Raffaele Della Monica
WES SHERMAN
WES SHERMAN
Cut-Up Publishing
Cartonato, 2024
180 pagine, 29.90
Cartonato, 2024
180 pagine, 29.90
Immaginatevi la scena. Un prolifico e meticoloso disegnatore di fumetti passa tutta la giornata a disegnare le sceneggiature che gli arrivano dalla Casa editrice, e lo fa con tutta la cura e l’attenzione che gli viene richiesta da collaborazioni prestigiose e da lettori esigenti. Otto, dieci ore con la matita, il pennino, il pennello in mano. Giunge la sera, è ora di staccare. Uno sbadiglio, una stiracchiata, magari uno spuntino, poi l’autore si chiede: “cosa posso fare, adesso, per rilassarmi un po’?”. Semplice: riprende a disegnare, ma storie sue, di cui elabora anche il testo e i dialoghi e che pertanto gli permettono di andare, con la fantasia, esattamente dove vuole e non dove lo porta lo sceneggiatore di turno. Quel fumettista esiste e si chiama Raffaele Della Monica. Per anni, sono stato abituato a ricevere da lui volumi autoprodotti e stampati in poche copie distribuite in regalo agli amici, con storie a fumetti realizzate per divertimento. La maggior parte di quei racconti erano western e avevano per protagonista lo sceriffo Wes Sherman. Conosco pochi disegnatori con la voglia di disegnare di Raffaele, e di disegnare di tutto e di più, dai personaggi Disney ad Alan Ford, passando con disinvoltura dall’umorismo all’horror, da “Only West Baby” (serie di sua ideazione) a Gordon Link, Tex, Mister No, Zagor.
A proposito di Zagor, conoscendo il forte desiderio di Della Monica di illustrare testi propri, l’ho assecondato inserendo nella saga un’avventura scritta e disegnata tutta da lui, “Braccati!”, lo Zenith Bis dell’estate 2023. E’ cosa assai rara che una storia dello Spirito con la Scure venga scritta e disegnata dalla stessa persona: in passato (all’inizio degli anni Sessanta) era accaduto soltanto con Gallieno Ferri, creatore grafico del personaggio. Eppure, avendo seguito per tanti anni la carriera di Raffaele, essendogli diventato amico, ho capito che poteva riuscirci benissimo, cosa che in effetti è accaduta. Un anno dopo, finalmente, grazie a Cut-Up Publishing, quattro storie di Wes Sherman, finora lette soltanto da pochissimi, vengono raccolte in volume. Storie che sono la quintessenza del western più classico, di cui evidentemente l’autore ha nostalgia.
Ne ho parlato con Raffaele che mi ha risposto senza staccare la matita dal foglio. Ho preso appunti e in pratica lui vorrebbe che spiegassi quanto segue: «Wes, è leale, ligio al dovere e deciso. Non ama uccidere, ma se capita, lo fa senza scrupoli. Ha una assistente (Arleen), poco attraente e un po' maschiaccio. Una tipa tosta che lo sostituisce quando non c'è. Wes non è credente e spesso discute con il reverendo Mc Nelly del possibile Aldilà. Di volta in volta, Wes si avventura nei tipici paesaggi del West, senza precisi riferimenti. Le sue avventure hanno inizio con "L'oro di Luke", realizzato anni fa. Mi piace non dargli una precisa collocazione storica. Le sue sono avventure senza tempo. Mia intenzione è stata di fare una serie di storie semplici e assolutamente leggibili, con sentimenti autentici. Ne' dalla parte dei bianchi, ne' dalla parte degli indiani. Solo dalla parte dei buoni». Mi sembra giusto. Continua a fare fumetti, Raffaele. E ogni tanto facciamone ancora qualcuno insieme.
