mercoledì 1 marzo 2017

I DETTI DI GESU'



I DETTI DI GESU'
di Santiago Guijarro
Carocci Editore
2016, brossurato
150 pagine, 13 euro

Il titolo rischia di essere fuorviante, in mancanza in copertina del sottotitolo originale "Introduzione allo studio del Documento Q", che si legge soltanto all'interno. Non si tratta infatti di un libro religioso nel senso confessionale del termine, ma sostanzialmente di un saggio di filologia. Cioè, si ricostruisce e si analizza un testo perduto, che solo per caso è una delle fonti dei Vangeli di Matteo dei Luca - per caso, nel senso che una simile costruzione e una simile analisi avrebbero potuto essere condotte anche su opere poetiche, filosofiche, storiche o comunque letterarie della medesima epoca, vale a dire della seconda metà del primo secolo dopo Cristo. Insomma, i Vangeli, al di là di ogni implicazione fideistica, vengono esaminati per quel che sono dal punto di vista pratico, e cioè manoscritti usciti dalle penne di autori che scrivevano in greco e che attingevano da fonti in parte proprie e in parti comuni, di cui si può tentare di tracciare una ricostruzione come per qualunque altro testo. Quando si parla di "documento Q" o di "fonte Q" si usa un nome in codice che abbrevia la parola tedesca "Quelle", appunto "fonte", giacché uno dei primo studiosi, Chistian Weisse, che ne postulò l'esistenza nel 1838, era tedesco. Si deve sapere che i tre Vangeli sinottici, cioè molto simili fra di loro a differenza di quello di Giovanni che costituisce un caso a parte, sono stati scritti nell'ordine da Marco, Matteo e Luca. Marco, il primo, non conosceva e non poteva conoscere i testi di Matteo e Luca, mentre Matteo e Luca, che non si conoscevano fra loro, conoscevano il testo di Marco, da cui attingono a piene mani. Tuttavia Matteo e Luca hanno in comune oltre duecento versetti, praticamente identici, che non si trovano in Marco (oltre avere ciascuno altre fonti proprie). Dunque il secondo e il terzo evangelista, oltre ad attingere dal primo, hanno attinto a un'altra fonte in comune che Marco con conosceva. Questa fonte, "Q", oggi scomparsa perché, appunto, assorbita dai vangeli, si può ricostruire appunto confrontando le parti uguali di Matteo e Luca. Dopo lunghi studi, oggi il documento "Q" si può leggere in modo autonomo ed è stato appurato che si tratta di una raccolta di Detti e di sentenze di Gesù. Così, mentre in Marco il Cristo parla poco e di si raccontano soprattutto dei fatti, in Matteo e Luca si nota come gli evangelisti hanno messo in bocca a Gesù le frase tramandate da Q, posizionandole però ciascuno là dove riteneva stessero meglio e dunque in contesti diversi (per Luca il Cristo dice una certa frase in un luogo, per Matteo altrove: entrambi avevano la frase a disposizione ma non indicazioni precise per collocarla in un frangente invece che in un altro, da qui le diverse versioni dei fatti che si riscontrano). Gli studiosi hanno saputo ricostruire l'esatto ordine dei Detti, anche facendo considerazioni stilistiche circa le differenti mani da cui furono compilati. Alla fine, oggi sappiamo che Q fu scritto in greco, che era lungo almeno 230 versetti, che non fa cenno all'infanzia di Gesù, che apparteneva a un genere letterario in voga nell'epoca, che fu opera di più autori e subì una rielaborazione nel corso del tempo, che su scritto prima della guerra giudaica, e dunque prima del 70. Il testo di Gujiarro riporta poi tutto il contenuto di Q e lo analizza. Estremamente interessante.

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