mercoledì 27 luglio 2016

PIER LAMBICCHI E L'ARCIVERNICE



PIER LAMBICCHI  E L'ARCIVERNICE 
di Giovanni Manca
Mondadori
cartonato, 1970

Nel 1930, collaborando con il "Corriere dei Piccoli" dopo altre esperienze come vignettista (per esempio, sul "Guerin Meschino"), Giovanni Manca crea il personaggio di Pier Cloruro de' Lambicchi.  Si tratta di uno scienziato un po' folle ma non del tutto pazzo, che armeggiando nel suo laboratorio inventa una formula chimica "che non capiva neppure lui". Si tratta di una sostanza, prontamente ribattezzata "arcivernice", che spalmata su una qualunque immagine dipinta o riprodotta a mezzo stampa (ma anche sui tatuaggi dei marinai, per esempio), riesce a farla diventare vera. Le potenzialità umoristiche erano moltissime, e Manca seppe sfruttarle una dopo l'altra in una serie interminabile di sketch in cui di volta in volta prendono vita antichi guerrieri, personaggi famosi, animali veri e mitologici, e perfino i disegnetti fatti col gesso sul muro da un bambino. Le vignette sono pulite e godibilissime, colorate a tinte pastello, le storie brillanti e ancor oggi molto moderne. Un unico difetto: lette una per settimana, potevano essere esilaranti; lette tutte di fila raccolte in volume finiscono per essere un po' ripetitive. Ma la forza della trova e la grande abilità nello sfruttarla rimangono indiscusse. 
Scrive Piero Chiara nella sua nota introduttiva: "La fantasia di Giovanni Manca ha spaziato per anni lungo il patrimonio culturale che la semplificazione scolastica ha ridotto in poche formule, richiamando in vita personaggi e fatti storici attraverso il filtro della deformazione caricaturale e favolistica. Le sue creature, e in particolare Pier Lambicchi con la cameriera Sofonisba e il nipote Pierino, agiscono con gran disinvoltura dentro un mondo surreale nel quale è facile trasferirsi, non solo in virtù delle capacità poetiche dell'artista, ma proprio per la chiarezza e la plausibilità del suo disegno, che sembra uscire non dalla matita ma dalla mente, la quale proietta sulla carta delle immagini cose precise ed essenziali da sembrare dei fotogrammi, ripresi in quell'al di là dell'immaginazione dove Giovanni Manca elabora i suoi miti". La saga di Pier Lambicchi si conclude con l'arcivernice che fa diventare di carne e ossa la gallina dalle uova d'oro raffigurata in un libro di fiabe, così che il nostro finisce di avere problemi economici. Ma poiché viene chiamata in vita anche la personificazione della Gloria e Sofonisba, gelosa, la caccia a colpi di scopa, Manca chiude la serie con questa didascalia: "Pier Lambicchi, professore, inventore e grande scienziato, fu dimenticato perché la sua serva bisbetica e ignorante, un giorno aveva scacciato di casa la gloria a colpi di scopa!".


1 commento:

  1. Ah, però, che hai ritirato fuori! ^^ Ricordo quando ne lessi, per riallacciarci "labilmente" a Zagor XD, su "Cico e company" che all' epoca mi fece scoprire anche John Landis, i monty python, "Febbre da cavallo", "Amici miei", la storia di Anita Loos... era davvero una rubrica molto bella e se nel numero 235 il comiato della galleria dei personaggi mi metteva di buon umore per com' era impostata, quella di C&C aveva un che di malinconico e poetico.
    Tornando al fumetto, mi hai incuriosito ulteriormente su questa interessante opera. Chissà perché non se ne parla tanto invece di citare robe come Tuffolino XD! Mi hai fatto proprio venire voglia di leggerla! ^^

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