sabato 8 ottobre 2022

IL LAGO SCAFFAIOLO IERI E OGGI

 

 

 


 

Paola Foschi
IL LAGO SCAFFAIOLO IERI E OGGI
Club Alpino Italiano
Prima edizione novembre 1997
brossurato - 274 pagine -  lire 38.000


Se c'è un luogo in cui vorrei che fossero dispetse al vento le mie ceneri, è sulla cima del monte Cupolino sul lato affacciato verso il sottostante lago Scaffaiolo, il cui fascno arcano mi ha sempre stregato, là sulle montagne in cui sono nato. Del resto, lo stesso fascino lo hanno subito, per secoli, visitatori anche illustri, oltre che camminatori che ne fanno meta di escursioni e scalate. In occasione dell’inaugurazione del nuovo rifugio, il Club Alpino Italiano (e più precisamente la sezione “Mario Fantin” di Bologna) ha raccolto in un bel libro, curato da Paolo Foschi, una gran quantità di documentazione sullo Scaffaiolo. Si tratta di testi antichi e moderni in cui si ripercorre la storia delle visite al piccolo bacino da parte di uomini di tutte le epoche, umili pastori e illustri passeggiatori, fino agli studi di uomini di scienza giunti a cercare riscontro alle antiche leggende che vorrebbero il lago profondissimo. E’ una credenza diffusa e più volte riportata che gettando uno scandaglio al centro della pozza d’acqua non si riesca a trovarne il fondo. In realtà, benché manchino esperimenti recenti (che pure si promettono), due testimonianze del secolo scorso restituiscono una risultanza del tutto diversa (anche se in un caso si dichiara una profondità massima di 14 metri e in un altro di appena due metri e mezzo). Un’altra leggenda, riportata persino dal Boccaccio, vuole che non si debbano gettare sassi nell’acqua né agitarne la superficie, altrimenti il cielo si rannuvola immediatamente e si scatena la tempesta. Anche in questo caso, nessun fondamento se non l’estrema variabilità del tempo su quel particolare tratto montuoso, dove il sole può venire oscurato e la nebbia può sorgere fittissima in pochi minuti. Le testimonianze sono tutte concordi, comunque, nel definire affascinante al massimo una pozza d’acqua pur piccola come quella del lago Scaffaiolo, la cui acqua (misteriosamente priva di forme di vita benché greggi e cavalli ne bevano senza danni) sembra derivare unicamente dallo scolo nella conca delle acque piovane e delle nevi, in un punto dove la roccia è particolarmente impermeabile (non ci sono né immissari né emissari). Il libro parla anche delle montagne circostanti, anche se ci si sbilancia troppo sul versante bolognose e si trascura quasi del tutto quello toscano. Ci sono molte fotografie d’epoca.


 
 


 

 

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