giovedì 2 dicembre 2021

LA DIVINA COMMEDIA SECONDO CATTIVIK

 


 

 
Moreno Burattini
Giorgio Sommacal
LA DIVINA COMMEDIA SECONDO CATTIVIK
Edizioni Astragalo
88 pagine, 10 euro


Nel mio blog "Freddo cane in questa palude", una volta (nel 2916), ho parlato della trilogia"dantesca" di Cattivik realizzata negli anni Novanta da me e da Giorgio Sommacal, e ho scritto così: "Fra i tanti sogni nel cassetto ne ho uno che, per ora, non si è mai avverato: veder pubblicata in un unico albo la parodia della Divina Commedia pubblicata in tre parti su altrettanti albi di Cattivik ".

In occasione del 700° anniversario della morte di Dante, nel 2021, il desiderio si è avverato grazie alle edizioni Astragalo (in accordo con Silver/Mck) e a una mostra allestita al Forte di Bard, dedicata agli omaggi di fumettisti di tutto il mondo al poema del fiorentino.
Si tratta di una edizione limitata (settecento copie, tante quanti gli anni dell'anniversario), con tre tavole realizzate ex novo da Sommacal su testi miei, a unire le storie originarie. Rileggendo la trilogia mi pare che faccia molto ridere (grazie soprattutto alla strepitosa vis comics dei disegni di Giorgio) ma mi rendo conto di come all'epoca ci si potessero prendere molte più libertà di adesso. Oggi non si può più scherzare così serenamente.

Ecco un estratto dalla mia prefazione.

Sul n° 16 di Cattivik, datato gennaio 1991, uscì la prima storia del malefico personaggio sceneggiata dal sottoscritto e illustrata da Giorgio Sommacal, intitolata “Lavori in corso”. In seguito, la nostra accoppiata si sarebbe riproposta per una ventina di storie e si interruppe solo perché io fui costretto a occuparmi di altri personaggi (Lupo Alberto e Zagor soprattutto). Va detto che inizialmente Giorgio scriveva da solo i propri testi, e lo faceva, in verità, parecchio bene; tuttavia, essendo necessaria una notevole e costante produzione di nuove storie, fu giocoforza per lui ricorrere all’aiuto di uno scrittore. Credo di poter dire che Giorgio si sia trovato particolarmente bene, nel collaborare con me, nonostante all’epoca fossi un giovane sceneggiatore alle prime armi. Immagino sia stato per questo che, all’inizio del 1992, mi parlò di un progetto che aveva nel cassetto. “Ho avuto l’idea per una storia, che però non riesco a far quagliare. Ecco i miei appunti: ce la fai a tirarne fuori qualcosa?”. Giorgio mi passò alcuni fogli con dei disegni abbozzati alla buona: mi resi conto che si trattava di spedire Cattivik nientemeno che all’Inferno. Mi parve una trovata magnifica: per un eroe dissacrante come il Genio del Male bonviano, quale miglior cimento che dissacrare il sacro poema? Cominciai a lavorarci su. Diedi struttura e consistenza al racconto, escogitai gag, battute e giochi di parole, sottoposi il tutto a Silver che approvò, e Sommacal si mise al lavoro. La storia, a cui venne dato il titolo di “Un’avventura infernale”, uscì sul n° 32 di Cattivik, datato maggio 1992.

Mi è stato chiesto perché abbia dato a Dante Alighieri le sembianze di un vecchio poeta scacciato da un ospizio. La risposta è questa: negli anni del liceo mi divertivo a mettere in parodia, con vignette e disegni destinati ad allietare (o tormentare) i miei compagni di classe, gli argomenti di studio. Una volta, in questi miei esercizi umoristici, mi capitò di ironizzare sul fatto che Ovidio e Dante, poeti su cui eravamo chiamati ad applicarci, fossero stati mandati in esilio: immaginai che il vero motivo della loro cacciata fosse l’insofferenza di chi li udiva declamare versi ad alta voce e a ogni piè sospinto. Mi pareva ovvio che, dopo aver sentito l’Alighieri recitare per l’ennesima volta i propri componimenti, i fiorentini esasperati avessero detto “basta” e spingendolo fuori dal portone. Memore di questa mia trovata di gioventù, trasformai Dante in un vecchietto messo al bando dai residenti della sua stessa casa di riposo, che non ne potevano più di udir ripetere endecasillabi a tutte le ore del giorno e della notte. Va detto che, nonostante ci scherzassi su, sono sempre stato (anche ai tempi di scuola, voglio dire) un cultore del Sommo Poeta. Durante i miei studi universitari (fatti a Firenze) ricordo un esame di filologia dantesca che mi entusiasmò. In seguito, ho riversato le mie conoscenze e il mio amore verso la Divina Commedia anche in una storia di Dampyr, un personaggio della Sergio Bonelli Editore creato da Mauro Boselli e Maurizio Colombo: lo Speciale n° 12 (2016) si intitola, non a caso, “La porta dell’inferno”. Grazie agli spettacolari disegni di Fabrizio Longo ho infatti precipitato il protagonista negli inferi danteschi.

“Un’avventura infernale” fu l’occasione per citare un’altra parodia dantesca, L’Inferno di Topolino di Guido Martina e Angelo Bioletto (1949), ma anche per far vedere tra i dannati controfigure di alcuni celebri cattivi dei fumetti, come Stanislao Moulinsky (l’antagonista di Nick Carter, altra creatura di Bonvi), la Banda Bassotti e il terzetto dei Fratelli Dalton (nemici di Lucky Luke).

Un anno dopo, visto il successo del racconto realizzato con Sommacal, mi parve giusto proporre a Silver un viaggio in Paradiso. In questo caso, il pensionato Dante viene lasciato nella sua casa di riposo. Per capire certe battute, a distanza di anni, bisogna ricordare la canzone “Benvenuti in paradiso” di Antonello Venditti o rammentare quanto la pop star Madonna imperversasse nel 1993.

A questo punto, fatto trenta fu d’uopo fare trentuno: perché, mi chiesi, non completare la parodia delle tre cantiche dantesche? Con “Cattivik in Purgatorio”, datato 1994, si torna a fare più precisi e puntuali rimandi alla “Divina Commedia”, dato che il navigatore solitario che sbarca su un’isola oltre le Colonne d’Ercole si chiama Ulisse proprio in memoria del canto XXVI dell’Inferno, là dove si racconta la sorte del Re di Itaca partito all’esplorazione dell’”alto mare aperto”. L’Ulisse dantesco naufraga contro la “montagna bruna” del Purgatorio esattamente come il compagno di viaggio di Cattivik nella parodia mia e di Sommacal. Il riferimento è alle imprese di navigazione in solitaria di Ambrogio Fogar ma, soprattutto, di Giovanni Soldini che, per le sue imprese marinaresche, era, in quegli anni, sulla cresta dell’onda (se mi si perdona la battuta). Agli esegeti più attenti il compito di scoprire altre citazioni, allusioni, riferimenti. Le tre avventure oltretombali del Genio del Male vengono qui raccolte in un unico volume collocate nell’ordine logico del viaggio dantesco. Probabilmente, se Dante lo avesse potuto leggere si sarebbe oltremodo impermalito e, con ogni probabilità, avrebbe mandato me e Sommacal all’inferno.

Nessun commento:

Posta un commento