Roberto Azzara
Giuseppe Maresca
WEIRD ZAGOR
IL FANTASTICO NELLA SAGA DELLO SPIRITO CON LA SCURE
Odoya
brossurato, 2023
488 pagine, 28 euro
Prima di tutto, bisogna mettersi d’accordo su che cosa si intende per “weird”. In realtà, chi ne parla tende a dire che non esiste una definizione precisa. Tuttavia si è più o meno tutti d’accordo nel ritenerlo un genere letterario imparentato con il fantasy e l’horror. Però, più si è weird, più si cerca di evitare di venire ingabbiati in un canone e di dover rispettare troppe norme e cliché. L’unica regola è raccontare qualcosa che inquieti, impaurisca e suggestioni i fruitori. Ci deve essere del bizzarro, dell’insolito, del fantascientifico, del mostruoso, del soprannaturale. Lovecraft, uno degli autori solitamente indicati come fra i più rappresentativi di questo tipo di narrativa, la descrisse così: “Il vero weird ha qualcosa di più di ossa insanguinate o catene tintinnanti. Deve essere presente una certa atmosfera di terrore che lascia senza fiato, inspiegabile, forze esterne e sconosciute; e ci deve essere una sospensione o sconfitta maligna di quelle leggi fisse della Natura che sono la nostra unica salvaguardia contro gli assalti del caos e i demoni dello spazio non scandagliato”.
Giuseppe Maresca
WEIRD ZAGOR
IL FANTASTICO NELLA SAGA DELLO SPIRITO CON LA SCURE
Odoya
brossurato, 2023
488 pagine, 28 euro
Prima di tutto, bisogna mettersi d’accordo su che cosa si intende per “weird”. In realtà, chi ne parla tende a dire che non esiste una definizione precisa. Tuttavia si è più o meno tutti d’accordo nel ritenerlo un genere letterario imparentato con il fantasy e l’horror. Però, più si è weird, più si cerca di evitare di venire ingabbiati in un canone e di dover rispettare troppe norme e cliché. L’unica regola è raccontare qualcosa che inquieti, impaurisca e suggestioni i fruitori. Ci deve essere del bizzarro, dell’insolito, del fantascientifico, del mostruoso, del soprannaturale. Lovecraft, uno degli autori solitamente indicati come fra i più rappresentativi di questo tipo di narrativa, la descrisse così: “Il vero weird ha qualcosa di più di ossa insanguinate o catene tintinnanti. Deve essere presente una certa atmosfera di terrore che lascia senza fiato, inspiegabile, forze esterne e sconosciute; e ci deve essere una sospensione o sconfitta maligna di quelle leggi fisse della Natura che sono la nostra unica salvaguardia contro gli assalti del caos e i demoni dello spazio non scandagliato”.
Chiediamoci adesso: ci sono collegamenti fra Zagor e il weird? Secondo Roberto Azzara e Giuseppe Maresca, autori di “Weird Zagor”, eccome. Del resto, se c’è un eroe che vive avventure il cui genere è difficile da definire a priori, quello è lo Spirito con la Scure: le sue storie, infatti, sono da sempre contaminate dalle suggestioni più diverse e costituiscono un crocevia dei più disparati generi che non di rado si mescolano tra loro. “Odissea americana”, per esempio, che narra di un viaggio in battello su un fiume inesplorato, comincia con un approccio realistico, ma poi lungo la navigazione si incontrano pericoli del tutto fantastici come quelli rappresentati da piante tentacolari carnivore e da scimmioni assassini. Un altro classico, “Il buono e il cattivo” propone una gara tra cugini per recuperare un oggetto che dà diritto a una eredità, ma per farlo i due devono attraversare una regione desertica popolata da misteriose creature subumane che vivono sottoterra. “Il re delle aquile” racconta di una banda che ha rapito il figlio di un capotribù indiano e pretende un riscatto in oro, ma il capo dei banditi ha acquisito lo strano potere di farsi obbedire dai rapaci. Insomma, bizzarro, insolito, mostruoso, sovrannaturale a ogni più sospinto anche quando i canoni sembrano quelli dell’avventura o del western. Sono sempre rimasto stupito di quei lettori che contestano il weird zagoriano ritenendo che l’eroe di Darkwood dovrebbe essere protagonista soltanto di racconti, diciamo così, “realistici”. Azzara e Maresca, censendo tutte, ma proprio tutte, le storie “fantastiche” dello Spirito con la Scure, dimostrano invece come la contaminazione tra i generi sia alla base del personaggio fin dall’inizio. La prima avventura analizzata è “L’uomo volante”, del settembre 1961; l’ultima è “Il capitano Nemo”, del luglio 2023. Nel mezzo, divise per decadi, le recensioni (con la puntuale analisi delle fonti e delle citazioni) di decine e decine di altre, con la precisa schedatura di vicende che, come Lovecraft voleva, lasciano senza fiato e sfidano le leggi della Natura. Chiude il volume una mia intervista sull’argomento.
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