Friedrich Dürrenmatt
IL GIUDICE E IL SUO BOIA
Adelphi
2015, brossura
130 pagine, 10 euro
"Il giudice e il suo boia" è una delle prime opere scritte dallo svizzero Friedrich Dürrenmatt (1921-1990), di cui abbiamo parlato a proposito di un altro romanzo, posteriore di qualche anno, "La promessa". "Der Richter und sein Henker" apparve a puntate su rivista tra il 1950 e il 1951, per venire poi raccolto in volume nel 1952. Rispetto a "La promessa", il meccanismo giallo è più solido: questa volta la soluzione (sorprendente) del caso di omicidio (quello di un poliziotto) da cui prende le mosse la narrazione è totale e convincente e la verità viene appurata dall'investigatore, il commissario Bärlach. Tuttavia quest'ultimo è un poliziotto problematico: malato con pochi mesi di vita, con molti fantasmi nel passato, alle prese con un dilemma di coscienza riguardo a un vecchio nemico, Gastmann, di cui non poté dimostrare la colpevolezza in passato e a cui potrebbe oggi attribuire un delitto che non ha commesso, in modo che possa in qualche modo pagare comunque il fio delle sue colpe. L'assassino è un altro, insospettabile, e incastrato da Bärlach in maniera lucida e letale, il romanzo giunge a una sua conclusione. Tuttavia la scrittura cupa e lacerante di Dürrenmatt pone sempre al centro la dicotomia fra la realtà delle cose e quella che è possibile appurare per via giudiziaria. Georges Simenon, letto questo noir, disse: "Non so che età abbia l'autore. Se è alla sua prima prova, credo che farà strada". In effetti Dürrenmatt avrebbe primeggiato ma soprattutto come autore teatrale, e in ogni caso come scrittore tout-court, risultando difficile da incasellare come giallista.
IL GIUDICE E IL SUO BOIA
Adelphi
2015, brossura
130 pagine, 10 euro
"Il giudice e il suo boia" è una delle prime opere scritte dallo svizzero Friedrich Dürrenmatt (1921-1990), di cui abbiamo parlato a proposito di un altro romanzo, posteriore di qualche anno, "La promessa". "Der Richter und sein Henker" apparve a puntate su rivista tra il 1950 e il 1951, per venire poi raccolto in volume nel 1952. Rispetto a "La promessa", il meccanismo giallo è più solido: questa volta la soluzione (sorprendente) del caso di omicidio (quello di un poliziotto) da cui prende le mosse la narrazione è totale e convincente e la verità viene appurata dall'investigatore, il commissario Bärlach. Tuttavia quest'ultimo è un poliziotto problematico: malato con pochi mesi di vita, con molti fantasmi nel passato, alle prese con un dilemma di coscienza riguardo a un vecchio nemico, Gastmann, di cui non poté dimostrare la colpevolezza in passato e a cui potrebbe oggi attribuire un delitto che non ha commesso, in modo che possa in qualche modo pagare comunque il fio delle sue colpe. L'assassino è un altro, insospettabile, e incastrato da Bärlach in maniera lucida e letale, il romanzo giunge a una sua conclusione. Tuttavia la scrittura cupa e lacerante di Dürrenmatt pone sempre al centro la dicotomia fra la realtà delle cose e quella che è possibile appurare per via giudiziaria. Georges Simenon, letto questo noir, disse: "Non so che età abbia l'autore. Se è alla sua prima prova, credo che farà strada". In effetti Dürrenmatt avrebbe primeggiato ma soprattutto come autore teatrale, e in ogni caso come scrittore tout-court, risultando difficile da incasellare come giallista.
Nessun commento:
Posta un commento