LA SCATOLA A FORMA DI CUORE
di Joe Hill
Sperling & Kupfer
2007, brossurato
367 pagine, 18 euro
Parlando de "La scatola a forma di cuore", gioverà ripetere prima di tutto (è inevitabile, anche se un po' dispiace) che Joe Hill è il fglio di Stephen King, dato che il romanzo sembra appunto un'opera minore di suo padre. Potrebbe essere paragonato a "L'occhio del male", scritto da King con lo pseudonimo di Richard Bachman, in cui uno zingaro maledice un grassone condannandolo a diventare ogni giorno più magro, inesorabilmente. Nel romanzo di Joe Hill la maledizione è quella di un ipnotista, rabdomante e sensitivo, Craddock, che comincia a perseguitare, sottoforma di fantasma, una rockstar in disarmo, Judas Coyne, apparentemente per punirlo di aver portato al suicidio una sua ex-fidanzata Ann, di cui l'uomo, in vita, era il patrigno. Lo spettro si rivela mortalmente pericoloso, perché riesce a instillare in chi lo ascolta (in sogno o in visione) propositi omicidi e suicidi. Per fortuna, Coyne è protetto dai suoi cani, che hanno il dono di percepire la presenza soprannaturale del fantasma e tenerla a distanza. Judas, insieme con la nuova compagna Mary Beth, comincia una lotta contro il tempo per arrivare là dove tutto è iniziato, la casa di Ann e di Craddock, prima che lo spettro li faccia uccidere entrambi a vicenda. E al momento giusto si scopre che le cose non stanno esattamente come sembrano, e Coyne non ha le responsabilità che si è convinto di avere. Ora, se non si sapesse che Hill è figlio di tanto padre, il romanzo potrebbe essere apprezzato di più. Sapendolo, scattano i confronti. Ma che glielo ha fatto fare, al piccolo Joe, di scrivere libri horror? Non sarebbe stato meglio per lui dedicarsi alla letteratura rosa? In ogni caso, il romanzo è consigliabile a tutti i kinghiani. E ai non, ovviamente.
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