sabato 12 gennaio 2019

IO NON HO PAURA



Niccolò Ammaniti
IO NON HO PAURA
Einaudi
Einaudi Tascabili – Stile Libero
2001 brossurato
220 pagine -  lire 16.000

Nell’estate del 1978, in un paesino immaginario della più remota campagna del Sud Italia, Acqua Traverse, un bambino di nove anni, Michele Amitrano, scopre per caso, giocando con gli amici, il buco (nel sotterraneo di una casa abbandonata) dove è nascosto un suo coetaneo, Filippo, rapito e tenuto legato in condizioni animalesche. La storia che ne segue è narrata, in modo peraltro molto abile, con gli occhi appunto di un bambino che poco si rende conto della reale portata della sua scoperta, ed tutto filtra alla luce delle sue letture (tra cui persino Tex Willer, con lui che si identifica in Tiger Jack) e dei suoi giochi (persino il segreto di cui è deposotario diventa merce di scambio per avere da un amico la squadra Subbuteo del Lanerossi Vicenza). Fra i rapitori del piccolo Filippo c’è anche il padre di Michele, e un po’ tutti i grandi di Acqua Traverse sono in qualche modo coinvolti. Azzeccate e coinvolgenti le caratterizzazioni dei vari personaggi, da Felice chiaramente omosessuale senza consapevolezza (ma quando canta Mina senza sapere di essere osservato lo fa in falsetto), al vecchio Sergio, mente del sequestro, passato attraverso molti anni di galera per rapina, agli amici di Michele, soprattutto quello soprannominato il Teschio, prepotente e spaccone, e Salvatore, o Barbara, a cui già cominciano a crescere i seni e i peli pubici. Ma ben riuscita è anche, e soprattutto, la descrizione della famiglia di Michele, con il padre camionista che tutto sommato è un povero cristo, sfigato e mosso soprattutto dal desiderio di garantire alla famiglia un futuro migliore, la madre sempre in attesa degli eventi ma innamorata di quel marito, la sorellina Maria. E bella la resa del paesaggio meridionale, e del caldo che soffoca tutto. L’inconsapevolezza dei rischi che il piccolo Michele corre tornando a far visita a Filippo crea una grande tensione nel lettore, che invece è ben conscio di quanto potrebbe accadergli. La storia non racconta che pochi particolari del sequestro di Filippo, ed è piuttosto quella dello stesso rapimento vissuto dai figli di uno dei sequestratori, in questo sta l’originalità e l’interesse. Il finale è drammatico e imprevedibile (se non lo conoscete, nonostante il fortunato film di Gabriele Salvatores del 2003, occhio allo spoiler): messi alle strette dalle forze dell’ordine, i rapitori decidono di sbarazzarsi dell’ostaggio e il padre di Michele, sfortunato come sempre, è sorteggiato per l’incarico. Michele corre al nascondiglio di Filippo per liberarlo, ci riesce ma all’arrivo del papà riceve la fucilata destinata all’altro. Il padre non lo ha riconosciuto. Quando lo fa, lo porta disperato all’elicottero dei carabinieri, per farlo curare. La narrazione in prima persona da parte di Michele di tutta la vicenda, ci garantisce che se l’è cavata. Il coraggio dimostrato, che nonostante tutto, il suo futuro sarà davvero migliore.

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