OMICIDIO A ROAD HILL HOUSE
di Kate SummerscaleEinaudi 2008
360 pagine, 13 euro
A differenza di ciò che si può pensare dal titolo, non si tratta di un giallo, almeno non nell'accezione comune del termine. Non si tratta neppure di un romanzo, ma a tutti gli effetti di un saggio storico e letterario al tempo stesso, scritto però in modo così avvincente da risultare affascinante come un racconto di fantasia. L'autrice, che con questo libro ha vinto il prestigioso Samuel Johnson Prize nel 2008, ricostruisce con meticolosità certosina un fatto di cronaca realmente avvenuto in Inghilterra nel 1860. Un crimine così efferato da aver riempito le cronache dei giornali per mesi e mesi, ed essersi risolto solo dopo cinque anni. Al di là del delitto in sé e per sé, alla saggista interessano almeno tre altri aspetti: innanzitutto, la società dell'Inghilterra del periodo e il modo di vivere in campagna e in città delle diverse classi sociali; in secondo luogo, la nascita dell'indagine di polizia così come la conosciamo ancora oggi; terzo, il modo in cui la figura del poliziotto, dell'investigatore, del detective, dalla realtà si trasferisce, attraverso i giornali, nella letteratura.
Charles Dickens e Arthur Conan Doyle sono soltanto due fra i nomi più famosi che attingono dagli spunti offerti dalle cronache giudiziarie dell'epoca per scrivere i loro racconti e romanzi. Anzi, proprio Dickens si espresse sull'identità del colpevole nel caso del delitto di Road Hill House indicando chi sarebbe stato e perché, ma sbagliò clamorosamente. Fu proprio in concomitanza con il caso di cui si occupa la Summerscale che nacque la "detection novel". Capostipite ne fu "La pietra di luna", di Wilkie Collins, in cui compare un certo sergente Cuff chiaramente ispirato all'ispettore Jonathan Whicher di Scotland Yard che indagò, con acume, nel caso di Road Hill. "I delitti della Rue Morgue" di Edgar Allan Poe è datato 1841 e anche se viene considerato il capostipite del giallo non presenta un vero poliziotto quale autore delle indagini e propone una trama tutto sommato fantastica che si discosta dal realismo che contraddistingue invece il poliziesco vittoriano, da cui nasce una scuola giunta fino ai nostri giorni. Il caso di Road Hill ha influenzato un capolavoro quale "Giro di vite" di Henry James e perfino l'ultimo romanzo di Dickens, "Il mistero di Edwin Drood".
Di che si tratta? In una casa di campagna appartenente a una famiglia borghese, quella di Samuel Kent, un bambino di tre anni, Saville, scompare nottetempo dalla sua culla, nonostante accanto a lui dormisse la bambinaia, Elizabeth Gough. Il piccolo, dopo lunghe e disperate ricerche, viene ritrovato sgozzato nella fossa della latrina della servitù, nel cortile. La casa era stata chiusa la sera precedente in modo tale che sicuramente nessuno avrebbe potuto penetrarvi dall'esterno. Il colpevole deve essere perciò uno degli undici residenti all'interno, tra cui il padre con la sua seconda moglie Mary Pratt, incinta all'ultimo mese, altri due figli di costei e del marito, più i figli di primo letto di Samuel Kent, quattro in tutto. Quindi, tre membri della servitù. Attorno alla casa si aggirano comunque altri servi non residenti, e c'è un vicino paese. Di ogni personaggio vengono dettagliatamente descritte le mosse, le caratteristiche psicologiche, le eventuali motivazioni. Whicher giunge da Londra dopo che i poliziotti locali non si sono dimostrati in grado di cavare il ragno dal buco, e lamenta la maldestra conduzione delle loro indagini. Anche dell'ispettore la Summerscale offre un efficacissimo ritratto a tutto tondo. L'uomo di Scotland Yard arriva presto a una convinzione che però non regge in tribunale. La stampa allora lo fa a pezzi: il poliziotto deve dimettersi e finisce per ammalarsi. Cinque anni dopo, salta fuori la verità. Whicher viene riabilitato. Tuttavia, la Summescale, esaminando la vita di tutti i protagonisti del giallo, si convince, e convince anche noi, che i fatti siano andati in un modo leggermente diverso da quello che risulta dagli atti conclusivi dell'inchiesta. Non dico di più: vi consiglio di leggervi il libro.
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