venerdì 28 novembre 2025

NIENTE DI NUOVO SUL FRONTE OCCIDENTALE

 

 

Erich Maria Remarque
NIENTE DI NUOVO SUL FRONTE OCCIDENTALE
Neri Pozza
2024, brossurato
208 pagine, 12 euro


Alla magniloquenza dei politici e dei generali, si contrappongono romanzi come Im Westen nichts Neues (letteralmente "A Ovest niente di nuovo"), dello scrittore tedesco Erich Maria Remarque (1898-1970) o “Un anno sull’altipiano”, dell’italiano Emilio Lussu (1890-1975), che con la loro antiretorica smontano le narrazioni militariste, imperialiste, scioviniste e falsamente patriottiche, disvelando il vero volto della guerra ideologica e precipitando i lettori nell’orrore delle trincee della Prima Guerra Mondiale, paradigma di ogni disumanizzazione. Testi fondamentali entrambi, quelli di Remarque e di Lussu, tuttavia diversi sebbene concordi: più cinico e disilluso il secondo, più disturbante e disperato il primo. Non sembri irrispettoso della sacralità letteraria sottolineare come entrambi siano stati di ispirazione per Bonvi nella realizzazione delle “Sturmtruppen”, serie di strip a fumetti non soltanto di satira antimilitarista ma di sferzante ironia sull’ottusità del potere, messo alla berlina attraverso un humor nero e a tratti macabro che oggi qualcuno giudicherebbe politicamente scorretto.  
Remarque (che francesizzò il proprio cognome Remark) combatté sul fronte occidentale tedesco tra il 1917 e il 1919, e rimase ferito da uno shrapnel in combattimento. Ebbe modo, insomma (al pari di Lussu sul fronte italiano), di sperimentare davvero la trincea e poté raccontarla dopo essere sopravvissuto. La cosa gli costò l’esilio: per quanto il suo romanzo, pubblicato nel 1929, non prendesse posizioni politiche ma narrasse dei traumi mentali e fisici di uomini mandati a morire senza più ideali, senza motivi né spiegazioni, venne ferocemente attaccato dai nazionalsocialisti, schierati nell’esaltazione dell’eroismo dei combattenti e sulla difesa dell’onore sui campi di battaglia. Goebbels in persona organizzò, nel 1930, delle contestazioni pubbliche. I ripetuti tafferugli sfociarono poi in roghi di libri nel 1933, e nella perdita della cittadinanza tedesca inflitta all’autore, nonostante i milioni di copie vendute in Germania e in vari Paesi del mondo. Remarque riparò in Svizzera. Le pagine di Niente di nuovo sul fronte occidentale, che ebbero un seguito ne La via del ritorno, sono un susseguirsi di episodi crudi e strazianti, di forte presa emotiva in assenza di retorica e di artifici letterari, raccontati in prima persona con stile colloquiale e quasi diaristico, da un narratore che, insieme ai suoi amici (tutti straordinariamente caratterizzati), visti morire uno a uno, sono stati convinti ad arruolarsi come volontari dalla propaganda di un professore di liceo, di cui a un certo punto uno dei suoi allievi finiti in trincea dice: “Vorrei che fosse qui”.




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