domenica 5 luglio 2020

GLI OMICIDI DI BEACON HILL





Roger Scarlett
GLI OMICIDI DI BEACON HILL
Polillo Editore
brossurato, 2019
240 pagine, 16.40 euro


I gialli, o meglio, gli arancioni (visto il colore di copertina che li caratterizza), della collana "I bassotti" della Polillo Editore sono una garanzia, per gli appassionati (come il sottoscritto) del classico classico anglo-americano. Quello, per intenderci, con i delitti commessi nelle ville e nei castelli, negli anni Venti o Trenta, quando non c'erano ancora CSI e RIS, e le soluzioni dei misteri si rivelavano sorprendenti e basate su meccanismi logici ineccepibili. Gialli alla Agatha Christie o alla John Dickson Carr, di cui esiste una sterminata produzione proposta anche da autori non altrettanto famosi ma non di rado di ottimo livello. Roger Scarlett, a cui si deve "Gli omicidi di Beacon Hill", è un autore del tutto particolare perché si tratta di uno pseudonimo che nasconde due donne: le americane Dorothy Blair (1903-1976) ed Evelyn Page (1902-1977), che insieme firmarono cinque gialli con protagonista l'ispettore Norton Kane, specializzato in "delitti impossibili". Nel caso di quelli commessi nella villa di Beacon Hill, di proprietà diede ricco mister Sutton, si tratta di due misteri apparentemente insolubili: il padrone di casa viene trovato ucciso con un colpo di pistola in una stanza nella quale c'è solo una sua amica, Mrs Anceney, trovata seduta davanti a lui, la quale dichiara di non aver sparato, nonostante l'arma del delitto rinvenuta su tavolo accanto a lei; portata in una stanza adiacente e messa sotto sorveglianza di un poliziotto in attesa dei primi rilievi sul luogo del delitto, la donna viene a sua volta uccisa da qualcuno che non si sa come abbia potuto entrare e uscire. Il giallo è intrigante, e soprattutto è ben scritto: mantiene alti la tensione e l'interesse con continui colpi di scena. Si arrivava alla fine convinti che le autrici abbiano avuto ragione su tutto, a parte il fatto che il colpevole risulta essere proprio uno dei sospetti. A pensarci bene, se tutti sospettano di un insospettabile, puntare su uno dei sospetti potrebbe perfino sorprendere il lettore.

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