martedì 18 agosto 2020

E MARX TACQUE NEL GIARDINO DI DARWIN





Ilona Jerger
E MARX TACQUE NEL GIARDINO DI DARWIN
Neri Pozza
brossurato, 2018
240 pagine, 16.50 euro


Frutto di un lungo lavoro di documentazione, questo straordinario romanzo racconta di un incontro mai avvenuto: quello fra Charles Darwin e Carl Marx. Eppure i due realmente avrebbero potuto incrociarsi per strada, a Londra, dato che vissero a lungo a poche miglia di distanza l'uno dall'altro. Marx, infatti, si era rifugiato nella capitale britannica nel 1849, dopo aver abitato a Parigi e a Bruxelles, perseguitato dagli agenti prussiani che facevano di tutto per rendergli la vita difficile, e Darwin, dal canto suo si era trasferito a Downe, un borgo del contado londinese, nel 1842. A Londra tutti e due morirono a poca distanza di tempo l'uno dall'altro, il naturalista nel 1882 (è sepolto in Westminster), l'economista nel 1883 (è sepolto nel cimitero di Highgate). Precise testimonianze riferiscono di copie dei rispettivi libri nelle dimore dell'altro, e nella corrispondenza di entrambi ci sono copie di una lettera che accompagnava Das Kapital fatto giungere in regalo da Marx a Darwin, e della risposta di ringraziamento che Charles scrisse a Carl. La copia del "Capitale" ancora conservara (con dedica dell'autore) nella biblioteca di Downe, ancora oggi consultabile nella magione aperta al pubblico, rivela di essere intonsa da pagine 140 in poi, segno che Darwin non andò troppo avanti nella lettura. Piena di appunti e di sottolineature, invece la copia de "L'origine delle specie" appartenuta a Marx.Soltanto l'idea di mettere a confronto due personalità come il padre dell'evoluzionismo e il fondatore del comunismo, entrambi considerati filosofi in molti manuali di storia della filosofia, è interessante. Il modo con cui la naturalista tedesca Ilona Jerger ricostruisce l'immaginario incontro fra i due è garbato, rispettoso di entrambi e così vivido da farci sembrare di assistervi. Il romanzo, in verità, non ha una trama fatta di avvenimenti clamorosi e di colpi di scena. La scrittrice immagina un medico, il dottor Beckett, che li ha in cura entrambi. E poiché si tratta di persona colta e curiosa, parlando con l'uno dell'altro e viceversa, cerca di combinare una cena a cui possano partecipare tutti e due. Sia Marx che Darwin sono avanti con gli anni e in cattivo stato di salute. Impietosamente, la Jerger ci mostra aspetti disgustosi di certe loro patologie, con le quali eppure i due studiosi convivevano, come le pustole che ricoprivano il corpo di Carl o le flatulenze che tormentavano Charles. Allo stesso modo ci mostra i rispettivi caratteri: irruente quello del tedesco, uso a scatti di collera e al turpiloquio, assolutamente mite e del tutto dedito alla ricerca (al punto da sembrare quasi noioso) quello dell'inglese. Risulta chiaro come per Marx fosse indispensabile l'apporto catalizzatore di Engels, mecenate tedesco che cercava di far lavorare Carl al proseguo del "Capitale" dopo la pubblicazione del primo volume. Si scopre anche la relazione adulterina di Marx con la sua domestica, da cui ebbe un figlio illegittimo, e che le era devota come solo una donna innamorata può esserlo. Darwin invece allevava vermi, e faceva esperimenti per scrivere un ponderoso saggio su di loro, che sarebbe stato l'ultimo della sua vita, "La formazione della terra vegetale per l'azione dei lombrichi". Il dottor Beckett scopre che Marx considera Darwin un potentissimo alleato per le sue teorie: "Ha creato il fondamento scientifico per il materialismo e quindi il comunismo", dice. Marx invece è visto come il demonio incarnato dalla religiosissima moglie di Darwin, Emma, la quale cerca con ogni mezzo la conversione del marito, che si dice non ateo, ma agnostico. Tuttavia ritiene di non poter abbracciare una fede in cui non crede. Quanto al comunismo, Darwin ritiene sacrosanto lo sforzo per affrancare i poveri dallo stato di necessitò, e garantire a tutti i lavoratori dei diritti minimi e certi, però crede che questo scopo vada perseguito attraverso le riforme, e non già per mezzo di una rivoluzione. In natura, sostiene Darwin, ci sono cacciatori e prede, più forti e più deboli, e ci sono lotte e contrasti che creano un equilibrio, ma non c'è e non può esserci uguaglianza perché ogni individuo è diverso. I dialoghi brillantissimi fra Charles e Carl con il dottor Beckett, fra Darwin ed Emma, e poi fra lui e Marx sul confronto fra scienza e religione, fra politica e società, sono una delizia da leggere. Darwin era turbato dagli attacchi dei fondamentalisti cristiani contro di lui, che non aveva mai pensato di scrivere "L'origine delle specie" come un libro contro Dio, tuttavia al suo funerale, che si svolse in forma religiosa, ci furono proteste di atei che ritenevano Darwin un loro paladino. A queste intemperanze, subito sedate, il vescovo replica che chi scopre le leggi della natura non dimostra che Dio non esiste, ma casomai che si serve di quelle. Ilona Jerger immagina che anche Marx fosse presente a quelle esequie in Webminster.

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