martedì 7 luglio 2020

L'EREDITA' MISTERIOSA


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Pierre Alexis Ponson du Terrail
L'EREDITA' MISTERIOSA
Landscape Books
2017, brossurato
280 pagine, 16.90 euro


L'aggettivo "rocambolesco" è entrato nel linguaggio comune, e sta a significare che un viaggio o delle vicissitudini sono stati particolarmente avventurosi, tormentati, pieni di colpi di scena, difficili da sbrogliare. Il personaggio di Rocambole, da cui l'aggettivo trae origine, venne creato dall'aristocratico Pierre Alexis Ponson du Terrail (1829-1871) nel bel mezzo degli anni d'oro del romanzo d'appendice, di cui fu fortunato autore. Nel 1857, Ponson du Terrail inizia a pubblicare a puntate su "La Patrie" una storia a puntate dal titolo "I drammi di Parigi", di cui "L'eredità misteriosa" costituisce la prima parte e che rappresenta la premessa di tutte le seguenti rocambolesche (appunto) avventure. Il buffo è che in questo primo episodio Rocambole non compare. Il personaggio, infatti, entra in scena soltanto successivamente e neppure come protagonista, ma come figura di contorno (uno scagnozzo al servizio del perfido visconte Andrea, il malvagio della storia). Ben presto, però, il pubblico dimostrò di gradire a tal punto il personaggio che Ponson du Terrail si vide costretto (e probabilmente lo fece comunque volentieri) a renderlo la figura centrale su cui ruotano tutti gli avvenimenti. Infatti Rocambole arriverà a uccidere Andrea e a trasformarsi da anima nera a eroe positivo, seppur abituato a muoversi al di fuori della legge, come una sorte di "ladro gentiluomo" alla Arsenio Lupin. Benché Rocambole sia assente all'inizio della saga (composta da qualche migliaio di pagine e da leggersi come un unico, ininterrotto racconto), "L'eredità misteriosa" manifesta tutte le caratteristiche del "rocambolesco". Il romanzo si legge tutto d'un fiato, i capitoli sono brevi, i personaggi a tinte forti, i particolari truculenti, ogni puntata si conclude con un colpo di scena sempre più clamoroso. Insomma, tutto ciò che si definisce "feuilleton". Le vicende cominciano nel 1812, durante la ritirata dalla Russia delle truppe di Napoleone. Un capitano, il malvagio Felipone, uccide, come parte di un losco piano, il colonnello De Kergaz ("la pallottola gli spezzò il cranio e le cervella schizzarono sanguinanti sulle mani dell'assassino") e riesce a sposarne la vedova, Helene, divenendo il padre adottivo del figlio che lei ha avuto dal primo marito, Armand. Poiché la donna, subito resa infelice, sta per dare alla luce il figlio di Felipone, destinato a chiamarsi Andrea, il malvagio non esita a gettarlo in mare, in modo da far ereditare tutto al sangue del suo sangue. Ma il piccolo Armand in realtà non muore, a lungo viene creduto un orfano prima che si stabilisca la sua vera identità. Nel frattempo lui e Andrea sono cresciuti: Andrea, al pari del padre, si rivela di una malvagità totale, il fratellastro invece si dedica all'aiuto dei più deboli. La lotta senza esclusione di colpi fra i due è quella del Bene contro il Male. "L'eredità misteriosa" ha il torto di non conludersi: serve leggere "I drammi di Parigi" per scoprirne il seguito. Ma del resto, il romanzo d'appendice è per definizione "a suivre".

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