L’editore ha chiesto a me di scrivere la prefazione. Riporto qui sotto la biografia professionale di Della Monica compilata per quel testo introduttivo. Vi segnalo anche la mia recensione per il volumetto che raccoglie la serie “Only West, Baby!”:
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L’esordio di Della Monica su Alan Ford avvenne con “Superciukissimo” (dopo alcune prove come inchiostratore e il rifacimento di “Ostix” per la collana “Il Gruppo TNT”). Da quel momento in poi lanciai gridolini isterici di giubilo ogni volta che uscivano albi illustrati dal salernitano: “Bellegambe Betty”, “Una rosa per Bob”, “Il Numero Uno è morto” i miei preferiti, tra la ventina che portano la sua firma. Presto cominciai ad apprezzare un altro giovane disegnatore che venne ad affiancarsi a Raffaele, Giuliano Piccininno, anche lui di Salerno (o giù di lì: di Giffoni Valle Piana): tutti e due sarebbero finiti a lavorare con me a Zagor, un personaggio della Sergio Bonelli Editore. Ma questa è un’altra storia. Ci serve accennare a Piccininno, parlando di Della Monica, perché entrambi avevano frequentato la stessa palestra fumettistica, quella di un gruppo di autori salernitani riuniti attorno a una rivista amatoriale chiamata “Trumoon”, il cui primo numero è del 1981. Non a caso, nella seconda vignetta di tavola 76 dell’Alan Ford n° 171, su una parete di un bar leggiamo un cartellone pubblicitario che dice: “Trumoon Beer”. Sempre non a caso, Della Monica e Piccininno tra il 1985 e il 1986 si fanno aiutare con le chine da noi (accreditati) sugli albi alanfordiani, di Giuseppe De Nardo, Luigi Siniscalchi e Roberto De Angelis, tutti ragazzi (all’epoca) della banda salernitana solita riunirsi in Via Bastioni. “Trumoon”, il cui primo numero è datato 1981, su cui si sono fatti le ossa tutti gli autori della cosiddetta “scuola salernitana”, fra i quali, oltre ai nomi già citrati, figuravano anche Bruno Brindisi, Luigi Coppola e Daniele Bigliardo. Fra i personaggi nati dall’attività del gruppo ci sono gli scalcinati eroi western della serie comica “Texas Strangers”, disegnata da Raffaele con una grande verve umoristica (ci torneremo fra poco). Giuliano Piccininno, nella sua prefazione a una ristampa di questa breve saga, ricorda: "Via Bastioni è una stradina del centro storico di Salerno all'ombra della cattedrale romanica dove, nel 1977, un gruppo di ragazzi sconsiderati decise di aprire uno studio per produrre fumetti". Tra il 1985 e il 1987, lasciato Alan Ford, Della Monica entra a far parte dello Staff di If: essendo molto versatile, disegna con disinvoltura per testate diversissime fra loro, come “Cucador”, “Masters of the Universe”, “Intrepido” e “Topolino”. Il disegnatore aiuta quindi Franco Bignotti nella rifinitura di un episodio di Mister No, sempre per Mister No, realizza le matite inchiostrate da Roi e infine comincia a fare tutto da solo. Dopo una breve parentesi con una storia di Martin Mystère, Raffaele passa a Tex. In seguito, per un breve periodo lascia la Bonelli in favore della Dardo e di “Gordon Link” (una serie horror scritta da Gianfranco Manfredi), ma vi fa ritorno per dedicarsi a Zagor, Magico Vento e Shangai Devil. Ma è proprio nello staff dello Spirito con la Scure che il tratto pulito ed efficace del salernitano trova la sua collocazione più consona e proficua, divenendo negli anni un punto di riferimento per i lettori e per i colleghi illustratori. Lo testimonia ancor di più, però la caparbietà con cui convinse i suoi amici di “Trumoon” ad assecondarlo con un esperimento editoriale riconducibile sotto l’etichetta “Only West, Baby”. Raffaele Della Monica aveva una gran voglia di diventare editore di se stesso sulla scorta di ciò che aveva fatto Wally Wood in America (il paragone è di Giuseppe De Nardo). L'esperimento non ottenne i risultati sperati (e che avrebbe meritato) e i numeri usciti furono solo tre. C'è da chiedersi perché, nel 1990, gli autori dei "Only West Baby" abbiano voluto dedicarsi appunto solo al western: "Basta con questo West! Buttiamoci sui supereroi", consiglia Piccininno in una vignetta autoironica. La risposta, probabilmente, è che al cuore non si comanda, e Della Monica è innamorato del genere western. Quello più classico, avventuroso, pieno di polvere da paro e zoccoli di cavalli. Tant’è vero che, pur avendo da disegnare di tutto e di più, e impelagato fino al collo con le consegne delle tavole di Zagor, Raffaele ha continuato imperterrito a tempo perso (dice lui), a scrivere e illustrare storie del West, e a pubblicare in tiratura limitatissima, solo per gli amici, in pratica, le avventure di un suo eroe, Wes Sherman. In altre parole: dopo aver disegnato tutto il giorno, giunto a sera Della Monica si rilassa disegnando roba sua. In realtà fa anche dell’altro: dipinge. Quadri astratti, ma anche ceramiche con vedute della costiera sorrentina e persino affreschi con soggetti religiosi (chiedete al parroco del suo paese). La verità è che disegnatori si nasce e ancor di più fumettisti. Si finisce per vivere a fumetti, pensare a fumetti, sognare a fumetti. Sto scrivendo troppo per una prefazione ma, che volete, anche scrittori di fumetti, e sui fumetti, si nasce e io lo nacqui.