Rosie Andrews
IL LEVIATANO
Neri Pozza
2024, brossura
320 pagine, 19 euro
IL LEVIATANO
Neri Pozza
2024, brossura
320 pagine, 19 euro
C’è un altro libro intitolato “Il Leviatano”, e l’ha scritto il filosofo inglese Thomas Hobbes nel 1651. Chiaramente, non è questo. Sia lui che Rosie Andrews, l’autrice del romanzo di cui ci stiamo occupando, fanno riferimento però allo stesso mostro citato da alcuni passi della Bibbia. Il Leviatano, di cui parlano Giobbe, Isaia, Amos e i Salmi, è una sorta di gigantesco serpente marino, un drago che incarna il caos primordiale, corrispondente a creature simili presenti in altre mitologie. Hobbes lo usa come simbolo del dispotismo dello stato che tiranneggia sui comportamenti dei singoli decidendo per loro. Rosie Andrews, in questo suo primo romanzo di grande successo, lo usa invece fuor di metafora (poi, una metafora si può sempre trovare, anche per la Vispa Teresa) raffigurandolo proprio come un mostro marino serpentiforme. Tuttavia, la scrittrice inglese non sceglie la strada del romanzone horror pronto per gli effetti speciali del cinema, o del kolossal catastrofico facendo emergere dall’Oceano una sorta di Godzilla. Al contrario, la vicenda proposta è minimalista: in parte racconto gotico, in parte romanzo storico (è ambientato nella contea di Norfolk, in Inghilterra, nel Seicento), in parte storia d’avventura e di mistero in cui il Leviatano si vede poco o punto. Eppure sembra esserci proprio lui nella possessione demoniaca che ha come vittima la sedicenne Esther Treadwater, improvvisamente diventata una “non Esther” per quel che dice, per quel che fa. Suo fratello Thomas, rientrato a casa dalla guerra, la trova trasformata e, indagando tra le carte del padre finito in stato comatoso, scopre che Esther non è sua sorella, ma fu adottata dopo essere stata salvata dal relitto di una nave affondata appunto dal Leviatano. Con l’aiuto di una donna accusata di stregoneria e strappata al supplizio, Chrissa Moore, e di un vecchio amico del padre, John Milton, il razionale Thomas cerca con ogni mezzo di liberare la sorella dalla maledizione. Il tutto è ben raccontato, per carità, così come convince la ricostruzione degli ambienti e della società. Tuttavia, personalmente ho chiuso il libro arricciando il naso, vagamente deluso. Il collegamento fra il mostro marino e la possessione demoniaca di Esther non sembra convincente e resta sbilanciato il rapporto fra il potere distruttivo del Leviatano e la piccola posta in gioco costituita dalla salvezza della famiglia Treadwater.
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