domenica 26 novembre 2017

I SOTTERRANEI DEL MAJESTIC





Georges Simenon
I SOTTERRANEI DEL MAJESTIC
Adelphi
1998, brossurato
150 pagine, 10 euro

Leggere i gialli con il Commissario Maigret è una sorta di droga come seguire le puntate di una serie TV particolarmente coinvolgente. Simenon è uno scrittore di razza, uno di quelli che non deludono mai perché sanno affabulare e leggendoli ci si accorge che i suoi personaggi prendono vita, sembra di vederli. Maigret, poi, è uno psicologo di prima categoria e riesce a leggere dentro i suoi interlocutori anche quando sembra che faccia domande senza importanza, mentre sa già dove andare a parare. Mi piace poi il suo essere abitudinario, comprensivo e partecipe del dolore e delle difficoltà, e anche delle piccolezze e meschinità altrui, ma quando serve anche burbero e decisionista se c'è da raggiungere un obiettivo (Maigret non si crogiola e non perde tempo). "Le caves du Majestic" è il ventesimo romanzo della saga del commissario parigino dall'eterna pipa in bocca. Fu scritto da Simenon nel dicembre del 1939 a Nieul-sur-Mer, ma pubblicato soltanto nel 1942 e rappresenta il ritorno dello scrittore al suo personaggio più famoso dopo che, come Arthur Conan Doyle con Sherlock Holmes, aveva deciso di abbandonarlo.
In Italia uscì in volume grazie a Mondadori nel 1960, con il titolo fuorviante di "Maigret e il sergente maggiore". Protagonista del giallo è Prosper Donge, che lavora nella caffetteria dell’albergo Majestic, sugli Champs-Elysées. E' lui che scopre, nello spogliatoio del personale, chiuso dentro un armadio, il corpo senza vita di una cliente dell'Hotel, Mrs Clark, moglie di un ricco industriale di Detroit. Si scoprirà che in realtà la donna era di origine francesi e che in passato aveva avuto una relazione proprio con Donge, quando era una entraîneuse a Cannes. Anzi, da Prosper aveva avuto un figlio che aveva però fatto credere figlio dell'americano con cui si era subito sposata. Donde diventa subito, pertanto, il principale sospetto. La verità si rivelerà essere un'altra.
Quasi tutto il racconto è ambientato nel vasto hotel Majestic, come nel primo romanzo con Maigret, "Pietr il Lettone" (del 1931). Belle le descrizioni del lavoro frenetico dietro le quinte di un grande albergo del genere, e interessante la ricostruzione della Parigi degli anni Trenta. Tuttavia colpisce questa frase: “Plebeo fino all’osso, anzi fino al midollo, Maigret provava ostilità verso tutto ciò che lo circondava lì al Majestic”.

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