma se gli avversari sono bulli violenti e più grandi che non accettano la sconfitta si può andare incontro a grossi guai: a pagarne le conseguenze è Hassan, a cui, un giorno, si deve la vittoria di Amir. Il giovane hazar viene picchiato e addirittura violentato dalla banda del bieco Assef, che poi diventerà, anni dopo, un feroce capo talebano. Lo stupro di Hassan provoca una strana reazione in Amir, che cade vittima dei sensi di colpa per non essersi esposto in soccorso dell'amico, e fa in modo (inscenando un furto) di farlo allontanare dalla casa del padre. Gli eventi precipitano: nel 1981, in seguito all'occupazione russa, Baba e il figlio si trasferiscono negli Stati Uniti, attraversando le difficoltà di una difficile integrazione. Si susseguono gli eventi della vita: il tormentato Amir, che ha perso le tracce di Hassan, si sposa, Baba muore di cancro. Nel 2001, però scopre che il suo vecchio amico è stato ucciso, con sua moglie, in circostanze drammatiche (mentre continuava a far la guardia alla casa di Baba, fedele come sempre), dai talebani che hanno preso il potere a Kabul. E' rimasto un orfano, Sohrab. Hamir capisce che per pagare il debito che ha con Hassan deve sottrarre il bambino ai talebani e portarlo in Occidente. Si imbarca così in una rischiosissima missione di recupero che riporta a Kabul, dove si trova faccia a faccia con Assef intento, con i suoi, a lapidare una donna, rimasto lo stupratore di bambini che era. Una storia che strizza lo stomaco.
Dopo aver pubblicato il romanzo in Italia nel 2004, Piemme pubblica nel 2011 anche "la" graphic novel (così c'è scritto il copertina, al posto di "il"), attribuendo sulla cover l'opera a Fabio Celoni (disegni) e Mirka Andolfo (colori) e citando solo all'interno lo sceneggiatore Tommaso Valsecchi. L'operazione è felice, la trasposizione a fumetti riuscita, anche se (come si dice di solito dei film), "era meglio il libro". Sarebbero servite molte pagine in più, come capita spesso in questi casi. Ma il fumetto che ne è venuto fuori è efficace sia nei testi, che nei disegni, che nei colori.

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