mercoledì 17 agosto 2022

LA IETTATURA

 
 
 

 

Nicola Valletta
LA IETTATURA
Libritalia
Brossurato, 1997
194 pagine, 20.000 lire


Talvolta è divertente indulgere in letture come questa, per il gusto di sentirne delle belle. E davvero gustosa si è rivelata in effetti questa riedizione della “Cicalata sul fascino volgarmente detto jettatura”, di Nicola Valletta (1750-1814), giurista e cattedratico presso la Regia Università degli Studi di Napoli. Per “cicalata” si intende uno sproloquio, una chiacchiera, un discorso senza pretese, ma anche una lezione burlesca su un argomento banale trattato come se fosse serio. Il “fascino” va inteso appunto, come si intendeva una volta, quale “malia”, influsso magico malefico: perfetto sinonimo del più volgare termine “jettatura”. Termine che, nel titolo più sintetico scelto dall’editore Libritalia, viene trasformato in “iettatura”, secondo la grafia moderna. L’interessante prefazione di Alberto Consiglio spiega che il breve saggio di Valletta, composto negli ultimi anni del Settecento, ebbe un grande successo presso il pubblico napoletano ma anche altrove, e arrivò a ispirare Théophile Gautier e Alexandre Dumas. Il primo ne trasse un romanzo intitolato “Jettatura” (1857), il secondo quattro capitoli del suo “Corricolo” (1841), entrambi di diretta derivazione dalla “Cicalata”. Il saggio di Valletta tratta la iettatura come materia serissima, che lo studioso ritiene di dover divulgare in modo discorsivo presso gli increduli e gli scettici. Comincia così: “Abbiate un po’ di pazienza, signori, e non correte troppo in fretta a condannare come sciocco e puerile l’argomento che imprendo sostenere! E trattenetevi dal ridere! Non sarete voi nel numero di quei giudici che decidono le cause secondo l’impulso del momento, senza ascoltare le parti?”. E così si introducono le argomentazioni: non perché l’uomo non arriva a comprendere la jettatura, questa è meno vera; l’idea della iettatura è antichissima e ci credevano greci e romani (segue profluvio di citazioni). Persino alcuni passi di San Paolo sembrano sostenerne l’esistenza, e del resto la quotidianità porta prove inoppugnabili che lo sguardo di taluni possa provocare danni e rovine. Vengono esaminate le differenze tra iettatura “patente” o “occulta” (quando sia ben chiaro chi è lo iettatore oppure non lo sia) e passati in rassegna i metodi per difendersi. Non manca un ricco campionario di aneddoti sulle conseguenze delle occhiate dei propagatori di disgrazie. Alla fine della divertente lettura resta il dubbio se Valletta credesse davvero a ciò che si propone di illustrare, oppure, dato il tono faceto, la sua “cicalata” fosse appunto solo una sorta di arringa burlesca, come “L’elogio della mosca” di Luciano di Samosata.

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