Philip Gosse
STORIA DELLA PIRATERIA
Sansoni Editore
Prima edizione 1962
cartonato
Così comincia la premessa dell'autore: «Scrivere una storia della pirateria dalle sue prime origini sarebbe impresa impossibile. Equivarrebbe in sostanza a scrivere la storia marittima del mondo. Le pagine seguenti intendono mostrare quali sono state le condizioni geografiche e sociali che hanno preceduto la nascita della pirateria; intendono tracciare le fasi di sviluppo e di declino, le sue forme e le sue fortune; descriverne i rappresentanti più significativi e, infine, indicare come l'organizzazione delle nazioni, con l'aiuto della navigazione a vapore e del telegrafo, ne abbia decretata la fine (...) Una delle maggiori difficoltà che lo storico della pirateria deve superare è la diffidenza dimostrata dai suoi eroi nel render conto delle loro gesta. Per motivi di facile intuizione, il pirata favorito dalla sorte non cercava la notorietà, ma preferiva ritirarsi nell'ombra col suo bottino e ben pochi tra essi si lasciavano indurre a scrivere la propria biografia. Un'altra difficoltà consiste nel determinare chi sia pirata e chi non lo sia. In genere questo problema si presenta di facile soluzione, ma vi sono casi limite. Risulta difficile stabilire se Francis Drake, ad esempio, fosse o no pirata (...) In linea di massima, i corsari di questo tipo vanno esclusi dalla rigorosa categoria di pirata».
Come si vede, l'argomento è
vastissimo, assai più vasto anche di quello che appare da queste prime righe. E
per di più, oltremodo affascinante. Philip Gosse scrive un saggio di godibile
lettura e ad ampio raggio, tuttavia per ovvii motivi non del tutto esaustivo
(su ciascuno dei principali pirati ci sarebbero da scrivere libri più ampi di
questo). Si sorvola, ed è un peccato, sui pirati dell'antichità (a loro è
dedicato un capitoletto in appendice). Si comincia in pratica con i pirati
barbareschi, i mori e gli arabi che infestavano il mediterraneo nel Medioevo.
Il quadro che se ne dà è avvincente e terribile allo stesso tempo (credo che
fossero i peggiori pirati in assoluto). Poi si passa a trattare dei pirati del
Nord, vichinghi e inglesi in particolare. Quindi è la volta dei bucanieri e dei
filibustieri dei Caraibi e dell'America del Nord, per arrivare ai pirati
dell'Africa e dell'Oriente. Pur procedendo per sommi capi, in molte circostanze
si forniscono dettagliati esempi di imprese clamorose o di impiccagioni
celebri, di fughe rocambolesche e di disavventure tragicomiche o drammaticissime.
Il quadro dà comunque forti sensazioni, notevoli emozioni. Io sono in possesso di una edizione del 1962 ma ne esistono di più recenti.
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