martedì 25 agosto 2015

LA CASA DEGLI SPIRITI






LA CASA DEGLI SPIRITI
di Isabel Allende
Feltrinelli, 1987 
368 pagine

Mi sono convinto della necessità di questa lettura dopo essere rimasto folgorato da “L’isola sotto il mare”, un romanzo molto più recente della stessa scrittrice (è del 2009, mentre “La casa de los espiritus” è del 1982), e la folgorazione si è ripetuta. Occorre preliminarmente sgombrare il campo da alcuni possibili equivoci. La Allende non è, come qualcuno pensa, figlia di quel Salvador, presidente cileno, che fu assassinato durante il colpo di stato militare del 1973: questi era solo il cugino del padre. Inoltre, “La casa degli spiriti” non è un romanzo autobiografico né parla soltanto degli avvenimenti di poco precedenti e susseguenti il golpe, che anzi occupano una parte non irrilevante ma neppure dominante nell’economia del racconto. Infine, il punto di vista “politico” della narrazione è efficacemente bipartisan nel senso che il personaggio principale, Esteban Trueba (seguito dalla sua gioventù fino alla morte, da vecchio novantenne) è un conservatore di vecchio stampo, le cui idee di destra sono maturate alla luce dell’esperienza di chi si è fatto da solo e ha creato una grande ricchezza personale grazie al proprio duro lavoro e alla capacità imprenditoriale, il quale però ha una famiglia (figli e nipoti) di orientamento diverso, di sinistra, e dunque tutti gli aspetti della vita sociale ed economica vengono visti e discussi in modo dialettico, e spesso anche drammaticamente conflittuale, ma il dibattito continuo non si interrompe mai. Con una felice intuizione, la Allende non fa lo sbaglio di dipingere come il male assoluto una parte politica e come il bene indiscusso la parte opposta, ma mostra come gli errori e le incomprensioni degli uni e degli altri abbiano portato alla nascita di un orribile mostro: la dittatura militare, che diventa l’avversario comune di tutta la famiglia Trueba, Esteban compreso, che vede traditi i suoi ideali, pur essendo egli ferocemente anticomunista. Il romanzo, ricco e complesso, non si risolve però in questa analisi “ideologica”. Al contrario, “La casa degli spiriti” è un libro dalle mille suggestioni e sfaccettature, e dai tanti personaggi che contribuiscono a dar vita a un affresco coinvolgente e affascinante, che si snoda dall’inizio del Novecento fino alla metà degli anni Settanta. Oltre a Trueba, iracondo e volitivo, un’altra figura portante è quella di sua moglie Clara, dotata del potere della preveggenza e della capacità di parlare con i fantasmi, ma indimenticabile è anche la loro figlia Blanca, protagonista di una travolgente storia d’amore con un contadino della tenuta del padre, “Le tre marie”, Pedro Terzo Garcia, divenuto musicista e acceso comunista e per questo odiato da Esteban, fino alla catarsi finale di un abbraccio fra i due. Alba, nata da Blanca e da Pedro, è invece innamorata di un rivoluzionario, Miguel, finito nella lista nera dei golpisti: appunto per questo la ragazza viene strappata al nonno, che cerca invano di difenderla, e condotta in un carcere segreto della polizia politica, dove subisce le torture più crudeli. Le vicende di questi personaggi si intrecciano, ovviamente, con quelle di molti altri. E alla fine, se ne esce commossi e arricchiti.

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