venerdì 15 maggio 2020

IL BUIO IN SALA





Leo Ortolani
IL BUIO IN SALA
Bao Publishing
206, cartonato
200 pagine, 17 euro


Devo confessarvi che non sarò in grado di recensire questo libro con il minimo di competenza che si richiede anche all'estensore di queste brevi annotazioni, che vado di tanto in tanto pubblicando man mano che leggo roba. Mi limiterò perciò a segnalarvi che il volume esiste, vi dirò più o meno di che cosa tratta in modo da darvene un'idea, però poi dovrete leggervelo per poterlo giudicare (nel caso, fatemi sapere). Il motivo per cui, con l'umiltà e la modestia che mi contraddistinguono, chino la testa e mi dichiaro inabile a recensire le recensioni (perché appunto di recensioni, cinematografiche, si tratta) è che della quarantina di film di cui si occupa Leo Ortolani, io ne avrò visti si e no cinque. Ora, capirete il mio imbarazzo, Leggo la recensione a fumetti, capisco che c'è una battuta di cui si dovrebbe ridere, ma non ho idea di ciò a cui ci si riferisce e ci rimango male. Mi sento ignorante come una capra di fronte a Frank Capra. Del resto, Ortolani dice di sé: "Io non sono un amante del cinema. Io sono il marito". E sembra esserlo davvero, perché dimostra una competenza strabiliante, almeno nei film di genere di cui si occupa in "Il buio in sala". Ora, io del cinema sono al massimo un trombamico, toccata e fuga, e di solito nei cinema d'essai. Finché Leo ha fatto le parodie di Avatar o di The Walking Dead me la sono cavata, avendo visto il film e la serie di riferimento, e ho riso moltissimo. Ci ho capito meno nel "Signore dei Ratti" non avendo visto quello "degli Anelli", però almeno lì c'era una contro-storia leggibile e godibile come tale. Ne "Il buio in sala" la battuta è più legata alla contingenza, al merito, alla polemica del momento, non si può apprezzare allo stesso modo fuori dal contesto, come un pur esilarante commento in sala. Del resto in molte recensioni compaiono proprio gli spettatori che guardano il film e lo commentano. Il target del volume è costituito, mi pare di capire, dai personaggi di "Big Bang Theory". Bisogna essere adepti della setta di quelli che aspettano dalle quattro del mattino l'apertura di un cinema alle quattro del pomeriggio per essere i primi a vedere il ventiquattresimo film degli Avengers, sapendo a memoria tutte le battute dei ventitrè precedenti e il cast completo, fino ai nomi degli stuntman, di ognuno. Purtroppo, io dei film Marvel ho visto i primi tre Uomo Ragno, poi hanno cambiato l'attore e ho smesso. In realtà credo di aver smesso un po' dopo, quando mi sono accorto che per vedere un nuovo film di supereroi dovevo averli visti tutti, se no non ci capivo più nulla. E siccome ne ho persi un paio, non ci ho capito più nulla e basta là. Mi sono sempre informato dagli amici se la trama seguiva quella dei fumetti, ed ero contento quando mi dicevano di sì. Poi mi è parso che i film non seguissero più neppure quella e ho perso interesse. Va detto, a mio sommo disdoro, che io i film li vedo al cinema e lì non c'è modo di recuperarli quando escono di programmazione. Non sopporto di vederli in televisione interrotti dalla pubblicità, non ho una smart TV, non ho mai fatto un abbonamento a Sky, Premium, Netflix e compagnia bella. Non ho mai visto un film in streaming perché sul PC balla la connessione, la qualità è pessima, lo schermo piccolo. In buona sostanza, o al cinema o in DVD. Ma avendo smesso di praticare i film con effetti speciali, recupero piuttosto i grandi classici main stream del passato piuttosto che Star Trek Ultimissina Frontiera. Quindi, come fare? Devo gettare la spugna. Come promesso cercherò, però, di spiegarvi lo stesso di che cosa si tratta. Leo Ortolani, con il talento che gli è proprio, ha cominciato a pubblicare da qualche parte su Internet le sue personalissime recensioni a fumetti dei film che andava regolarmente a vedere al cinema, quelli Marvel, DC, di Star Wars, di Star Trek. Un po' come Stefano Disegni su Ciak, per intenderci. Però Disegni spazia ovunque, Leo si attiene al genere di cui abbiamo detto. Le recensioni apparse in Rete sono stare poi raccolte in volume, un po' pigiate per motivi di spazio. Ho letto tutto, e il miracolo è che ho riso lo stesso, pur senza aver visto il film di cui ci si fa beffe. Perciò, consiglio caldamente "Il buio in sala" a tutti, anche a quelli come me (che come fan trentennale di Ortolani dai tempi di "Made in USA", in possesso di tutte le cose da lui pubblicate, non potevo perdermi questa). Una cosa però mi sento di aggiungere: Leo i film di supereroi li va a vedere tutti, ma non gliene va bene uno. Li smonta sistematicamente, li distrugge pezzo per pezzo. Ecco: mi fa piacere aver capito che ho fatto bene a smettere di andarli a vedere.

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