martedì 5 luglio 2022

L’ULTIMA SCOMMESSA

 
 
 

 
 
Gian Mauro Costa
L’ULTIMA SCOMMESSA
Sellerio
Brossurato, 2014
288 pagine, 14 euro


“E’ arrivato Zagor”: questo l’incipit del romanzo. Che, dunque, non potevo non continuare a leggere. A pronunciare queste parole è l’investigatore Enzo Baiamonte, detective privato palermitano alle prime armi (gli è appena arrivato il tesserino che ne ufficializza l’attività) e alla ricerca del primo cliente. Il riferimento è al rumore di tuoni che giunge fuori dalla sua finestra. Perché, spiega l’investigatore (“a cui non difettava la cultura fumettistica”), Zagor “amava infatti apparire nello scenografico contorno di tempeste, bufere e alluvioni”. Troppa imprecisione per uno che si dice essere esperto di fumetti: a parte il fatto che Zagor non “amava” ma “ama” essendo ancora in attività, il rombo di tuono che accompagna alcune sue apparizioni davanti ai pellerossa è ottenuto facendo esplodere della polvere da sparo (dunque un vero e proprio “effetto speciale”) e non è frutto di vere bufere e tempeste (men che mai di alluvioni). Andando avanti nel romanzo ci sono imprecisioni ben più gravi relative a Tex (si dice che sua moglie Lilith è stara uccisa da dei “bracconieri”). Ma lasciamo perdere, ovviamente. Torniamo a Enzo Baiamonte, che cerca il primo caso su cui investigare dopo aver cambiato lavoro da elettrotecnico in detective privato (senza tesserino, Baiamonte aveva già investigato in “Yesterday”, romanzo d’esordio del personaggio, scritto nel 2001 da Gian Mauro Costa, giornalista dell’”Ora” passato alla RAI). Un detective un po’ scalcinato che si muove in una Palermo più scalcinata di lui a bordo di una vecchia Punto, residuato del vecchio secolo da poco trascorso (“L’ultima scommessa” è del 2014). Il caso viene trovato attraverso il passaparola tra conoscenti: glielo affida Stefania Anselmo, il cui padre, Vittorio, si era suicidato tagliandosi la gola perché oberato dai debiti da gioco (queste le conclusioni degli inquirenti). Stefania non ci crede e ci sono elementi che, in effetti, fanno dubitare della ricostruzione sommaria effettuata dalla polizia. L’incarico per Baiamonte è, dunque, quello di trovare le prove per una spiegazione diversa: secondo la figlia, Vittorio Anselmo è stato ucciso. Il giallo si fa leggere con piacere, mescolando abilmente i fatti personali della vita di Baiamonte, personaggio simpatico e molto umano, alla descrizione di una Palermo bellissima e trasandata, dove tutto è più complicato che altrove. Non solo: la ludopatia di Vittorio porta Enzo a scoprire tutto un mondo sotterraneo di giocatori incalliti e di malavitosi che organizzano giri di scommesse per ripulire i soldi sporchi della mafia. Il giallo trova una sua soluzione (un po’ macchinosa, a dire il vero) ma alla fine è proprio la ricostruzione del mondo dei ludopatici che resta impresso richiudendo il libro dopo aver letto l’ultima pagina.

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