venerdì 2 dicembre 2016

LA STANZA DEI LIBRI





LA STANZA DEI LIBRI

di Giampiero Mughini

Bompiani

2016, brossurato

160 pagine, 14 euro




Di fronte a un libro così bello, c'è da chiedersi come abbiano potuto, quelli della Bompiani, aggiungere in copertina un sottotitolo così inutile e fuorviante quale "Come vivere felici senza Facebook Instagram e followers". Sembra che, ormai, se un libro non ha agganci, sia pure in negativo, con i social non possa attirare l'attenzione del pubblico. Dunque sappiate che di Facebook o di Twitter Mughini non parla, se non, forse, in un inciso o due. Parla, meno male, di libri di carta. Del suo amore per i libri di carta. Della sua passione per i libri di carta. Di altri come lui bulimici verso l'acquisto, il possesso, il collezionismo di libri di carta. 

Parla di cataloghi di librerie antiquarie, di prime edizioni, di copie rare, rarissime, uniche. Racconta di dediche sui frontespizi, di biblioteche che crescono come figli, di collezioni messe in vendita e libri appartenuti a qualcuno che passano in mano di altri. E poi ci sono le recriminazioni per come in Italia la bibliofilia, il gusto per le edizioni d'arte, la ricerca di volumi usciti con la prima tiratura non abbia che un piccolo seguito rispetto a quanto accade all'estero, e anche nelle case di intellettuali benestanti non ci siano (lo dice lui che ne ha viste tante) spazi per i libri di valore. Mughini spiega anche perché sia importante invece questo tipo di collezionismo, come si possano ricostruire le varie epoche proprio esaminando la rilegatura, la carta, la stampa, le illustrazioni dei libri. E poi, l'autore ci parla delle sue collezioni, partendo da zero, dai primissimi libri messi in fila nella sua cameretta di studente a Catania. 

Due soprattutto sono i capitoli importanti ne "La stanza dei libri", che valgono l'acquisto e la lettura anche solamente per quelli: "Pagine che grondano sangue" e "Futuristi, addio". Il primo dei due, drammatico e inquietante al limite dell'intollerabilità (io che leggo King come bere camomilla ho dovuto interrompere la lettura più volte, riflettendo sul fatto che si trattava di avvenimenti veri) è dedicato agli anni di piombo, e in particolare alle Brigate Rosse. Mughini, raccoglitore di saggi ideologici sul comunismo fin dall'adolescenza, ha messo insieme anche una sterminata collezione di opuscoli, libretti e volantini distribuiti dai brigatisti, e libri di memorie compilati in carcere o dopo la condanna dai terroristi stessi. Sentirne parlare fa molta impressione. L'altro capitolo racconta invece di come l'autore abbia messo insieme una formidabile raccolta di volumi del futurismo italiano, e abbia a un certo punto deciso di venderla, non senza difficoltà visto il disinteresse proprio in Italia (mentre si sono fatte avanti biblioteche di mezzo mondo). 

Molto belle e condivisibili anche le pagine dedicate ai fumetti e all'erotismo, campi d'interesse che anch'io condivido e riguardo ai quali ho le stesse idee di Mughini, in special modo riguardo la distinzione babbea fra erotismo e pornografia. L'unica distinzione possibile è fra qualcosa di fatto bene e qualcosa di fatto male. Che idiozia poi l'accusa della mancanza di "trama" nei fumetti o film pornografici, come se la trama fosse necessaria: è necessario il dettaglio, il particolare, la situazione, lo sguardo, l'espressione, la posa. Ovviamente, secondo me, ma fa bene Mughini a ribadirlo da par suo. E onore al merito di aver mescolato i futuristi con Corto Maltese e la pornoattrice Lola Reve (che è anche una delle mie preferite).


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