lunedì 21 settembre 2015
LETTERA AI TRUFFATORI DELL'ISLAMOFOBIA
Charb
LETTERA AI TRUFFATORI DELL'ISLAMOFOBIA
CHE FANNO IL GIOCO DEI RAZZISTI
Piemme
2015, brossurato,
90 pagine, 14 euro
"Il manifesto postumo del direttore di Charlie Hebdo", c'è scritto in copertina. E sul retro: "Charb ha consegnato all'editore questo libro due giorni prima di essere ucciso".
Un'altra scritta: "Illuminante, pungente, satirico, profetico, racconta la gioiosa lotta di 'Charlie Hebdo' e ci riguarda tutti".
Naturalmente il punto di partenza è la frase di Stéphane Charbonnier (1967-2015) che tutti ricordano: "Preferisco morire in piedi che vivere in ginocchio". La sua ultima "Lettera" dovrebbe essere presa in visione dai tanti che hanno voluto distinguersi dallo slogan "Je suis Charlie" che venne coniato subito dopo la strage di Parigi. Ecco alcuni estratti di ciò che scrive Charb, a ciascuno decidere che giudizio darne.
"Se pensi che criticare le religioni sia una forma di razzismo, se pensi che l'umorismo sia incompatibile con l'islam, se pensi che i musulmani non siano in grado di andare oltre il senso letterale di un messaggio, allora buona lettura, perché questo libro è stato scritto per te".
"Non c'è niente da negoziare con i fascisti".
"Quando una donna velata viene insultata e aggredita perché porta il velo secondo l'usanza musulmana, il militante contro l'islamofobia sta con la vittima perché lei rappresenta l'islam. Non perché è una cittadina che è stata aggredita a causa delle sue credenze religiose da un fascista".
"Che dei razzisti siano in più islamofobi ha poca importanza".
"Dio è abbastanza grande da difendersi da solo".
"Se lasciamo intendere che si possa ridere di tutto tranne che di certi aspetti dell'islam perché i musulmani sono molto più suscettibili del resto della popolazione, non li stiamo forse discriminando?".
"E se domani un terrorista vegetariano minaccerà di morte tutti quelli che sostengono che mangiare carne è un piacere, bisognerà portare alle carote lo stesso rispetto che si esige da noi per i profeti delle tre religioni monoteistiche".
"Si lascia intendere che un disegnatore che fa la caricatura di un terrorista islamista voglia rappresentare così tutti i musulmani. Disegnando un jihadista che agisce da jihadista, si getta fango su un miliardo di credenti".
"Non esiste un terrorismo ateo nel XXI secolo. Gli atei subiscono persecuzioni quasi ovunque nel mondo ma nessuno di lori distrugge le opere d'arte create dai credenti".
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