domenica 25 giugno 2023

SUPERFANTOZZI

 
 
 

 
 
Paolo Villaggio
SUPERFANTOZZI
Rizzoli
1985, cartonato
510 pagine, 32.000 lire


Come ogni cultore di Fantozzi dovrebbe sapere, ma come forse non tutti sanno, il tragicomico ragioniere interpretato al cinema da Paolo Villaggio (1932-2017) non nasce nel 1975 con il primo film della serie diretto da Luciano Salce. Fantozzi nasce sulla carta stampata, e più precisamente sulle pagine della rivista “L’Europeo”, dove, a partire dal 1968, cominciarono a venire pubblicati brevi racconti scritti dallo stesso Villaggio con protagonista il dipendente della Megaditta. Nel 1971 una quarantina di racconti vennero raccolti dalla Rizzoli in un volume intitolato “Fantozzi”, divisi in quattro sezioni, ciascuna dedicata a una stagione dell’anno (oltre un milione di copie vendute). Nel 1974 altri venti episodi riempirono “Il secondo tragico libro di Fantozzi”. L’anno successivo il trionfo cinematografico consacrò definitivamente (per l’eternità) la maschera esilarante e catastrofica che tutti conosciamo. Nel 1976 Villaggio pubblicò “Le lettere di Fantozzi” (dove l’io narrante è lo stesso personaggio). Nel 1979 esce in libreria “Fantozzi contro tutti” (una trentina di nuovi racconti), e nel 1983 fu la volta del volume “Fantozzi subisce ancora”. Sono questi i quattro titoli raccolti in un unico volume del 1985 intitolato “Superfantozzi”, quello di cui ci stiamo occupando. In seguito sarebbero usciti altri tre libri, nel 1993, nel 1994 e nel 2016. Fin dai primi racconti c’è già tutto il Fantozzi che sarebbe stato portato sullo schermo e molto di più, non soltanto perché alcuni degli episodi non sono finiti nei film (tra questi, per esempio, “Il giorno che Fantozzi visitò la Fiera di Milano”), ma anche perché Paolo Villaggio è un eccellente narratore, inventore di una mitologia, una terminologia, una prosa, un tipo di umorismo. Non si può leggere una frase da lui scritta senza immaginarla recitata da lui, tanto gli appartiene. “Io non so scrivere in italiano”, confessa beffardamente l’autore nella sua “Premessa”, e spiega: “Soprattutto non conosco l’uso del punto e virgola. Non lo sa nessuno! Questo libro non è assolutamente un libro, è solo la raccolta delle storie di Fantozzi che ho scritto per l’Europeo, con qualche punto e virgola in più, buttato giù a caso”. Eppure, senza saper scrivere in italiano, Paolo Villaggio ha inciso come pochi altri nel nostro immaginario collettivo. Ci sarebbe da scriverne per ora, basterà per ora prendere nota che i film che tutti conosciamo nascono dai suoi punti e virgole stampati su carta, gettati a caso tra craniate pazzesche e megadirettori galattici.

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