lunedì 22 aprile 2024

I DELITTI DELLA RUE MORGUE

 


 
Edgar Allan Poe
I DELITTI DELLA RUE MORGUE
Cut-Up Publishing
2023, brossurato
80 pagine, 13.90 euro


Personalmente sono più che convinto che il primo giallo della storia della letteratura sia contenuto nella Genesi, il primo libro della Bibbia. Lì c’è un omicidio, quello di Caino ai danni del fratello Abele, c’è un detective (Dio), vengono svolti degli interrogatori e dunque delle indagini, si scopre il colpevole – che viene condannato e punito. A dire il vero, sul fatto che Caino sia stato il vero assassino ho i miei dubbi, che ho esposto in un racconto intitolato “La signora Miller e Dio” (lo trovate nell’antologia “Dall’altra parte”, edita da Cut-Up Publishing). Ma non divaghiamo. Genesi a parte, il capostipite del genere giallo viene pressoché unanimemente considerato "I delitti della Rue Morgue" di Edgar Allan Poe (1809-1849), datato 1841, anche se non propone un vero poliziotto quale autore delle indagini e propone una trama tutto sommato fantastica che si discosta dal realismo che contraddistingue invece il poliziesco vittoriano, da cui nasce una scuola giunta fino ai nostri giorni. Tuttavia è innegabile che Auguste Dupin (protagonista di altri due racconti dello scrittore bostoniano) sia un perfetto Sherlock Holmes ante litteram e l’amico che funge da io narrante sembra la controfigura del dottor Watson (condizioni economiche a parte). Quando, soltanto grazie al ragionamento, Dupin segue il flusso dei pensieri dell’altro e risponde a voce alta a una considerazione fatta dal compagno soltanto nella propria testa, pare proprio che a scrivere sia Conan Doyle. Oltre a essere il primo giallo letterario della storia, “I delitti della Rue Morgue” è anche il primo caso della “camera chiusa”. Il racconto è perfetto per ritmo, tempistica e climax, e la soluzione del mistero, per quanto insolita, risulta convincente (ne ho fatto la parodia in “Cico Detective”). Aldo Luigi Mancusi firma una nuova traduzione e una interessante postfazione. Cut-Up Publishing confeziona un libretto delizioso.
Va segnalato, però, che c’è chi sostiene che nei “Delitti della Rue Morgue” ci sia in realtà lo zampino di Alexandre Dumas. Un giallo nel giallo. La tesi è di Ugo Cundari e provo a riassumerla. Esiste un racconto di Dumas pubblicato a puntate tra il 28 dicembre 1860 e l’8 gennaio 1861, di cui esistono, negli archivi di tutto il mondo, pochissime copie, e che era, fino a poco tempo fa, praticamente sconosciuto: “L’assassinio di Rue Saint Roche”. La lettura lascia del tutto sbigottiti, perché si tratta di un clamoroso plagio dei "Delitti di Rue Morgue" di Poe. Stessa ambientazione parigina, stessa situazione, stesse vittime, stessa soluzione del caso. Non solo: anche i particolari sono i medesimi, dalle voci provenienti dalla casa chiusa scambiate dai vicini per lingue straniere sempre diverse, al dettaglio delle finestre inchiodate. Che cosa cambia? Cambia, innanzitutto, il fatto che il detective risolutore del caso è lo stesso Edgar Allan Poe. Cioè Dumas racconta di aver incontrato lo scrittore americano a Parigi nel 1832 e, mentre era in sua compagnia, di averlo veduto incuriosirsi di un caso descritto sui giornali e quindi indagare sulla faccenda fino a venirne a capo. Ora, i "Delitti della Rue Morgue" è stato pubblicato nel 1841, dunque vent'anni prima il racconto di Dumas. Dunque tutto lascia pensare che sia stato lo scrittore francese a copiare Poe. Il che non sarebbe neppure improbabile, essendo Dumas uso ad attingere a piene mani di qua e di là, al punto da aver subito diversi processi con l'accusa di appropriazione indebita di scritti altrui. Però, la questione non è così semplice. Nella sua lunga e avvincente postfazione, Cundari elenca tutta una serie di circostanze misteriose. Tanto per cominciare, anche nel racconto di Poe compare un Dumas, che è uno dei personaggi secondari. Una combinazione? E se Dumas e Poe si fossero davvero incontrati, nel 1832? Perché, infatti, Poe ambienta proprio a Parigi il suo giallo, e non a Boston o Philadelphia? Come può conoscere così bene la capitale francese, com'è dimostrato dal suo testo? La biografia di Poe è, incredibilmente, misteriosa e lacunosa sui suoi spostamenti in quell'anno e ci sono testimonianze che lo vogliono in Russia, in Francia, in Inghilterra. Il curatore elenca una serie impressionante di indizi che sembrano far supporre che il contatto ci sia stato, e che una bozza di racconto possa essere stato visto e letto da Poe, oppure discusso con Dumas, che sarebbe stato però l'artefice dell'opera, avendone collocato l'azione su uno sfondo parigino che l'americano non aveva ragione di usare. Per quel che può valere la mia opinione, credo in un plagio del parigino ai danni di Poe, ma è possibile che i due si siano davvero incontrati a Parigi.

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